Le parole a conclusione di una udienza con i rappresentanti della Federazione motociclistica internazionale
Ho bisogno di preghiere, perché il mio lavoro è molto accelerato e la mia moto è invecchiata e non funziona bene”.
Lo ha detto il Papa, parlando a braccio a conclusione di una udienza oggi in Vaticano con i rappresentanti della Federazione motociclistica internazionale.
“Come Federazione sportiva avete il compito di gestire e disciplinare il motociclismo nel territorio nazionale e di rappresentarlo a livello internazionale. Nel promuovere e tutelare queste attività – ha detto Bergoglio – vi incoraggio a impegnarvi nella sensibilizzazione al rispetto delle regole del Codice di sicurezza stradale. La diffusione dell’educazione stradale – prevista anche dai vostri Statuti attraverso l’organizzazione di corsi da svolgere nelle scuole – vi rende merito. In questo modo, avete la possibilità di far riflettere i ragazzi, che ammirano i campioni delle ‘moto’ ma spesso sono incoscienti dei pericoli”.
Il Papa ha poi ringraziato per l’impegno e il “tempo dedicato alle iniziative didattiche in tal senso” definendolo “un investimento a favore della vita”.
Il messaggio sull’accoglienza per conviventi e divorziati
In un altro momento di incontro, Papa Francesco ha ricevuto in udienza la comunità accademica del Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia. La Chiesa deve accogliere “tutti, tutti, tutti, non dimenticare questa parola” ha detto il Papa, ribadendo quanto era già emerso nel Sinodo sulla famiglia del 2015: “La logica dell’integrazione pastorale è la chiave dell’accompagnamento pastorale per quanti convivono rinviando indefinitamente il loro impegno coniugale e per le persone divorziate e risposate. Sono battezzati, sono fratelli e sorelle, lo Spirito Santo riversa in loro doni e carismi per il bene di tutti: la loro presenza nella Chiesa testimonia la volontà di perseverare nella fede, malgrado le ferite di esperienze dolorose”.
Francesco ha tuttavia ricordato che “senza escludere nessuno, la Chiesa promuove la famiglia, fondata sul matrimonio, contribuendo in ogni luogo e in ogni tempo a rendere più solido il vincolo coniugale, in virtù di quell’amore che è più grande di tutto: la carità. Infatti, la forza della famiglia risiede essenzialmente nella sua capacità di amare e di insegnare ad amare; per quanto una famiglia possa essere ferita, può sempre crescere a partire dall’amore”. “Nella famiglia le ferite si guariscono con l’amore”, ha concluso il Papa.
In Ucraina e Palestina fallimenti dell’umanità, invasori prepotenti
Il Pontefice parlando, poi, all’evento dell’anniversario del trattato di pace tra Argentina e Cile, fa riferimento alla situazione internazionale attuale. “Desidero menzionare due fallimenti dell’umanità, l’Ucraina e la Palestina, dove si soffre e dove la prepotenza dell’invasore prevale sul dialogo”, ha detto il Pontefice sottolineando “l’ipocrisia” dei Paesi nei quali “si parla di pace” e ci sono poi “le fabbriche delle armi”. “Questa ipocrisia porta al fallimento dell’amicizia e al fallimento della pace”.