A Palazzo del Carmine, la politica è più di un lavoro; è una vera e propria “soap opera” in tempo reale, con colpi di scena che farebbero invidiare qualsiasi regista
A Palazzo si intrecciano le vite di “separati in casa” che si trovano sia nell’opposizione che, con diverse sfumature, nella maggioranza, insieme a “coppie di fatto”.
È come un “reality show” dove le alleanze sono fragili e l’amore, quello politico, sembra eterno… almeno per ora.
Iniziamo con la minoranza, un vero e proprio “condominio” di anime divise.
La loro mancanza di compattezza è così evidente che si vede anche indossando occhiali da sole in una notte senza luna.
C’è il gruppo Orgoglio Nisseno che, dopo l’adesione a Grande Sicilia e aver “sparato” la richiesta di entrare in Giunta, un po’ come chiedere un aumento dopo aver rotto i cabbasisi, di Montalbano memoria, al capo e ai colleghi, si è creato un muro di silenzio.
La risposta alla richiesta ovviamente, non è mai arrivata, probabilmente si è persa tra le chat o forse sta solo aspettando che la Giunta, e non solo, decida se sia più conveniente accontentarli o far finta che il telefonino è andato in tilt.
E poi ci sono i due del M5S, una coppia che non si parla nemmeno per dirsi “buongiorno”, pur essendo seduti uno accanto all’altro.
Il consigliere eletto in Avanti Così, costola del movimento, è l’unico canale di comunicazione del gruppo territoriale nisseno.
Praticamente, sono come quei coniugi che si scambiano messaggi solo tramite post-it attaccati al frigorifero. Un comunicato congiunto? Un’interrogazione insieme? Partecipare a un’azione coordinata?…manco a pensarlo.
Il momento culminante, che ha segnato la separazione agli occhi di tutti, è stato durante la processione di San Michele, quando molti membri del M5S, insieme agli sfollati di via Redentore, sono stati del tutto ignorati dalla vice presidente del consiglio, o forse semplicemente non notati per via della confusione.
Insomma, una vera situazione da “separati in casa”, una separazione che probabilmente è iniziata con la sua elezione a vice presidente e il voto a favore della mozione della maggioranza sull’aumento dei gettoni di presenza.
Ma nemmeno la maggioranza è immune da “separazioni”.
Ad esempio quella che ha visto un consigliere lasciare Noi Moderati per passare al Gruppo Misto.
Va però detto che questo è il “divorzio politico” più amichevole che si sia mai visto. Ha lasciato si il partito, ma ha ribadito il suo amore e supporto incondizionato per il Sindaco e la Giunta, un po’ come lasciare la casa coniugale, affittarsi un appartamento accanto e continuare a preparare la cena per l’ex…rimasti “amici”.
Il consigliere rimane in maggioranza e, cosa più importante, continua a presiedere la VI° Commissione “Sanità”, perché se la politica è un “palcoscenico”, l’efficienza deve rimanere intatta.
Poi c’è l’amore ritrovato tra il consigliere di “Avanti Così” e la consigliera di “Area Civica”, che però è a fasi alterne e stenta a “sbocciare” del tutto.
Ma oltre alle separazioni conclamate c’è anche la “freddezza” .
E’ risaputo infatti che il partito di Fratelli d’Italia chieda da tempo un terzo assessore e, anche se non lo ammetterà mai, anche questa reiterata richiesta crea una certa freddezza, che ovviamente mai verrà manifestata apertamente, un po’ come quella coppia che in casa litiga, ma che davanti amici e parenti si mostra solida e compatta.
Ma ecco a voi la coppia perfetta, quella degli “amori in corso”, come canta Baglioni, quella tra il consigliere del PD e quello di Futura, che incarnano l’unità e la dedizione. Sono sempre insieme, quasi mano nella mano, impegnati in un “tour de force” di interrogazioni e supporto reciproco.
Seduti “vicini vicini”, come due innamorati al cinema, sempre pronti a presentare l’ennesima interrogazione all’Amministrazione.
La loro unione dimostra che “l’amore” per la città, o almeno la strategia comune fatta di decine di interrogazioni, vince sempre, almeno per il momento.
E poi c’è la grande, la vera, l’inimitabile, l’unica “coppia di fatto”, quella che solo chi non vuol vedere non vede, ma i cui effetti si sentono più delle sirene di Ulisse.
E’ quella tra il Sindaco e l’Onorevole, un’alleanza che si consuma però fuori Palazzo.
Il classico amore a distanza ma che muove i fili della politica locale.
L’Onorevole, con la sua influenza regionale, è come quel suocero potente ma ingombrante che non vive in casa, ma che decide pure il colore delle pareti e il menu della domenica.
Il Sindaco, da parte sua, ne trae vantaggio in termini di sostegno e copertura politica, ma a volte sembra dover “eseguire” le volontà del “compagno”, trasformando Palazzo del Carmine in una succursale di uffici ben più distanti.
In conclusione, Palazzo del Carmine è la prova vivente che in politica, come nella vita, si può essere separati pur condividendo lo stesso pianerottolo, uniti anche senza un contratto o far finta che tutto vada bene.
L’importante non è tanto che lo spettacolo continui, ma che i cittadini, tra un caffè e imprecazioni varie, dovute a disagi e disservizi, si chiedano chi governi davvero e se chi governa sia più attento alle esigenze dei cittadini che ai “rapporti di coppia” e alle “poltrone” da tenersi ben strette.
Con estremo rispetto istituzionale, si precisa che, trattandosi di satira e ironia, i riferimenti a fatti e personaggi sono reali, ma le interpretazioni delle dinamiche politiche come “separazioni” o “coppie di fatto” sono da intendersi in senso esclusivamente metaforico e politico, nella sincera speranza che nessuno si senta offeso… ma che tutti si facciano una sana e rilassante risata. Ad Maiora
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