Il governo allerta la nave Cassiopea. La commissaria Ue per il Mediterraneo: «Innovativa la scelta italiana»
Riparte, dopo circa due mesi di stop, l’operazione Albania.
Il trasferimento dei migranti nei centri oltre Adriatico per un più rapido rimpatrio, al quale la presidente del Consiglio ha detto in più occasioni di non voler rinunciare, è affidato al pattugliatore della Marina militare Cassiopea, che già monitora il mare al largo di Lampedusa.
Alla base dell’accelerazione, nonostante non sia ancora arrivato il pronunciamento della Corte di giustizia europea, annunciato per il 25 febbraio, la ripresa degli sbarchi: 1.264 arrivi negli ultimi sei giorni.
A ottobre e novembre scorsi, i primi tentativi di spostare nei centri di Shengjin e Gjader qualche decina di migranti per i quali non sussistevano le ragioni di asilo, erano stati vanificati dai tribunali: a più riprese, i giudici delle sezioni immigrazione di diverse città non avevano convalidato il trattenimento dei migranti indirizzati nelle strutture albanesi, eccependo che non
provenissero da Paesi sicuri, nonostante l’elenco approvato con un decreto.
A dicembre la Corte di cassazione ha stabilito che la definizione di Paesi sicuri «spetta soltanto al
ministero degli Esteri e agli altri ministri che intervengono in sede di concerto».
Alla politica, quindi. Al tribunale, proseguiva poi la sentenza, tocca «valutare eventuali circostanze specifiche» per cui il singolo richiedente asilo correrebbe specifici rischi rientrando
nel Paese di origine.
L’aderenza del decreto italiano alle direttive europee, invece, è appunto competenza della Corte di giustizia dell’Unione europea.
Nell’attesa che si pronunci, però, i trasferimenti stanno per ripartire.
Nella lunga fase di stallo, i centri albanesi sono rimasti vuoti, presidiati da una pattuglia di agenti delle forze dell’ordine sempre più ridotta e finita nel mirino di un programma tv locale perché filmati mentre erano inoperosi nelle spa degli alberghi che li ospitano. Ora, però, i tempi
sarebbero maturi.
Non solo perché gli sbarchi sono ripresi in modo più massiccio, ma anche perché la competenza
sulla convalida dei trasferimenti è stata assegnata alle Corti d’appello, giudicate meno «politicizzate» delle sezioni immigrazione dei tribunali.
E infine per il quadro politico internazionale: negli Usa il neopresidente Trump investe mediaticamente sulle espulsioni di massa, nella Ue, la vicepresidente e commissaria
croata Dubravka Šuica, in visita a Roma, loda l’iniziativa italiana.
«Il progetto Italia-Albania è una soluzione innovativa alla quale guardiamo per la direttiva rimpatri».
Le opposizioni pungono il governo per la ripresa imminente delle operazioni.
«Quel folle di Trump dà la linea alle destre europee, con la terribile foto dei migranti in catene
caricati su un aereo—sostiene Elisabetta Piccolotti, di Avs —.
Viaggi che costano un sacco di soldi e non servono a niente, se non a spettacolarizzare.
Un tentativo propagandistico di prendere in giro gli italiani».
A difendere la strategia del governo, è il portavoce di FI Raffaele Nevi: «Al contrario della sinistra, che vuole far arrivare tutti i migranti, noi vogliamo collaborare soprattutto con i Paesi del Nord
Africa per bloccare l’immigrazione clandestina.
I centri in Albania, attrezzati, moderni, all’avanguardia garantiscono condizioni ben diverse rispetto a tanti centri sovraffollati che abbiamo in Italia».
Fonte il Corriere della Sera
