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Caltaqua: fatti e nomi degli iscritti nel registro degli indagati

Last updated: 20/03/2025 9:56
By Redazione 2.8k Views 5 Min Read
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Dopo anni e anni di lamentele, la procura di Caltanissetta ha dato seguito anche ai tanti esposti presentati negli anni e in particolar modo durante la grave crisi idrica del 2024.

Ieri dopo il blitz della Guardia di Finanza nelle sedi di Caltaqua sia a Caltanissetta che a Madrid e nella sede dell’Ati Idrico nisseno, ha iscritto dieci persone nel registro degli indagati.

Per Caltaqua il legale rappresentante Antonio Gavira Sanchez e il direttore generale Andrea Gallè, oltre ad Antonino Butera (responsabile depurazione), Massimo Chiarelli (ufficio tecnico) e Alessandro Orlando (responsabile amministrativo).

Per l’Ati, invece, indagati il presidente Massimiliano Conti (sindaco di Niscemi), il direttore generale Antonino Collura, il responsabile tecnico Mario Denaro e il responsabile amministrativo Sergio Scarciotta.

Indagato a piede libero anche il presidente della società spagnola Aqualia, Alejandro Aboumrad Gonzales.

Ma al cosa più grave che emerge dalle prime notizie è che dai rubinetti possa essere sgorgata acqua inquinata.

Un’indagine emersa già diversi anni fa. I reati ipotizzati, a vario titolo, ai dieci indagati (la cui iscrizione in questa fase dell’inchiesta sono inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture.

La connessione sospetta è quella che lega la rete fognaria alla gestione dei depuratori e questa storia riporta al 2013 a un’inchiesta che aveva investito i vertici della società Caltaqua e anche i dirigenti della Regione Siciliana.

Quel fascicolo, dopo rimpalli di competenza territoriale tra tribunale di Palermo e Caltanissetta, è
terminato per alcuni con delle condanne concordate con il gip nisseno nel 2019.

La sentenza non è stata dimenticata del tutto e oggi è tra le certe di nuova inchiesta utile per dimostrare come la malagestio nonostante un procedimento penale è continuata.

Un sistema “mangia soldi” sarebbe per la Procura di Caltanissetta guidata da Salvatore De Luca al quale agli inizi del 2023 arriva la relazione dell’Arpa di Caltanissetta che certifica l’inquinamento ambientale causato da diversi impianti di depurazione.

Dopo cinque anni dall’indagine precedente ci risiamo.

Questa volta nell’indagine affidata ai militari della Guardia di finanza di Caltanissetta, guidata dal colonnello Stefano Gesuelli, sono finiti anche i tecnici di Caltaqua e i dirigenti dell’Ati idrico.

Una mega indagine che sembra essere solo all’inizio.

Le accuse mosse agli indagati sono di frode nelle pubbliche forniture e inquinamento ambientale.

L’annotazione dell’Arpa del 27 gennaio 2023 attesta che tra i mesi di settembre e ottobre
2022 a seguito ad alcuni controlli, con accessi e campionamenti, nei depuratori della provincia
nissena si riscontravano nella quasi totalità dei casi, livelli di agenti inquinanti (tra cui azoto ammoniacale ed escheria coli) da portare a pensare che i reflui urbani finivano nella rete con minimi effetti di depurazione. Con tutte le conseguenze del caso.

Sulla frode delle forniture pubbliche i pm parlano addirittura, e il tutto è in fase di accertamento, di “malafede contrattuale” di Caltaqua nell’adempimento di quanto previsto dal contratto di affidamento idrico integrato della provincia di Caltanissetta che è stato sottoscritto nel
2006 e della successiva Convenzione di Gestione che regola i rapporti tra l’Ati e il gestore idrico.

Atti che poi sono stati modificati nel 2017 con il nuovo contratto sottoscritto per consentire gli adeguamenti alle direttive dell’Autorità garante dell’energia elettrica gas e acqua.

A Caltanissetta la crisi fu pesantissima e la scorsa estate l’acqua, i più fortunati la intravedevano ogni settimana, e alcune zone non l’hanno ricevuta per ben 186 giorni, ciò esasperò i cittadini e molti presentarono esposti e denunce sin da luglio, organizzando contemporaneamente sit in, manifestazioni, raccolte firme e partecipando anche al consiglio comunale aperto, subendo l’indifferenza di tanti con annessi sfottò e mancanza di adesione. Come anche molto spesso arrivava torbida o inquinata, furono diverse le ordinanze che ne vietarono l’uso alimentare.

Vedremo adesso da questa indagine cosa verrà fuori.


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