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Tar del Lazio fa a pezzi il decreto NCC di Salvini: tutto da rifare?

Last updated: 17/01/2025 14:10
By Redazione 161 Views 5 Min Read
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Il Tar del Lazio torna a picconare il decreto NCC di Salvini, demolendo quasi interamente la discussa riforma. Scopri le criticità e le reazioni

Contents
DECRETO NCC HA INDEBITAMENTE INTRODOTTO VINCOLI NON RAGIONEVOLIDECRETO NCC SALVINI: LE NORME CENSURATE DAL TARLE REAZIONI

Dopo l’intervento dello scorso dicembre che aveva aperto le prime crepe, il Tar del Lazio piccona nuovamente il decreto NCC di Salvini (n. 226/2024) demolendo quasi del tutto la discussa riforma. Nell’accogliere il ricorso dell’Associazione Imprenditori Mobilità Sostenibile, i giudici amministrativi hanno in pratica sospeso l’efficacia complessiva del provvedimento e in particolare le modalità di registrazione dei vettori dell’app. Fdse (Foglio di servizio elettronico), il collegamento obbligatorio tra i servizi di NCC e, come recita l’ordinanza, “ogni altra disposizione, anche contenuta negli allegati al decreto e nella circolare applicativa, che costituisca esecuzione o sviluppo di tali disposizioni“. Il 4 giugno 2025 ci sarà la trattazione nel merito.

DECRETO NCC HA INDEBITAMENTE INTRODOTTO VINCOLI NON RAGIONEVOLI

Se con la sentenza di dicembre 2024 il Tar del Lazio aveva già bocciato la pausa di 20 minuti tra un servizio NCC e l’altro, la nuova pronuncia ha fatto emergere ulteriori criticità: il decreto interministeriale 226/2024 avrebbe infatti “indebitamente introdotto” disposizioni tese a regolare le concrete modalità di organizzazione e svolgimento dell’attività di noleggio con conducente, non limitandosi a stabilire le specifiche inerenti all’obbligo di compilazione e tenuta del Foglio di servizio elettronico. Questi vincoli, stando ai giudici del Tar, “non appaiono ragionevoli e proporzionati”, in base al quadro normativo dei servizi di trasporto non di linea.

DECRETO NCC SALVINI: LE NORME CENSURATE DAL TAR

Tra gli aspetti del decreto NCC censurati dai giudici amministrativi sono emersi in particolare:

  • la norma che vieta agli operatori NCC di stipulare contratti di trasporto con committenti che esercitano, anche solo in via indiretta, attività di intermediazione tra la domanda e offerta di servizi di noleggio con conducente (p.es. agenzie di viaggio, alberghi, tour operator ma anche i gestori di piattaforme per la mobilità come Uber e altri). Il Tar l’ha definita una limitazione ingiustificata dell’autonomia negoziale degli NCC, che preclude agli stessi “di ricevere prenotazioni attraverso rilevanti canali di accesso alla utenza finale“, oltre a “comprimere la capacità concorrenziale degli operatori” con il rischio di “procurare un nocumento agli utenti finali laddove l’offerta degli altri servizi risultasse satura“;
  • la norma secondo cui la partenza per un servizio NCC debba coincidere con l’arrivo di quella precedente, connessa all’obbligo di pausa di 20 minuti tra i vari servizi. Per il Tar del Lazio si tratta di un’indebita reintroduzione dell’obbligo di rientrare in rimessa al termine di ogni servizio, già dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con sentenza 56/2020.

LE REAZIONI

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attraverso una nota, ha tentato di minimizzare la portata della sentenza del Tar, precisando che “la decisione non altera il processo di attuazione dei tre decreti attuativi sulla regolazione di taxi e NCC, in quanto il decreto interministeriale interessato dall’ordinanza è allo stato dei fatti ‘congelato’, nelle more del completo sviluppo delle funzionalità dell’applicazione digitale per la compilazione del foglio di servizio elettronico”.

Di ben altra portata le reazioni delle associazioni di categoria: per MuoverSì la bocciatura del Tar rappresenta  “l’ennesima conferma della necessità di una nuova legge sul trasporto pubblico non di linea, di cui Governo e Parlamento dovrebbero farsi carico. L’esatto contrario dei decreti Salvini, che stanno danneggiando turismo, imprese e cittadini”.

E se le critiche che giungono dall’opposizione ovviamente non fanno notizia in quanto prevedibili, decisamente più sorprendenti risultano le perplessità mosse da tre esponenti della maggioranza di Governo, quindi alleati di Salvini, come il vicesegretario nazionale di Forza Italia, Stefano Benigni, e i capigruppo forzisti nelle commissioni Trasporti di Camera e Senato, Andrea Caroppo e Roberto Rosso, che preannunciano un emendamento al decreto Milleproroghe per il rinvio dell’applicazione del decreto con l’obiettivo di “arrivare a una normativa che non limiti la libertà di impresa e non paralizzi una categoria fondamentale e strategica per il trasporto pubblico non di linea“.

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