Il governatore ha rinviato agli uffici la bozza della relazione ispettiva. Scoperti oltre cento casi di tumore su 3.300 istologici analizzati
La relazione sull’Asp di Trapani ha fatto la spola tra piazza Ottavio Ziino e Palazzo d’Orleans.
Più volte. «La commissione ispettiva è ancora al lavoro», assicurava ancora ieri sera l’assessora alla Salute Daniela Faraoni.
Ma chi ha potuto vedere una delle bozze, parla di un documento “molto severo” nei confronti del manager Ferdinando Croce.
Così, ogni giorno che passa, l’impressione è che, per il manager, sia scattato il conto alla rovescia per
l’addio al vertice dell’azienda.
Una separazione che potrebbe anche avvenire in modo graduale, con un’iniziale sospensione di 60 giorni, giusto il tempo di portare avanti le controdeduzioni, di fronte a un documento su cui ancora non è scritta la parola fine, ma che somiglierà a un atto d’accusa su diversi aspetti: dai tempi di reazione all’emergenza fino alle azioni messe in atto per smaltire gli arretrati.
Il presidente della Regione Renato Schifani è convinto di abbattere il muro che Fratelli d’Italia ha alzato attorno al giovane manager. Ma per farlo servono elementi e numeri incontrovertibili. Su quelli si continua a lavorare, appunto. Anche se, nel frattempo, l’attenzione si è spostata anche in direzione dell’assessorato, avvisato da Croce già a luglio, delle difficoltà all’Asp di Trapani, con quel numero (3000 referti) che appariva già allora, nella pec inviata all’allora assessora Giovanna Volo e al dirigente generale Salvatore Iacolino.
Adesso, però, si è aggiunta la variabile degli ispettori ministeriali, inviati dal governo nazionale a fare luce sui fatti di Trapani.
Il governo Schifani vuole chiarire la vicenda prima del loro arrivo.
Intanto, all’Asp qualcosa si muove.
Croce, nel tentativo di mostrare la volontà di superare il problema, ha approvato un “piano operativo finalizzato a migliorare tempestivamente la capacità di refertazione”.
Prevede una procedura di mobilità a tempo indeterminato per l’unico anatomopatologo che abbia risposto a un avviso pubblicato il 31 gennaio scorso.
Poi si andrà avanti con tre assunzioni di dirigenti medici e con quella del nuovo primario di
Anatomia patologia all’ospedale di Trapani. Contemporaneamente, si confermeranno le convenzioni per esaminare i referti, con Asp e Garibaldi di Catania, oltre che col Policlinico di Palermo.
Previsto un potenziamento delle tecnologie e anche un contratto da 140 mila euro con una nuova società privata, la Synlab, per la refertazione dei campioni.
Ma l’impressione è che non basterà.
E adesso, di fronte a storie e numeri drammatici, con almeno 100 esiti positivi tra i 3.300 campioni
analizzati, in tanti iniziano a chiedere un segnale dalla politica.
Il coordinatore regionale del M5S, Nuccio Di Paola ha puntato il dito anche contro il doppio incarico di Croce, assessore a Giardini Naxos, e ha annunciato un disegno di legge che vieterà casi come questo: «Continuerò a chiedere le dimissioni di Croce per lo scandalo dell’Asp di Trapani. Se non arriveranno, le responsabilità politiche di questa triste e brutta storia saranno in capo al presidente Schifani. Non è possibile che, mentre i siciliani lottano per la salute, questa vicenda finisca senza che nessuno paghi».
Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, ha parlato di «un muro di gomma, rappresentato dai vertici politici e amministrativi regionali».
Barbagallo fa riferimento all’allarme via pec inviato a luglio da Croce all’assessorato: «Nessuno — aggiunge — neanche il presidente della Regione può dire che non sapeva.
Nel frattempo al posto della Volo c’è una nuova assessora. E ci sono voluti otto mesi per prendere atto di un problema.
Ma il pesce puzza dalla testa». Il capogruppo del Pd all’Ars, Michele Catanzaro, ha invece depositato
un’interrogazione con la quale chiede, tra le altre cose, come mai «si è registrata una totale inerzia
da parte dell’amministrazione regionale prima che i fatti richiamati diventassero oggetto di notizie di cronaca».
Da laRepubblicaPalermo
