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Riforma della Giustizia e separazione carriere, via libera definitivo del Senato

Last updated: 30/10/2025 12:45
By Redazione 95 Views 11 Min Read
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La riforma che introduce la separazione delle carriere della magistratura è stata approvata definitivamente a Palazzo Madama. Il disegno di legge costituzionale ha avuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Quello di oggi era il quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione. Tuttavia alla Camera non c’è stata la maggioranza dei due terzi che avrebbe precluso lo svolgersi del referendum costituzionale per il via libera definitivo: la consultazione popolare dunque con ogni probabilità si terrà, forse nella primavera del 2026.

Contents
Una sola magistratura, ma con due carriereDue Consigli SuperioriComponenti Csm estratti a sorteI poteri dei due CsmLa nuova Alta Corte DisciplinareLe sentenze non impugnabiliI tempi per le leggi attuativeLe tempistiche per l’approvazione definitivaLe opposizioni all’attaccoLo scontro tra Marina Berlusconi e l’AnmLa maggioranza verso il referendumIl fronte del “no” alla riformaSi precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

Il ministro Nordio: “Ringrazio il Parlamento. La maggioranza è stata ottima. Sono trent’anni che scrivo sulla separazione delle carriere. Mi auguro ora che sul referendum ci siano termini pacati, che non sia politicizzato“. 

Ma quali sono i contenuti della riforma voluta dal governo Meloni e dal ministro della Giustizia?

Una sola magistratura, ma con due carriere

Attualmente l’articolo 104 della Costituzione prevede che “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”. A questa frase la riforma ne aggiunge un’altra, specificando che essa “è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente“. Da qui, dunque, deriverebbe la separazione delle carriere.

Due Consigli Superiori

Con la riforma costituzionale, all’attuale Consiglio superiore della magistratura (spesso abbreviato in Csm) ne subentrano due: uno “della magistratura giudicante“, che sarà composta dai giudici, e uno “della magistratura requirente”, dunque i pubblici ministeri. Entrambi gli organi “sono presieduti dal Presidente della Repubblica” e “ne fanno parte di diritto” rispettivamente “il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione”.

Componenti Csm estratti a sorte

I membri dei due Consigli non saranno elettivi: i Csm infatti saranno composti per un terzo da membri laici e per due terzi da togati. I primi saranno estratti a sorte da un elenco di giuristi predisposto dal Parlamento in seduta comune, mentre i secondi saranno sorteggiati tra tutti i magistrati, giudicanti e requirenti, che avranno i requisiti che stabilirà una legge ordinaria successiva. I componenti dei due Csm “durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva”.

I poteri dei due Csm

I due Csm perderebbero i poteri disciplinari oggi affidati ad una Sezione speciale dell’attuale Consiglio Superiore della Magistratura. Essi avranno infatti competenze per quanto riguarda “le assunzioni, le assegnazioni, i trasferimenti, le valutazioni di professionalità e i conferimenti di funzioni nei riguardi dei magistrati”.

La nuova Alta Corte Disciplinare

La giurisdizione disciplinare nei riguardi di tutti i magistrati dunque “è attribuita all’Alta Corte disciplinare”. Essa sarà composta da 15 membri: 3 nominati dal Presidente della Repubblica; 3 estratti a sorte da un elenco di giuristi che il Parlamento in seduta comune “compila con elezione”; 6 estratti a sorte tra i magistrati giudicanti con 20 anni di attività e con esperienze in Cassazione; 3 sorteggiati tra i magistrati requirenti con vent’anni di attività e esperienza in Cassazione. I togati sono quindi la maggioranza, ma il presidente viene eletto tra i laici. Durano in carica 4 anni, e l’incarico non è rinnovabile.

Le sentenze non impugnabili

Infine, tra le novità previste dalla riforma, le sentenze sono ricorribili solo davanti alla stessa Corte che giudicherà in secondo grado in una composizione diversa rispetto al primo. Le sentenze non sono impugnabili in Cassazione come prevede l’articolo 111 della Costituzione. Una legge ordinaria disciplinerà gli illeciti disciplinari, le sanzioni, la composizione dei collegi, il procedimento e il funzionamento dell’Alta Corte. 

I tempi per le leggi attuative

L’ultimo articolo della riforma stabilisce che “entro un anno” dall’entrata in vigore (quindi dopo il referendum) devono essere varate le leggi attuative. Nel frattempo continuano ad osservarsi le leggi vigenti.

