Il leader di Fi torna sui sacrifici chiesti dal ministro dell’Economia: “Nessuno nel governo vuole alzare le tasse. Agli alleati la nostra proposta su Ius scholae”. Descalzi su auto e biocarburanti: “In Europa stupide ideologie”
L’applauso più sentito e i “bravo” dagli spalti dell’Auditorium nella pancia del grattacielo di Regione Lombardia li prende quando schiera nuovamente Forza Italia contro la tassa sugli extraprofitti.
Antonio Tajani, leader del partito e vicepremier nonché ministro degli Esteri, lo scandisce: “Siamo contrari a qualsiasi tassa, anche sugli extraprofitti. Che poi – si chiede retorico – chi stabilisce cosa è extra e cosa no. E’ una cosa da cultura sovietica”.
Si riaccende così il tema di come trovare le risorse necessarie al governo per chiudere la complicata manovra del prossimo anno.
Anche se, alla fine del suo intervento nella giornata che Fi dedica all’economia, Tajani smorza i toni con il titolare delle Finanze, Giancarlo Giorgetti: “Le sue parole (riferimento a quando il ministro dell’Economia ha parlato di sacrifici per tutti, ndr) sono state male interpretate. Non vuole alzare le tasse – aggiunge Tajani – In questo governo nessuno, né Fdi né la Lega, lo vuole fare. Noi come Fi siamo fermi, ma Giogetti è stato strumentalizzato”.
Contro il concetto di “extra” si schiera anche la finanza presente in sala. A parlare per le assicurazioni è Carlo Cimbri, numero uno di Unipol, che si professa “fortemente contrario” all’idea che un profitto possa essere “extra” e ammonisce: “Una volta superato questo limite, vuol dire non avere più freni e tutto può diventare ‘extra’”. Antonio Patuelli, presidente Abi, snocciola i numeri: “Noi banche già dal 2016 siamo soggette a una addizionale Ires del 3,5% e ad un +0,5% sull’Irap.
Non credo possa esistere, nel diritto, un’addizionale al quadrato”.
E poi spiega, con le proiezioni del Psb del governo alla mano, che da qui al 2027 “le entrate dello Stato saliranno di 125 miliardi di euro a 1117 miliardi”.
Significa “che le risorse ci sono, il problema è che non devono salire altrettanto le spese”.
Che si chiami tassa o rimodulazione dei benefici fiscali (si ragiona ad esempio delle Dta o delle tax expenditure dannose per l’ambiente), comunque il tema delle risorse da trovare resta sul tavolo.
Il capogruppo Fi al Senato Maurizi Gasparri suona la carica contro Big tech (allo studio del governo c’è l’allargamento della web tax nazionale, l’imposta al 3% dei ricavi): “La loro imposizione è ridicola e noi vogliamo che chi prende tanti soldi e non paga nulla cominci a farlo”, cogliendo poi il plauso delle confederazioni di piccole imprese, artigiani e commercianti che dal web sono minacciati.
Per Tajani, tutte le risorse disponibili vanno tutte dedicate alla crescita.
Il leader azzurro annuncia che in giornata manderà agli alleati la proposta di legge sullo Ius Sccholae, diventato cavallo di battaglia dei diritti per il partito.
Tajani lo chiama “Ius Italiae” perché “diventi italiano perché ti sei formato da italiano”.