“Egregio Direttore Generale,
con la presente intendo ringraziarLa per l’attenzione che ha dimostrato rispetto alle mie sollecitazioni, che richiamavano ad un dialogo costruttivo tra Istituzioni, al fine di tutelare gli interessi dei cittadini, soprattutto in ambito sanitario.
Dalla risposta che mi ha fatto pervenire, in cui ribadisce quanto già noto alla città e cioè che i consiglieri comunali “non devono avere ingerenze nella gestione dell’ASP e della sanità”, mi dispiace che Lei si sia, però, limitato a richiamare una cruda valutazione normativa, senza estendere il suo sguardo rispetto alle difficoltà che quotidianamente i cittadini incontrano nell’utilizzare i servizi sanitari del nostro territorio, di cui noi consiglieri comunali siamo prima interfaccia e, talvolta, parafulmine.
Ad oggi il pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Elia continua ad avere diverse criticità rispetto alla domanda che deve soddisfare, così come le lunghe liste di attesa per le attività diagnostiche, anche quelle per patologie gravi, rimangono immodificate, solo per fare qualche esempio.
Appare altresì preoccupante la tensione che spesso si crea nei rapporti tra sanitari e pazienti, secondaria ai disagi e allo stress vissuti da entrambe le parti.
Per tale ragione mi permetto di replicare alla Sua analisi normativa e mi permetto di evidenziare che mai mi sarei permesso di sostenere una Sua personale interlocuzione con singoli consiglieri, ma la richiamavo al rispetto del Civico Consesso, in quanto rappresentativo di tutta la cittadinanza.
Pertanto, mi consenta di evidenziarLe che il Consiglio Comunale ha un ruolo definito nella valutazione dei servizi sanitari territoriali, principalmente legato alla sua legittima funzione di indirizzo e controllo, all’interno di un quadro normativo che assegna alle amministrazioni locali responsabilità nella pianificazione e nel monitoraggio dei servizi sanitari a livello locale, distinguendo certamente il ruolo del Sindaco (progettazione) da quello del Consiglio (controllo).
Come ben sa, in Italia, il sistema sanitario è organizzato secondo il modello delle “Regioni”, ma i Comuni hanno un ruolo significativo nel garantire l’accesso ai servizi sanitari e nel partecipare alla valutazione della qualità di questi servizi sul proprio territorio.
Vorrei evidenziare alcuni aspetti fondamentali:
1. Funzione di indirizzo e controllo: Il Consiglio Comunale può esprimere pareri e indirizzi sull’organizzazione dei servizi sanitari territoriali, sulla base delle necessità della popolazione locale.
2. Partecipazione alla programmazione sanitaria: In alcune regioni, il Consiglio Comunale può contribuire alla definizione dei bisogni sanitari della comunità e alla programmazione territoriale in collaborazione con le ASP e altre autorità regionali competenti.
3. Controllo dell’efficacia e dell’efficienza: Il Consiglio può monitorare e valutare la qualità dei servizi sanitari offerti, intervenendo nel caso in cui vi siano problematiche relative a tempi di attesa, accesso ai servizi o qualità dell’assistenza.
Le segnalo anche alcune Fonti normative rilevanti:
– Legge 833/1978 (Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale): stabilisce la creazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e assegna alle Regioni e agli Enti locali la responsabilità di gestire e pianificare i servizi sanitari, compreso il monitoraggio delle strutture sanitarie.
– Legge 502/1992 e Legge 517/1993: disciplinano l’organizzazione e il funzionamento del SSN, introducendo la partecipazione delle amministrazioni locali nelle attività di programmazione e gestione delle risorse sanitarie.
– Statuto della Regione Siciliana (Legge costituzionale 15 maggio 1946, n. 2) – Articolo 14: Lo Statuto della Regione Siciliana, in particolare l’articolo 14, stabilisce i principi fondamentali dell’autonomia della Regione, inclusa la gestione dei servizi sanitari. Il Consiglio Comunale, come rappresentante della comunità locale, ha la facoltà di influenzare la pianificazione e la gestione delle politiche sanitarie a livello regionale.
– Legge Regionale 5 maggio 2009, n. 5 (Riforma del Servizio Sanitario Regionale): La Legge Regionale n. 5 del 2009, che ha riformato il sistema sanitario regionale, stabilisce che la programmazione sanitaria deve essere realizzata a livello regionale, ma coinvolge anche i Comuni attraverso i distretti sanitari. I Consigli Comunali partecipano, dunque, al processo di programmazione e alla definizione dei bisogni sanitari locali.
– Legge Regionale 24 luglio 2003, n. 10 (Norme in materia di organizzazione dei servizi sanitari): Questa legge regola l’organizzazione dei servizi sanitari sul territorio siciliano e stabilisce che le Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) debbano collaborare con i Comuni per garantire che le politiche sanitarie locali siano efficaci e rispondano alle esigenze della popolazione.
– D.Lgs. 502/1992 e successive modifiche (riforma del SSN): Sebbene sia una normativa nazionale, il Decreto Legislativo 502/1992, che ha riformato il Servizio Sanitario Nazionale, stabilisce anche che le Regioni (incluse quelle a statuto speciale come la Sicilia) abbiano la responsabilità di programmare e valutare i servizi sanitari, tenendo conto anche delle necessità degli enti locali. Le amministrazioni locali (comunali e provinciali) sono quindi coinvolte nella gestione e valutazione dei servizi.
– Normativa sui “Piani di Zona”: A livello locale, i Piani di Zona per la salute rappresentano uno strumento di pianificazione territoriale a cui i Comuni partecipano attivamente. Questi piani prevedono interventi per migliorare l’accesso ai servizi sanitari, la prevenzione delle malattie e la cura della salute dei cittadini.
In sintesi, il Consiglio Comunale ha il compito di indirizzare e monitorare la gestione dei servizi sanitari locali, assicurandosi che questi rispondano alle necessità della comunità e che vengano mantenuti standard di qualità adeguati.
La Sua interlocuzione con l’Organo rappresentativo di una comunità, aldilà della norma, assume una valenza di responsabilità del suo ruolo che dovrebbe avere interesse a rapportarsi con i rappresentanti dei cittadini.
Prendo atto della Sua mancata volontà a contribuire alla costruzione di un sereno dialogo, ma Le premetto che il gruppo consiliare di cui faccio parte “Caltanissetta Futura e Democratica”, non che il movimento politico di riferimento “Futura-costruiamo la Città” continuerà a raccogliere le difficoltà dei cittadini e la richiamerà con tutti gli strumenti a nostra disposizione, alle Sue responsabilità.
In attesa di un Suo cortese riscontro, Le porgo distinti saluti,
Prof Armando Turturici, Consigliere Comunale”