Le tempistiche per l’approvazione definitiva

Dopo il via libera di oggi, il referendum sulla separazione delle carriere potrà essere richiesto entro tre mesi dalla pubblicazione della norma. A disciplinare le modifiche della Costituzione è l’articolo 138 della Carta che prevede che se non viene raggiunto il quorum dei due terzi in entrambe le Camere in seconda lettura (come nel caso della separazione delle carriere) si aprono le porte alla consultazione popolare. A richiedere il referendum potrà essere un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. In questo tipo di referendum, a differenza di quelli abrogativi, non è previsto il quorum.

Le opposizioni all’attacco

La consultazione popolare presumibilmente avverrà quindi nella primavera del 2026, ma le opposizioni già affilano le armi: “Chi ha scritto la Costituzione ha previsto” questo iter rafforzato “per ascoltare, riflettere e favorire il dialogo tra maggioranza e opposizione, mentre ci troviamo oggi a discutere da soli – aveva detto la segretaria del Pd Elly Schlein dopo la terza lettura alla Camera, puntando il dito, nell’emiciclo di Montecitorio, contro i banchi vuoti della maggioranza – Continueremo a batterci perché al referendum prevalgano i no alla vostra arroganza e ad una giustizia dei potenti”. “Dovrete andare al referendum confermativo costituzionale e lì troverete noi nelle piazze, con la gente, nelle università, nei convegni, per spiegare le ragioni del no alla separazione delle carriere”, le ha fatto eco dal M5s Alfonso Colucci. “Siamo convinti che saranno i cittadini a difendere la Costituzione, che voi non avete mai accettato fino in fondo”, ha affermato anche la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti.

Lo scontro tra Marina Berlusconi e l’Anm

Sulla riforma della giustizia nei giorni precedenti alla quarta lettura in Senato si è consumato anche uno scontro tra Marina Berlusconi e l’Anm. La figlia dell’ex premier, a lungo in contrasto con la magistratura, ha definito la giustizia come “la grande e vera emergenza” sottolineando che la riforma “sarà comunque un passo avanti significativo verso una giustizia veramente giusta” anche se non servirà “a restituire a mio padre trent’anni di vita avvelenati e devastati dalle calunnie e dalle false accuse”. Parole che hanno scatenato l’immediata reazione dell’Associazione nazionale magistrati. Per il presidente del sindacato delle toghe, Cesare Parodi, chi “fa queste affermazioni ha avuto una risposta in termini di giustizia” e “allora perché lamentarsi di una giustizia che comunque arriva ad un risultato che viene condiviso?”.

La maggioranza verso il referendum

Intanto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha affermato che se il risultato del referendum “fosse in una certa direzione” la “politica si troverebbe ipotecata dalla magistratura come è stato a lungo a dopo Tangentopoli”. Mentre Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, si è detto pronto “ad organizzare comitati per il referendum e a difendere questa riforma” che “FI ha a voluto fortemente”. Per i vertici del partito “la responsabilità civile dei magistrati e una radicale riforma della giustizia non solo sono necessarie ma urgenti”. Mentre per il deputato Jacopo Morrone, segretario della commissione Giustizia alla Camera e delegato del Dipartimento Giustizia della Lega, “sono quattro i sì per ridare fiducia agli italiani nel sistema giustizia: sì alla separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, sì a due CSM come conseguenza della separazione delle carriere, sì al sorteggio perché l’indipendenza e l’efficienza della magistratura si assicurano anche con il contenimento dello strapotere delle correnti dentro un unico CSM, sì all’istituzione dell’Alta Corte di Giustizia che garantisca decisioni imparziali sugli illeciti disciplinari a carico di magistrati”. 

Il fronte del “no” alla riforma

Sul fronte del “no” sono, come detto, schierate le opposizioni. Per il leader degli M5s, Giuseppe Conte, il governo con il progetto della separazione delle carriere vuole una “giustizia completamente piegata alla politica“. Le toghe si dicono, comunque, pronte alla sfida e lanciano un invito all’unità, alla “compattezza” nel vincere la sfida referendaria. “Noi non facciamo una battaglia politica”, ha sostenuto Parodi dell’Anm, “siamo a difesa di valori costituzionali nei quali crediamo e che questa riforma altera“. I magistrati puntano a coinvolgere i cittadini le cui decisioni nell’urna dovranno “avvenire sulla base di una conoscenza effettiva dei problemi e non di pregiudizi ideologici”. Per il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, c’è “l’idea strisciante e neanche molto nascosta di controllare il pubblico ministero, di normalizzare la magistratura, di far diventare i magistrati dei perfetti burocrati”.

Fonte SkyTg24

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