Da “la Repubblica Palermo” del 20/09/24 – m.o.
“Caltanissetta. Primo piano di palazzo Moncada. Dei tavoli, disposti lungo un corridoio stretto, fanno da aula studio, simulando una biblioteca.
Ma non ci sono libri da prendere in prestito.
Gli studenti fanno i turni per sedersi. «Chi arriva prima, si assicura il posto», racconta Chiara Garifo, studentessa al terzo anno di Infermieristica al polo universitario nisseno e senatrice accademica.
Fuorisede ormai da tre anni, lei è tra i fortunati che possono studiare in casa.
Gli altri si disseminano per bar e giardini pubblici. «Impossibile vivere gli spazi universitari.
Perché non ci sono».
Ad Agrigento, i pendolari impiegano quasi un’ora per spostarsi tra un’aula e l’altra dei due plessi di Villa Genuardi e Contrada Calcarelle.
Lì non c’è neppure uno studentato, come a Trapani, dove quest’anno sono oltre 50 gli studenti che bussano per un posto letto. I poli universitari territoriali della Sicilia occidentale sarebbero
la sfida per tenere i giovani in Sicilia, seconda regione per emigrazione giovanile con indici di disoccupazione che superano quasi del doppio la media nazionale del 16,7%.
Eppure, restano luoghi di ricerca periferici senza servizi per il diritto allo studio.
Ex uffici trasformati in sale lezioni senza acustica e wi-fi instabile.
Il polo universitario di Caltanissetta è bocciato alla prova dei servizi per gli oltre ottocento studenti iscritti ai cinque corsi di laurea erogati.
L’ultimo, il Medit, Medicina e Chirurgia a indirizzo tecnologico che si propone di fare da attrattore per nuovi iscritti, anche stranieri.
Giovani fuorisede sì ma senza pasto, perché l’Ersu non garantisce ancora il servizio mensa, in attesa di una nuova gara per l’affidamento.
Quanto a posti letto, si arriva per un pelo: Caltanissetta ha 25 posti all’ex convento di San Domenico di fronte a una domanda di 18 studenti.
Intanto nei piani di Unipa, grazie alla concessione per 40 anni dei locali della Real Maestranza c’è la realizzazione di una palestra, mentre il rettore Midiri promette un primo e vero campus universitario di ambito scientifico al Cefpas di via Mulè, vicino all’ospedale e al centro di sperimentazione.
Non sta meglio Trapani.
Con 762 iscritti e un incremento del 27% di studenti rispetto all’anno precedente, il polo territoriale non ha aule adeguate. Sono in corso i lavori di ristrutturazione al plesso del Principe di Napoli per ottenere più aule studio, ma non c’è ad oggi una residenza per ospitare i fuorisede: quest’anno sono oltre cinquanta le domande di posto letto arrivate all’Ersu, attualmente senza alcuna possibilità di evasione.
Sempre senza studentato è il polo di Agrigento con 1.085 iscritti. Lì
le aule sono insufficienti ad accogliere gli studenti, che stanno seduti su sedie rotte. «Le condizioni igieniche sono pessime — dice Martina Sutera Sardo, rappresentante del Polo di Agrigento e studentessa al terzo anno di Economia — . Spesso nei bagni manca la carta igienica e non avendo una sala dove consumare i pasti, riceviamo il cibo freddo in contenitori sigillati».
Ad Agrigento c’è un contenzioso da 8 milioni di euro tra l’ateneo e il consorzio universitario Empedocle di Agrigento, gestore del polo universitario, mentre è stato istituito un tavolo tecnico permanente per il rilancio dell’università nel territorio.
Sono 60 milioni di euro i fondi impegnati dalla Regione per l’edilizia universitaria: primo obiettivo raddoppiare in tre anni i circa 1.600 posti letto per universitari in Sicilia di fronte a una domanda di oltre 6 mila fuori sede.
A Palermo, intanto, sono due le nuove residenze di privati, in piazza Gran Cancelliere e vicolo Benfante, cui sono stati destinati un milione e mezzo di euro da fondi ministeriali Mur per aprire entro marzo 2025, 56 nuovi posti letto e altri 21 già dal prossimo novembre.”