Una nuova sanatoria per chi aderisce al concordato preventivo. La guida completa e aggiornata che spiega come funziona il ravvedimento speciale, chi può accedere, i costi, i vantaggi e le immancabili polemiche.
Sembra un film già visto, una trama che si ripete con una puntualità quasi comica. Il Fisco ha bisogno di fare cassa e, come per magia, dal cilindro del Governo spunta una nuova “definizione agevolata”. Questa volta, però, la sanatoria ha un obiettivo preciso: spingere 2,2 milioni di Partite IVA ad accettare il nuovo concordato preventivo biennale. Ma, al di là dei proclami sulla “semplificazione”, la domanda che si pongono in molti è: come funziona la nuova sanatoria fiscale per le Partite IVA? Analizzando l’emendamento approvato al nuovo decreto fiscale, emerge un quadro che, dietro la promessa di pace fiscale, nasconde un meccanismo premiale per chi ha evaso e l’ennesimo schiaffo per chi ha sempre pagato le tasse fino all’ultimo centesimo.
Cos’è il nuovo “ravvedimento speciale” e a chi si rivolge?
Il nuovo ravvedimento speciale è, a tutti gli effetti, una sanatoria che permette di regolarizzare le violazioni fiscali commesse negli anni passati pagando un’imposta sostitutiva agevolata. Ma non è per tutti. Questa nuova edizione è una sorta di “offerta esclusiva” riservata a una platea ben definita: le Partite IVA che decideranno di aderire al concordato preventivo biennale per gli anni 2025-2026.
La logica è chiara e spregiudicata: si offre uno sconto sul passato per incentivare l’adesione a un accordo sul futuro. Una strategia che, lo scorso anno, si è rivelata vincente per le casse dello Stato, garantendo incassi per 1,3 miliardi di euro e dimostrando che circa il 40% di chi ha aderito al concordato aveva, evidentemente, qualcosa da sanare. L’obiettivo per questa nuova edizione è di replicare il successo, puntando a un incasso “netto” di almeno un miliardo di euro.
Quali anni si possono sanare e quanto costa mettersi in regola?
La nuova sanatoria permette di regolarizzare le violazioni relative agli anni d’imposta che vanno dal 2019 al 2023. Il costo per mettersi in regola non è fisso, ma segue una logica “premiale”, basata sull’affidabilità fiscale del contribuente, misurata attraverso i cosiddetti ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale), le “pagelle” del Fisco.
Il meccanismo è a doppio binario.
La prima cosa da calcolare è l’imponibile “extra” su cui si pagherà l’imposta. Questo importo è tanto più basso quanto più alto è il tuo voto ISA. Si va da un minimo del 5%(per chi ha un voto pari a 10) fino a un massimo del 50% (per chi ha un voto inferiore a 3).
Una volta calcolato l’imponibile aggiuntivo, si applica un’imposta sostitutiva (che copre IRPEF e addizionali) anch’essa progressiva in base al voto ISA:
- 10% se il tuo voto ISA è pari o superiore a 8;
- 12% se il tuo voto ISA è compreso tra 6 e 8;
- 15% se il tuo voto ISA è inferiore a 6.
Per l’IRAP, invece, si applica un’aliquota unica del 3,9%.
Sei un professionista con un voto ISA pari a 9. Per sanare il 2022, dovrai calcolare un imponibile aggiuntivo pari al 5% dei tuoi ricavi non dichiarati e su questa somma pagherai un’imposta sostitutiva del 10%. Se, invece, il tuo voto ISA fosse 5, l’imponibile aggiuntivo salirebbe al 50% e l’imposta al 15%.
Per tenere conto delle difficoltà legate alla pandemia, per gli anni 2020 e 2021 è previsto un abbattimento forfettario del 30% dell’imponibile. In ogni caso, l’importo minimo da versare per le imposte sui redditi non può essere inferiore a 1.000 euro.
Come e quando si deve pagare?
Il calendario è molto più stringente rispetto alla precedente edizione della sanatoria. Il versamento dovrà essere effettuato in una finestra temporale che va dal 1° gennaio al 15 marzo 2026.
Le opzioni sono due:
- unica soluzione entro il 15 marzo 2026;
- pagamento rateale, ma con un massimo di dieci rate mensili, e non più le 24 previste in passato.
Quali sono i vantaggi (e i rischi) di questa sanatoria?
Il vantaggio principale per chi aderisce è la promessa di uno “scudo” dai controlli fiscali per tutte le annualità che vengono regolarizzate. Una volta pagato, il Fisco non potrà più venire a bussare alla tua porta per quegli anni.
Tuttavia, questo scudo è molto fragile e può cadere in diversi casi:
- Se decadi dal concordato preventivo.
- Se subisci l’applicazione di una misura cautelare, reale o personale.
- Se ti viene notificato un rinvio a giudizio per uno dei reati tributari più gravi.
- Se non perfezioni il pagamento di tutte le rate del ravvedimento.
- Se si scopre che avevi dichiarato il falso su una causa di esclusione dal concordato.
Le critiche delle opposizioni: “l’ennesimo condono”
Come prevedibile, la misura ha scatenato le dure reazioni delle opposizioni politiche. Maria Cecilia Guerra (PD) ha parlato di “generosi sconti a chi non ha pagato le tasse” e di un “ulteriore schiaffo a chi paga regolarmente”. I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno definito la misura “l’ennesimo condono”, sintomo di un “concordato fallimentare”. Critiche che sottolineano come, ancora una volta, si scelga la via della sanatoria per fare cassa, invece di una lotta seria e strutturale all’evasione fiscale.
Non solo ravvedimento: cosa cambia per nuda proprietà e usufrutto?
Nel pacchetto di emendamenti approvati, c’è anche un’altra novità importante, accolta con favore da Fimaa-Confcommercio. È stato approvato un correttivo che scongiura il rischio di una tassazione speculativasugli immobili ceduti con atti distinti di usufrutto e nuda proprietà, risolvendo un’incertezza che preoccupava il settore immobiliare.

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