La protesa pacifica dei lavoratori portuale blocca la viabilità cittadina
Ancora armi e mezzi da guerra nel Porto di Genova con una protesta nata da una foto, che ha iniziato a girare tra i portuali dello scalo ligure che ritraeva un cannone prodotto dalla Oto Melara della Spezia pronto per essere imbarcato sulla nave Bahri Yanbu, ormeggiata al terminal Gmt.
Lo scopo del cannone e gli attivisti a bordo della nave
Non è la prima volta che i rappresentanti del Calp, collettivo autonomo lavoratori portuali, cercano di fare chiarezza su ciò che transita dal porto genovese e ogni volta spunta qualche magagna.
Appurato che il cannone dovrà essere montato su una nave Fincantieri nei cantieri di manutenzione di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, e non è destinato al conflitto in Medio Oriente, ieri alcuni attivisti sono riusciti a salire a bordo della nave, filmando e fotografando carri armati, mezzi blindati e container.
Cancellati i video registrati a bordo
Della documentazione degli armamenti presenti sulla nave restano solo le foto. La vigilanza privata ha costretto gli attivisti a cancellare i video registrati a bordo. Controllando l’ultimo scalo della Bahri Yanbu, si scopre che il 26 luglio era in un porto americano, fonti di attivisti locali raccontano di munizioni caricate ad Anversa e nel porto di Santander.
La procura di Genova ha aperto un fascicolo
La procura di Genova ha aperto un fascicolo esplorativo, per verificare la regolarità delle munizioni e armi in transito nello scalo. Il Collettivo autonomo dei lavoratori portuali denuncia una possibile violazione della legge 185 del 1990, che regola il passaggio di armi nei porti italiani.
La protesta degli attivisti
Oggi, la protesta degli attivisti e dei portuali con il blocco di un varco e della superstrada che consente ai mezzi pesanti di raggiungere lo scalo genovese. C’è stata anche un’invasione pacifica e simbolica del porto con il gruppo di manifestanti che ha attraversato il varco, per accendere poi fumogeni vicino alla cancellata che protegge lo scalo dove è ormeggiata la Bahri Yanbu.
Il corteo ha poi protestato sotto la sede della compagnia israeliana Zim. In strada, sono stati accatastati alcuni pancali a cui successivamente è stato dato fuoco
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