Al banchetto in Via Bellini, sono state raccolte al momento circa 2.000 firme, sicuramente poche, visto che in città i maggiorenni che hanno diritto al voto sono circa 55.000, ma, conoscendo il nisseno medio, che non ama esporsi o che sconosce il senso della collettività, “a me l’acqua non manca, quindi non firmo”, il numero raggiunto ad oggi è da considerarsi un gran successo.
Al banchetto ma anche sui social sono tante le segnalazione dei cittadini sulla non equa distribuzione dell’acqua in città.
Da Via Napoleone Colajanni a Via Leone XIII, ma sono tantissime altre zone cittadine che si potrebbero citare.
Tutti segnalano le stesse anomalie che sono state riferite al direttore amministrativo e tecnico di Caltaqua, nell’incontro tenutosi lunedì al Comune, che ha risposto che ciò è imputabile ad una questione di pressione e che bisognerebbe attrezzarsi con dei motorini, ma purtroppo spesso anche con la loro presenza l’acqua non arriva ugualmente.
All’altra segnalazione fatta, che l’acqua in alcune vie rimane aperta anche per un paio di giorni o che arriva mattina e sera, è stato risposto che che impossibile, ma tanti nisseni lo hanno confermato sia sui social che al presidio.
Intanto nelle zone periferiche, Viale Stefano Candura (Poggio Fiorito) e Via Gelsi/Via Paradiso, ieri è avvenuta la consegna di 2.000 litri ad utenza, zone che ad oggi non vedono uscire dai rubinetti l’acqua corrente da ben 73 giorni.
Anche questa distribuzione straordinaria ha però le sue lacune, autobotti date a mo’ di favore, dopo le testuali parole del Direttore Gallè, “noi ai fini contrattuali siamo a posto, visto che garantiamo i 0.5bar di pressione al contatore, ma capendo i disagi forniamo gratuitamente le autobotti”
Molti residenti di Viale Stefano Candura e della Sp.5, ad oggi non hanno però ancora visto arrivare nessuna autobotte e ieri qualcuno, giustamente esasperato, voleva protestare effettuando un blocco stradale, ma fortunatamente poi si è fatto un passo indietro, nella speranza che qualcosa cambi nel breve, sperando non si tiri troppo la corda, che si sa prima o poi si spezza.
La situazione non è delle più rosee per tutti, se il Fanaco è “morto”, l’Ancipa è agonizzante e la luce in fondo al tunnel non si vede ancora.
I pozzi potrebbero dare un po’ di acqua in più, ma non risolverebbero di certo il problema.
Se non ci si attiva immediatamente con una seria programmazione, pompe ed autobotti, per tutti, con il pressare la nostra politica locale, molti dei quali mai visti firmare, ovviamente “non era obbligatorio”, come qualcuno dirà, o la deputazione regionale e nazionale, la Regione Siciliana, nella persona del Presidente Schifani nel mettere in campo Protezione Civile e se è il caso anche il Genio Militare, la situazione non potrà che peggiorare.
Ma per fare in modo che chi di competenza si attivi veramente, i cittadini devono dimostrare di essere innanzitutto uniti nel portare avanti questa battaglia di civiltà e far capire ai nostri rappresentanti politici che ci siamo stancati di aspettare e che la misura è colma, il creare fazioni, gruppi e gruppetti serve solo a rafforzare chi nega ai nisseni il diritto di ricevere equamente l’acqua.
L’acqua non ha colori politici, è trasparente come trasparente dovrebbe essere l’azione dei cittadini e della politica tutta.
Di parole e promesse ne abbiamo sentite tante, di fatti concreti ne abbiamo visti pochi e qualcuno nulla.
I cittadini sono stanchi ed arrabbiati, si deve dimostrare con i fatti gli impegni assunti, in caso contrario avremo l’ennesima dimostrazione che la politica fa il suo mestiere, promettere tanto e mantenere poco o nulla. Ad Maiora