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Caltanissetta 401 > News > Cronaca > Greenpeace: operazioni illecite della flotta fantasma russa al largo della Sicilia
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Greenpeace: operazioni illecite della flotta fantasma russa al largo della Sicilia

Last updated: 04/03/2025 6:25
By Redazione 118 Views 4 Min Read
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Greenpeace svela “operazioni illecite della flotta fantasma russa al largo della Sicilia”. L’inchiesta dell’associazione denuncia come gli “illeciti, oltre a finanziare la macchina da guerra di Putin, costituiscano un grave rischio per l’ambiente”. Secondo Greenpeace “da metà 2024 la cosiddetta ‘flotta fantasma’ russa, costituita dalle navi usate da Mosca per aggirare l’embargo europeo sul petrolio imposto dopo l’invasione dell’Ucraina, opera al largo della Sicilia, a poche centinaia di metri dalle acque territoriali italiane”.

L’unità investigativa di Greenpeace Italia ha monitorato “le attività di 52 petroliere al largo del golfo di Augusta da gennaio a novembre 2024, individuando 33 trasferimenti di petrolio da una nave all’altra in mare aperto. Circa 1,26 milioni di tonnellate di petrolio e combustibili (pari al 24% dei volumi scambiati) sono state trasferite tra coppie di imbarcazioni di cui una riconducibile alla flotta fantasma russa. Quasi 1,9 milioni di tonnellate di petrolio (il 36% del totale) sono state scambiate da navi vecchie e non adeguatamente assicurate, che aumentano i rischi ambientali ed economici di eventuali sversamenti di petrolio in mare”.

L’organizzazione ambientalista ha documentato che, “in violazione delle sanzioni europee, l’Italia” avrebbe “permesso a navi sanzionate o sanzionabili di attraccare nei nostri porti, mentre alcune società italiane hanno prestato servizi di assistenza tecnica a navi parte della flotta fantasma russa”. L’inchiesta di Greenpeace “ricostruisce anche i legami tra la flotta fantasma e alcune petroliere che navigano impunite nel Mediterraneo, talvolta con i sistemi di tracciamento spenti e che, finora, sono riuscite a sottrarsi alle sanzioni europee. Alcune di queste sono coinvolte in trasferimenti riconducibili al contrabbando di prodotti petroliferi raffinati di origine russa in Libia. Nella flotta fantasma russa”, Greenpeace Italia “ha scoperto la presenza di navi che fino a poco tempo fa” sarebbero state “italiane”.

“Da tre anni i pacifisti sono accusati di fare il gioco di Putin – afferma Sofia Basso, research campaigner Pace e disarmo di Greenpeace Italia – la nostra inchiesta rivela che a fare gli interessi di Mosca sono, in realtà, le società private che continuano a fornire servizi alle navi della flotta fantasma russa senza le dovute verifiche, così come le autorità italiane che non vigilano a sufficienza sulla corretta applicazione delle sanzioni. Complice è anche l’Unione Europea, che ha costruito un sistema di sanzioni lacunoso e facilmente violabile pur di non rinunciare del tutto alle fonti fossili russe.

Il risultato è che alcune navi della flotta fantasma sono riuscite ad aggirare l’embargo sul petrolio russo sotto il naso dell’Italia, contribuendo a finanziare la guerra in Ucraina”. Greenpeace Italia chiede “al governo Meloni e all’Unione europea di identificare le petroliere della flotta fantasma russa e di includerle nei pacchetti di sanzioni per garantire che non possano partecipare al commercio del petrolio”. L’associazione ambientalista chiede “alla Ue più coraggio nella transizione ecologica, la messa al bando di tutte le fonti fossili russe, compreso il Gnl e il gas trasportato via gasdotto, il veto a ogni nuova infrastruttura per lo sfruttamento di fonti fossili all’interno dell’Unione europea, la rapida riduzione dei consumi di gas e petrolio e l’eliminazione del gas entro il 2035”. (LaPresse)

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