La penna di Giancarlo Giorgetti si fa austera. “È stato necessario disegnare una manovra correttiva”, scrive il ministro dell’Economia nella premessa del Piano strutturale di bilancio approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Nell’ultima bozza del documento, che Repubblica ha potuto visionare, la ragione della stretta è sintetizzata in due righe. Recitano così: se si vuole mantenere la pr… (la Repubblica)
La notizia riportata su altre testate
Il Piano strutturale di bilancio a medio termine approvato ieri dal Consiglio dei ministri — insieme al decreto contro le aggressioni ai medici — sarà depositato in Parlamento solo tra poche ore, ma le indiscrezioni profilano un percorso piuttosto impegnativo di finanza pubblica per rispettare il nuovo tetto alla crescita della spesa pubblica fissato dalle regole Ue. (Corriere della Sera)
«Il governo è al lavoro per presentare la legge di bilancio, che non si allontanerà dai cardini che hanno ispirato la politica economica di bilancio del governo in questi due anni. (ilmattino.it)
Il ministro dell’Economia ha affermato che il tasso di crescita annuo della spesa, pari all’1,5%, insieme a una correzione dello 0,5% del saldo strutturale, consentirà di ridurre il deficit e favorire così l’uscita dalla procedura di infrazione. (QuiFinanza)
Il primo anno in cui l’Italia sarà fuori dalla procedura per deficit eccessivo sarà anche, salvo incidenti di percorso, l’anno delle prossime elezioni legislative. La traiettoria della spesa premia il 2027. (L’HuffPost)
Il debito-Pil dell’Italia inizierà a scendere solo a partire dal 2027. Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, presentando oggi il Piano Strutturale di Bilancio in Consiglio dei ministri. (Finanzaonline)
Lo ha riferito il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, illustrando oggi in Consiglio dei ministri il Piano Strutturale di Bilancio tenendo anche conto della revisione del PIL nominale operato dall’Istat e dei dati sul debito elaborati dalla Banca d’Italia, il rapporto debito/PIL a fine 2023 scende al 134,8% (133,6% a meno delle compensazioni relative ai bonus edilizi) rispetto al 137,3% precedentemente stimato. (LA STAMPA Finanza)