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Cronaca InternazionaleRassegna stampa

Sparatoria a Washington: uccisi 2 funzionari dell’ambasciata israeliana. Il killer: Palestina libera

Last updated: 23/05/2025 8:02
By Redazione 115 Views 11 Min Read
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Fermato un 30 enne, secondo la Attorney General ha agito da solo. La condanna di Trump: odio e radicalismo non hanno posto negli Stati Uniti. Netanyahu parla coi genitori

Contents
Le vittime erano una coppiaFbi nella casa del killer a Chicago“Era stato visto camminare avanti e indietro all’esterno del museo”Il killer scambiato all’inizio per un testimone sotto chocRodriguez membro di un gruppo di estrema sinistraCordoglio e condanne


Un uomo e una donna, Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim membri dello staff dell’ambasciata israeliana, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco all’esterno del museo ebraico nel centro di Washington alle ore 21 ore locali, notte fonda in Italia. 

Il presunto colpevole dell’azione è stato fermato: si tratterebbe di un uomo rispondente al nome di Elias Rodriguez, 30 anni, originario di Chicago. “Da quanto è emerso dalle indagini finora il killer ha agito da solo“. Lo ha detto l’Attorney General americana, Pam Bondi, fuori dal museo ebraico ed ha aggiunto “L’odio deve finire e deve finire subito. Questo è il momento dell’unità“

La ministra della Giustizia americana ha partecipato alla preghiera per le due vittime. “Me lo hanno chiesto i rabbini“, ha detto parlando con i giornalisti.

Le vittime erano una coppia

L’uomo Yaron Lischinsky di 28 anni, diplomatico di carriera, lavorava per l’ufficio politico dell’ambasciata israeliana a Washington e aveva anche la cittadinanza tedesca. Lischinsky aveva conseguito un master in Governo, diplomazia e strategia all’Università Reichman e si era laureato in relazioni internazionali all’Università ebraica. 

Lischinsky firmava anche un blog per Israel Times. “Credo con forza nella visione definita dagli Accordi di Abramo e che espandere il cerchio della pace ai nostri vicini arabi e perseguire la cooperazione regionale sia nel miglior interesse dello stato di  Israele e dell’intero Medio Oriente. Per questo, sono un fautore del  dialogo inter religioso e della comprensione fra culture diverse”,  aveva scritto sulla sua pagina Linkedin.

Lei è Sarah Milgirim, dipendente funzionaria dell’ambasciata, impiegata nel dipartimento di diplomazia pubblica della missione. Entrambi dichiaravano di voler dedicare la propria carriera ai negoziati di pace e alla comprensione tra i popoli.

Secondo l’ambasciatore, a breve lui le avrebbe chiesto di sposarlo.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato con i genitori dei due giovani, riferisce l’ufficio del premier. “Durante la conversazione, Netanyahu ha espresso le sue più sentite condoglianze: tutto il popolo di Israele condivide il vostro dolore”, ha detto.  

Fbi nella casa del killer a Chicago

Gli agenti e artificieri dell’ Fbi stanno perquisendo l’abitazione a Chicago di Elias Rodriguez. Il palazzo si trova ad Albany Park, uno dei quartieri etnicamente più eterogenei della città che un tempo ospitava immigrati ebrei. Sulla finestra dell’appartamento due poster: uno con su scritto “Giustizia per Wadea”, il bambino palestinese americano di 6 anni ucciso a Chicago due anni fa, sull’altro “tikkun olam significa Palestina libera”, laddove tikkun olam è un’espressione ebraica per dire “curare il mondo”.

“Era stato visto camminare avanti e indietro all’esterno del museo”

Secondo quanto riportato dalla Cnn, Pamela Smith, capo del dipartimento di polizia metropolitana, ha dichiarato che “l’indagine preliminare indica che entrambe le vittime stavano uscendo da un evento al Capitol Jewish Museum, situato nell’isolato 500 di Third Street Northwest, quando è avvenuta la sparatoria”.

“Riteniamo che questa sia stata commessa da un singolo sospettato, ora in stato di fermo. Prima della sparatoria era stato visto camminare avanti e indietro all’esterno del museo”. 

Smith ha spiegato che il sospettato, identificato come Elias Rodriguez, “si è avvicinato a un gruppo di quattro persone, ha estratto una pistola e ha aperto il fuoco colpendo entrambe le vittime”. 

Un video, ottenuto dalla Cnn da un testimone oculare, mostra l’uomo mentre urla “Liberate, liberate la Palestina” nel momento in cui viene arrestato all’interno del Capital Jewish Museum di Washington.   

Il killer scambiato all’inizio per un testimone sotto choc

L’uomo, secondo quanto riferito dalla Cnn, “ha finto di essere un testimone” e ha atteso l’arrivo della polizia per oltre 10 minuti prima di affermare di averlo fatto “per Gaza”. La testimone oculare Sara Marinuzzi ha detto che gli spari sono risuonati poco dopo la fine dell’evento che si era svolto all’interno del museo. “Ci sono stati altri spari e poi un tizio è corso verso il centro: le guardie di sicurezza gli hanno offerto dell’acqua, cercando di confortarlo. Aveva un comportamento piuttosto strano. Hanno pensato che avesse assistito alla sparatoria”, ha detto ai microfoni. 

