L’analisi. Gli effetti boomerang dell’ultima norma e i “buchi” nella gestione a livello regionale
Da La Sicilia di Laura Distefano e Laura Mendola
LONGI (ECOMAFIE). Più controlli nei canili sulla corrispondenza anagrafica. Ma anche verifiche sui bilanci
BONFANTI (WWF). Dopo la legge del 2022 un vuoto burocratico sulle procedure Si va in ordine sparso
«Del fenomeno randagismo se ne occuperà anche la commissione nazionale Ecomafie, prima dobbiamo chiudere la relazione sulle corse clandestine e i combattimenti dei cani», lo dice Eliana Longi, deputata nazionale di Fratelli d’Italia e componente della stessa commissione.
Per settimane, a Roma, i parlamentari hanno discusso del fenomeno del randagismo in Sicilia e in altre regioni del Sud Italia.
Molti componenti «stentano a comprendere quanto accade nelle nostre terre. E per fortuna che il Nord è una valvola di sfogo per i randagi siciliani.
Dalle regioni settentrionali, infatti, giungono continue richieste di adozioni ». Uno Stivale spaccato: da una parte ci sono famiglie che accolgono gli amici a quattro zampe, nel Meridione invece c’è la tendenza a farli entrare in case e e subito dopo abbandonarli per strada. I motivi? Svariati. In mezzo all’inciviltà poi mancano i controlli: dai microchip non istallati (volontariamente da
parte dei proprietari) alle accoppiate non registrate che fanno proliferare nuovi amici a quattro zampe nei territori.
Dietro al randagismo, si cela anche «il loro traffico, quello dei cuccioli di razza è un fenomeno criminale internazionale».
La deputata ennese lancia sospetti sulla gestione complessiva del randagismo e si pone delle domande, molte delle quali restano senza risposta. Una di queste è relativa alla singolare longevità
dei cani. «Quanti di questi riescono a vivere fino a 10-15 anni, quando per alcune razze la vita naturale è di 8-9 anni?». E prosegue: «Quante amministrazioni e aziende sanitarie in questi anni hanno effettuato controlli nei canili per verificare l’anagrafe interna e accertare gli esemplari attribuiti ai comuni. Chi ha verificato la vita che conducono questi cani? Un cane che entra in un canile diventa di proprietà del sindaco».
Nel capitolo controllo c’è quello relativo alle adozioni «con associazioni che svolgono un servizio lodevole per l’intero territorio regionale – afferma ma ci sono anche quelle che su questo fenomeno lucrano». Bisogna vigilare a 360 gradi. Anche perché i conti non tornano. E si parla di soldi pubblici. «Per limitare il fenomeno servono le sterilizzazioni – dice la deputata di Fratelli d’Italia – ma servono anche verifiche nelle strutture
in cui questi cani sono accolti con la verifica costante dei bilanci per accertare se effettivamente tutto
quello che c’è da fare viene garantito. E c’è anche da accertare su chi sono i proprietari reali delle strutture perché la gestione dei canili sta diventando un business in mano a pochi. E questo la nostra isola non se lo può più permettere. Dobbiamo fare in modo che il fenomeno del randagismo venga frenato dal buonsenso dei siciliani».
Da quando sarà aperto un “fascicolo” alla commissione nazionale Ecomafie, la Regione dovrà presentare tutte le iniziative fin qui adottate per gestire il fenomeno del randagismo.
Le regole sono chiare. E non sono esclusi delle trasferte nell’isola da parte dei parlamentari che potrebbero effettuare dei sopralluoghi in alcuni canili sparsi nel territorio siciliano.
In tutto questo caos gestionale del randagismo ci sarebbe da mettere a sistema anche una legge più incisiva.
Sulla normativa, in particolare quella regionale, è molto critico Ennio Bonfanti del Wwf Sicilia, il quale nei mesi scorsi ha alzato la voce contro la “leggina” che avrebbe stravolto il sistema di controllo attualmente vigente nell’isola anche se «sull’ultima legge del 2022 – ricorda la guardia zoofila – mancano le linee guida e i decreti attuativi». Ma riavvolgiamo il nastro. È dell’estate del 2022, l’ultima norma sul randagismo in Sicilia «le elezioni erano vicine ricorda Bonfanti – ed è stata realizzata una legge in cui un articolo smentisce l’altro. È stato un parto contro il tempo, in cui c’è tutto e niente. Ma devo dire che i deputati hanno lavorato per cambiare la vecchia norma del 2000».
Dopo la legge regionale, gli adempimenti che si sarebbero dovuti fare non ci sono, così «le amministrazioni procedono alle multe per i cani non microchippati dice Bonfanti – facendo leva su
una legge nazionale, perché in Sicilia non ci sono indicazioni specifiche ». Un paracadute legislativo che di fatto rallenta le decisioni burocratiche da portare avanti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le leggine (durante la seduta è stata fatta una marcia indietro da parte dei proponenti) che di fatto avrebbero peggiorato una norma partorita appena due anni fa. «C’erano delle norme incostituzionali dice Bonfanti – ed eravamo pronti ad impugnare tutto». Non erano più previste le sterilizzazioni per le colonie feline, in più tra i tanti
rivoli della legge stoppata sul nascere, la mancata gestione dei rifugi pubblici alle associazioni animaliste, mentre si sarebbero agevolati i privati, cioè coloro i quali hanno la Partita Iva. «La legge del 2022 non è un capolavoro – dice – è frutto di un collage di articoli non concordati
l’uno con l’altro. Su questa norma i deputati devono lavorare e creare le linee guida uniformi per disciplinare tutto il settore perché sindaci e Aziende sanitarie vanno in ordine sparso. Così non si fa il bene della collettività».
La stagione delle vacanze si avvicina e con essa gli abbandoni di cani.
Alcuni sindaci hanno cercato di risolvere il problema nell’apparenza ma non nella sostanza. Ai cittadini che si lamentano di vedere sotto casa branchi di cani randagi (che essendo in cattività possono diventare aggressivi e quindi attaccare) sotto casa hanno risposto con lo spostamento
nelle strutture, molte lontani dai centri urbani.
Come dice il detto? Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Ma non può funzionare così. Perché la pezza può diventare peggio del buco.”
A Caltanissetta il buco si crea nel bilancio, essendo orami prossimi al milione di euro l’anno anche se sono anni che si cercano soluzioni che al momento non hanno prodotto nulla, se non la “serie televisiva”.
