Domani a Palermo il senatore Davide Faraone presenterà i risultati del rapporto sul servizio pubblico
Liste d’attesa, migrazione passiva, tecnologie obsolete, sprechi, ritardi e fuga dei medici
Saranno illustrate anche proposte per affrontare i punti deboli della rete sanitaria nel tentativo
di invertire la rotta. Il titolo del dossier è già un atto di accusa nei confronti della gestione della sanità siciliana. Italia Viva affronta in campo aperto il governo regionale sul tema più spinoso, quel servizio sanitario
pubblico che in Sicilia appare costellato da molte ombre e poche luci. “Disastro sanità: e Schifani dorme” è il tema che venerdì il senatore Davide Faraone affiancato dalla senatrice Dafne Musolino, da Antonio Micari, Alberto Di Girolamo, Antonio Craxi e Mariapia Mannino – svilupperà domani in una conferenza a Palermo, attraverso un viaggio che accende i riflettori sulla rete sanitaria siciliana.
Una rete smagliata: «Non si tratta solo, e già sarebbe tantissimo, del caso dell’Anatomia Patologica
di Trapani con i referti istologici rilasciati dopo un anno, nella palese noncuranza dell’Assessorato e del Governo regionale – si legge nel dossier – ma delle liste d’attesa infinite, dei vuoti nei reparti, delle tecnologie obsolete, della fuga dei medici verso il privato, della migrazione passiva verso altre regioni».
Il Centro Studi di Italia Viva Sicilia ha analizzato «dati reperiti su siti ufficiali incontestabili e totalmente attendibili (a partire dalla stessa Regione Siciliana e del Ministero della Salute).
Il monitoraggio di Italia Viva rileva che nel 2023, «12.300 pazienti oncologici siciliani hanno
scelto terapie fuori regione, spendendo 89 milioni di euro a carico del Servizio sanitario regionale
». Il rapporto mette l’accento sulla carenza di infermieri: «La Sicilia ha 3,6 infermieri ogni 1.000 abitanti (media Ue: 8,2), con un deficit di 7.200 unità. Il bando per 1.000 assunzioni del 2022 ha coperto solo il 30% dei posti ».
Poi il capitolo amaro delle liste d’attesa, con tempi inaccettabili per i cittadini: «Attesa media per un’artroprotesi d’anca 182 giorni (la legge fissa il limite a 60). Nel 2023, 23.000 siciliani hanno rinunciato alle cure. Posti letto “fantasma”; la Corte dei conti regionale (2023) segnala chesu9.124 posti letto accreditati, solo 6.200 sono realmente operativi (-32%). A Messina, il reparto di Pneumologia dell’Ospedale Papardo è chiuso dal 2021 per carenza di personale».
L’analisi apre uno squarcio anche sulla tecnologia obsoleta. Un esempio? «Solo 8 ospedali su 56 hanno Tac di ultima generazione.
Per le biopsie liquide in oncologia, l’attesa supera i 4mesi ». Il dossier si concentra anche sui ritardi per la spesa dei Fondi Pnrr, sui progetti ingessati, sui Pronto soccorso sovraffollati, sulla fuga dei medici («un medico su 3 lascia l’isola»), sulla copertura
inadeguata degli screening oncologici, sugli sprechi. E poi ancora riflettori sulla salute mentale con reparti al collasso e posti letto scesi da 1.020 a 867, senza dimenticare «la tassa sulla malattia»: «La Sicilia è l’unica regione a non applicare esenzioni per reddito su 23 prestazioni (ad esempio visite cardiologiche), con un costo medio di 45 euro a ticket».
Il dossier di Italia Viva affianca alla denuncia una serie di proposte per cercare di correggere la rotta. La “nave” della sanità siciliana è a un passo dagli scogli.
Da La Gazzetta del Sud