Il presunto killer ha quindi chiesto alla sicurezza di chiamare la polizia. Quando le forze dell’ordine sono arrivate, circa 10 minuti dopo, l’uomo si è assunto la responsabilità del gesto, dicendo: “L’ho fatto io, l’ho fatto per Gaza. Liberate la Palestina!”.

Secondo Yechiel Leiter, ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, le due persone uccise stavano per sposarsi: “La coppia uccisa stasera era in procinto di fidanzarsi. Lui aveva comprato un anello questa settimana con l’intenzione di fare la proposta di matrimonio alla sua ragazza nei prossimi giorni a Gerusalemme. Erano una coppia bellissima”. 

Rodriguez membro di un gruppo di estrema sinistra

Elias Rodriguez era membro di un gruppo di estrema sinistra che si batte per i diritti dei palestinesi. Secondo il quotidiano Liberation, il gruppo ha partecipato a una protesta nel 2017 davanti all’abitazione dell’allora sindaco di Chicago Rahm Emanuel in qualità di componente della galassia che fa capo al Partito per il Socialismo e la Liberazione. 

Solo ieri il gruppo marxista-leninista aveva esortato i suoi iscritti a firmare un impegno volto a fermare il “genocidio” israeliano contro i palestinesi. 

Secondo un profilo LinkedIn, Rodriguez lavora dal 2024 come specialista amministrativo per l’American Osteopathic Association di Chicago. In precedenza era stato anche ricercatore.

Cordoglio e condanne

A seguito dell’evento Benjamin Netanyahu ha ordinato un rafforzamento della sicurezza per le ambasciate di Israele nel mondo, mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è intervenuto condannando il duplice delitto: “Questi orribili omicidi a Washington, basati ovviamente sull’antisemitismo, devono finire, ORA!”, ha scritto sulla sua piattaforma Truth. “L’odio e il radicalismo non hanno posto negli Stati Uniti”, ha aggiunto.

Parole di cordoglio anche dal presidente israeliano Isaac Herzog: “Sono devastato dalle scene a Washington. Si tratta di un atto spregevole di odio, di antisemitismo, che ha causato la morte di due giovani dipendenti dell’ambasciata israeliana. Invio il mio pieno sostegno all’Ambasciatore e a tutto il personale dell’ambasciata. Siamo con la comunità ebraica di DC e in tutti gli Stati Uniti. L’America e Israele saranno uniti nella difesa del nostro popolo e dei nostri valori condivisi. Il terrore e l’odio non ci spezzeranno”.

Il primo ministro israeliano ha definito la sparatoria a Washington un “orribile omicidio antisemita”: “Stiamo assistendo al prezzo orribile dell’antisemitismo e alla dilagante istigazione contro Israele. Le accuse di sangue contro Israele si pagano con il sangue”, ha aggiunto.

L’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas, si è dichiarata “scioccata” dalla sparatoria avvenuta fuori da un museo ebraico a Washington, in cui sono rimasti uccisi due membri dello staff dell’ambasciata israeliana. “Non c’è e non dovrebbe esserci posto nelle nostre società per l’odio, l’estremismo o l’antisemitismo. Esprimo le mie condoglianze alle famiglie delle vittime e al popolo di Israele”, ha scritto Kallas su X.

Il segretario per la sicurezza interna, Kristi Noem, è stata tra i primi a confermare ufficialmente quanto avvenuto con un post su X: “Due membri del personale dell’ambasciata israeliana sono stati uccisi senza motivo questa notte vicino al Museo Ebraico di Washington DC. Stiamo indagando attivamente e lavorando per ottenere maggiori informazioni da condividere”. Danny Danon, ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, ha dichiarato su X che al museo si stava svolgendo un evento e che la sparatoria mortale è stata un “atto depravato di terrorismo antisemita”.  Colpire i diplomatici e la comunità ebraica “significa oltrepassare una linea rossa”, ha aggiunto.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha inviato “un pensiero alle famiglie e ai parenti delle vittime” dell’attentato “antisemita di Washington davanti al Museo ebraico”. Lo si legge in un messaggio su X.

Giorgia Meloni ha condiviso sul suo  profilo X il post di solidarietà con Israele pubblicato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Sono  vicino allo Stato d’Israele per il tragico assassinio di due giovani  dipendenti dell’ambasciata israeliana a Washington. Scene di terrore e violenza da condannare con forza. L’antisemitismo figlio dell’odio  contro gli ebrei va fermato, gli orrori del passato non possono più  tornare”, si legge nel messaggio del titolare della Farnesina  rilanciato dalla presidente del Consiglio.

“Yaron e Sarah erano nostri amici e colleghi. Erano nel fiore delle loro vite. Questa sera, un terrorista ha sparato e li ha uccisi mentre uscivano da un evento al Capital Jewish Museum di Washington”, ha scritto su X l’ambasciata israeliana di Washington.

“L’intero staff dell’ambasciata è straziato e devastato dal loro omicidio. Nessuna parola può esprimere la profondità del nostro dolore e orrore per questa devastante perdita. I nostri cuori sono con le loro famiglie, e l’ambasciata sarà al loro fianco durante questo terribile momento”. 

Fonte Rai News.it

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