Lettera alla commissaria Roswall. «Non ci sono i criteri per una deroga ambientale». Germanà:
«Il sindacato va contro i lavoratori». Controlli antimafia, da oggi Salvini fra Reggio e Messina
Il ministro Salvini ha visto il procuratore nazionale Melillo dopo l’allarme della Dia sugli interessi
delle cosche.
Oggi in prefettura a Reggio Calabria e domani nell’Ufficio del governo a Messina, il vicepremier e
ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, incontrerà i soggetti coinvolti a vario titolo nella realizzazione del Ponte sullo Stretto, con particolare attenzione alla tutela della legalità e alla
sicurezza dei lavoratori.
Ieri, vigilia di questo “blitz”, il leader della Lega ha incontrato il procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, al quale ha ribadito di volere «prevenire e contrastare con la massima determinazione tutte le possibili infiltrazioni criminali con particolare riferimento alle grandi opere a partire dal Ponte».
E questo dopo che il direttore della Dia, Michele Carbone, nel rapporto annuale ha avvertito sul forte interesse delle cosche a mettere le mani sull’affare della colossale infrastruttura.
Ma anche dopo lo sfiorato scontro istituzionale con il Colle sui controlli antimafia “soft” bocciati dal capo dello Stato nel decreto “Infrastrutture” e che il Carroccio intende riproporre in Aula.
Ma ieri si è registrato un nuovo colpo di scena lungo il percorso che dovrebbe portare il Cipess a dare il via libera definitivo dell’opera a giugno. Il segretario nazionale della Cgil, Pino Gesmundo, ha scritto alla Commissaria europea per l’Ambiente, la svedese Jessika Roswall, chiedendole di bloccare l’autorizzazione per l’avvio dei
lavori del Ponte».
Il sindacalista sostiene che la «relazione Iropi» – quella approvata dal Cdm che, classificando l’opera di interesse strategico anche per ragioni di difesa internazionale nell’ambito della Nato, come lo spostamento di truppe e mezzi militari, la esenta dal parere vincolante dell’Ue -«non soddisfa le condizioni necessarie e sufficienti previste dal diritto comunitario » e «non può costituire base
giuridicamente ammissibile per autorizzare l’opera».
Nella missiva, con la quale viene richiesto «un apposito incontro per meglio chiarire tutti gli aspetti», vengono evidenziati i motivi per i quali, a giudizio della Cgil, l’iter del progetto del Ponte non sarebbe conforme alle disposizioni Ue e, nello specifico, «non soddisferebbe le stringenti condizioni » previste per la deroga alla Direttiva Habitat in materia ambientale e infrastrutturale. Deroga che permetterebbe l’autorizzazione di progetti o piani che possono causare danni alle zone speciali di conservazione della rete Natura 2000, ovvero alle aree di interesse comunitario destinate
alla conservazione della biodiversità.
Lungo e già noto l’elenco di quelle che sono gravi criticità secondo ambientalisti e forze no-Ponte.
L’iniziativa della Cgil ha attirato gli strali della Lega, secondo cui «la Cgil va contro gli interessi dei lavoratori». Lo ha spiegato il senatore Ninò Germanà, commissario regionale del partito in Sicilia:
«Il Ponte sullo Stretto garantirà decine di migliaia di nuovi posti di lavoro, un indotto prezioso per l’Isola e i suoi abitanti. Lo diciamo alla Cgil, che ancora una volta fa politica sulla pelle dei lavoratori invece di difenderli».
Per Matilde Siracusano, sottosegretario di Fi per i Rapporti col parlamento, «solo in Italia può succedere che un sindacato, in questo caso la Cgil, decida di appellarsi all’Ue per bloccare una
delle opere infrastrutturali più strategiche per il futuro del Paese». Ma Angelo Bonelli (Avs) trova «inaccettabili e profondamente irresponsabili gli attacchi alla Cgil».
