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Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Cronaca Internazionale > “Nel campo di Jabalya gli abitanti sono sotto assedio e non possono scappare. Non ci sono media ma bisogna raccontare”
Cronaca InternazionaleRassegna stampa

“Nel campo di Jabalya gli abitanti sono sotto assedio e non possono scappare. Non ci sono media ma bisogna raccontare”

Last updated: 18/10/2024 7:12
By Redazione 92 Views 3 Min Read
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Chi si trova nel campo di Jabalya, da giorni sottoposto a pesanti bombardamenti israeliani, descrive una situazione terribile con attacchi continui e le squadre di protezione civile che a fatica riescono a soccorrere i feriti e le vittime in strada e nelle case distrutte. “I miei amici e parenti rimasti al nord mi dicono che stanno affrontando orrori inimmaginabili” racconta la responsabile dello staff di Oxfam. “L’esercito ha imposto un assedio totale e i droni colpiscono qualsiasi cosa si muova. Non c’è nessuna copertura da parte dei media. Il mondo deve sapere cosa sta accadendo lì”.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, l’ong ha lanciato un nuovo allarme sull’uso della fame come arma di guerra: ogni giorno tra 7 e 21 mila persone muoiono letteralmente di fame nei Paesi lacerati da conflitti. Da un anno accade anche a Gaza, dove nel 2024 è stato bloccato l’ingresso dell’83% degli aiuti alimentari, mentre mezzo milione di persone è alla carestia.

“Nella Striscia in questo momento quasi mezzo milione di persone sta morendo di fame – dice Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Una catastrofe umanitaria dovuta alle decisioni del governo israeliano. Nel 2023 ne venivano bloccati il 34%, quindi siamo passati in media da due pasti al giorno prima dell’inizio del conflitto, a uno ogni due giorni”.

“Mentre l’obiettivo di azzerare la fame entro il 2030 resta irraggiungibile – spiega Francesco Petrelli, portavoce e policy advisor per la sicurezza alimentare di Oxfam Italia – lanciamo un appello urgente al Consiglio di sicurezza dell’Onu, affinché chieda conto delle continue violazioni del diritto internazionale che in contesti di guerra come Gaza continuano a essere commesse impunemente. La fame non può e non deve essere più usata come un’arma per mettere in ginocchio un intero popolo. Per spezzare questo circolo vizioso è essenziale affrontare insieme le cause alla base dei conflitti in corso e non solo offrire soluzioni temporanee”.

Questo racconto fa parte di una serie di testimonianze ‘ Voci di Gaza’ raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Oxfam ha lanciato una raccolta firme (si può aderire qui) per “fermare tutti i trasferimenti di armi, componenti e munizioni utilizzate per alimentare la crisi a Gaza”. Un appello rivolto ai governi perché non siano “complici delle continue violazioni del diritto internazionale, adempiendo ai loro obblighi legali e garantendo un cessate il fuoco permanente al più presto”.

Da ilfattoquotidiano.it

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