Interrogazione alla Camera di Faraone “Sistema malato” Costa (Cgil): “I dg non hanno mai brillato per elevate qualità”
Per decidere chi ha i requisiti per ricoprire il delicatissimo compito di direttore generale delle Aziende sanitarie siciliane basta un minuto.
È quanto risulta da uno dei verbali che ha portato alla scelta degli idonei per ricoprire quel ruolo.
Un elenco di 102 nomi, esaminato e approvato nel corso di una seduta della commissione di valutazione, iniziata alle 14,45 e finita alle 16,30 del 29 giugno del 2023.
Una seduta di 105 minuti, quindi, per verificare titoli ed eventuali incompatibilità degli aspiranti manager.
Uno al minuto, appunto.
La vicenda ha trovato spazio in un’interrogazione alla Camera dei deputati del capogruppo
di Italia Viva, Davide Faraone, secondo cui la scelta dei vertici delle aziende sanitarie è discrezionale e non rispondente all’effettivo peso del curriculum.
Le norme prevedono che siano le regioni a nominare i direttori generali tra gli iscritti all’elenco
nazionale degli idonei.
Un elenco che viene fuori da una selezione, appunto. La valutazione dei candidati, per titoli e colloquio, è effettuata da una commissione regionale che propone al presidente della Regione una rosa di candidati nell’ambito della quale vengono poi scelti i vertici delle aziende sanitarie.
E il primo step, appunto, è la valutazione dell’idoneità dei curriculum.
La commissione, composta da Giuseppe Montalto, Francesco Enrichens e Tommaso Pirronti, “procede quindi — si legge nel verbale del 29 giugno 2023 — all’esame dei titoli e della concreta esperienza dirigenziale posseduta dai candidati” e “dopo ampia e approfondita discussione su ciascun candidato” ha stilato l’elenco degli ammessi agli esami orali.
L’ampia e approfondita discussione, appunto, è quella che ha portato all’esame di 102 posizioni in un’ora e 45 minuti.
I 102 “esaminati” sono passati poi ai colloqui orali, superati in blocco: tutti idonei.
Ma tra questi, come prevedono le norme, bisogna scegliere i “più idonei”: saranno 49, alla fine.
Sono i nomi girati all’assessore per le nomine di allora e per quelle future nella sanità siciliana.
Per Faraone, però, questa scelta non avrebbe rispettato il merito e le effettive capacità.
«La cosa non mi sorprende —commenta Renato Costa, segretario della Cgil Sanità — non ho mai pensato che il curriculum in questi casi conti qualcosa. E tranne qualche rara eccezione, i dg non hanno mai brillato per elevate qualità. La cosa preoccupante è che oggi nessuno si indigni: in passato, quando le decisioni venivano
prese nelle segreterie politiche o nei corridoi — aggiunge — c’era un po’ più di pudore. Basti
guardare le ultime nomine: nessuno ha rivendicato la competenza dei manager, ma solo
l’appartenenza”.
Faraone, così, torna alla carica contro il governo regionale: “La maggioranza di centrodestra
— dice — ha devastato la sanità siciliana e i partiti l’hanno occupata. Non gli interessa
che funzionino gli ospedali e che i siciliani si curino, gli interessa soltanto favorire gli amici
per organizzare le clientele.
I manager selezionati — aggiunge — sono funzionali a questo sistema malato, sono stati scelti
non in base al merito ma semplicemente per lottizzazione politica, come se candidarsi a
guidare un’azienda sanitaria equivalesse a candidarsi in un collegio elettorale o favorire il
notabile di riferimento”.
Faraone annuncia poi di volersi impegnare per «smantellare questo sistema marcio, per raderlo
al suolo, perché per migliorare le nostra sanità non servono scendiletto ma persone capaci”
Fonte laRepubblicaPalermo
