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CronacaTecnologia

WhatsApp e Messenger ti avviseranno se rischi una truffa: cosa prevedono le nuove funzioni anti-spam

Last updated: 27/10/2025 18:55
By Redazione 117 Views 6 Min Read
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Dopo aver chiuso 8 milioni di account fraudolenti, Meta ha introdotto nuove misure di sicurezza per Facebook Messenger e WhatsApp. Ecco a cosa servono e come funzionano

Meta ha deciso di rafforzare la sicurezza dei propri servizi di messaggistica con una serie di nuove funzioni che mirano a proteggere gli utenti dalle truffe online, sempre più sofisticate e difficili da riconoscere. Le novità coinvolgono in particolare le app di Facebook Messenger e WhatsApp, e si basano su un approccio che sfrutta il potenziale dell’intelligenza artificiale, avvisi in tempo reale e strumenti di autenticazione biometrica.

Nella fattispecie, su Messenger Meta sta testando un sistema che grazie all’AI individua automaticamente messaggi sospetti provenienti da contatti sconosciuti aiutando in modo proattivo l’utente a bloccare e segnalare i tentativi di truffa, mentre WhatsApp introduce avvisi di sicurezza che mettono in guardia contro comportamenti potenzialmente rischiosi come la condivisione dello schermo con estranei.

A queste misure si aggiunge anche l’uso delle “passkey”, ovvero chiavi di accesso digitali che sostituiscono le password tradizionali con l’autenticazione tramite impronta digitale o riconoscimento facciale.

Tutte queste misure di sicurezza puntano a ridurre l’esposizione degli utenti ai tentativi di frode e migliorare la consapevolezza digitale, senza compromettere la facilità d’uso delle piattaforme stesse.

Le nuove funzioni anti-scam di Facebook Messenger e WhatsApp

Messenger introduce un nuovo livello di difesa basato sull’intelligenza artificiale capace di riconoscere comportamenti anomali e schemi linguistici tipici delle truffe. Quando arriva un messaggio da un contatto sconosciuto, il sistema lo analizza e, se individua indizi di frode, mostra un avviso direttamente nello schermo della chat. Gli utenti possono quindi decidere se bloccare o segnalare il mittente. Questo sistema, attivo di default, può comunque essere disattivato dalle impostazioni di privacy e sicurezza del proprio account. Una caratteristica rilevante è la possibilità di inviare gli ultimi messaggi ricevuti per una revisione automatizzata: un modo per migliorare l’efficacia dell’algoritmo, che può così apprendere i nuovi schemi di truffa in circolazione.

Su WhatsApp, l’attenzione è rivolta soprattutto verso comportamenti rischiosi che vanno bloccati tempestivamente. Tanto per dire, se un utente acconsente alla condivisione dello schermo durante una videochiamata con un contatto non presente nella rubrica, l’app mostra un avviso che ricorda come i truffatori possano usare questa tecnica per carpire informazioni sensibili, come codici bancari o password temporanee. In parallelo, la piattaforma ha introdotto le “schede di contesto di sicurezza” per i gruppi: si tratta di piccoli pannelli informativi che mostrano dettagli come la data di creazione del gruppo, il numero di membri e altre informazioni utili. Questi strumenti aiutano a comprendere meglio chi ci sta invitando o contattando, riducendo la probabilità di cadere in tentativi di scam.

Meta ha anche introdotto anche le passkey – chiavi digitali che sostituiscono le password tradizionali – per rendere più sicuro l’accesso a Facebook, Instagram e WhatsApp. Queste consentono infatti di accedere tramite autenticazione biometrica, per esempio l’impronta digitale o il riconoscimento facciale, aumentando così di molto la protezione contro accessi non autorizzati.

Eliminati 8 milioni di profili fraudolenti su Meta nei primi mesi del 2025

L’introduzione di questi sistemi di protezione aggiuntiva da parte di Meta trova “giustificazione” nella sempre maggiore diffusione di tentativi di truffa. Basti pensare che, solo nei primi mesi del 2025, Meta ha chiuso quasi 8 milioni di profili Facebook e Instagram fraudolenti legati a reti di truffa attive nel Sud-Est asiatico e in Medio Oriente. Molti di questi account erano collegati a organizzazioni che sfruttavano app di incontri, criptovalute o falsi servizi di assistenza clienti per estorcere denaro o informazioni. A questi si aggiungono oltre 21.000 pagine e account che si spacciavano per centri di supporto ufficiali, una tattica comune con cui i criminali intercettano i reclami degli utenti e li indirizzano verso moduli o siti fraudolenti.

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