Antonio Canepa, partigiano, cospiratore antifascista, indipendentista, fu soprannominato dal Quotidiano l’Ora di Palermo il Che Guevara della Sicilia, per la sua capacità di guidare i giovani alla libertà.
Fu uomo di cultura: era professore universitario, antifascista, fu anche guerrigliero, fondatore e comandante dell’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia ).
Pagò con la vita il suo frenetico impegno per l’indipendenza della Sicilia dai governi fascisti e dai governi italiani del dopoguerra.
Nel 1937 pubblicò tre volumi dal titolo ” Sistemi di dottrina del fascismo”. Benché quest’opera venisse lodata dal regime e nonostante il titolo , essa mascherava una propaganda di idee democratiche antifasciste e addirittura marxiste .
Cofondò a Catania (dove insegnava ) i nuclei ” Sicilia e Libertà ” di cui era presidente Andrea Finocchiaro Aprile.
Scrisse , con lo pseudonimo di Mario Turri , un opuscolo che ebbe larga diffusione nella Sicilia orientale e a Palermo , dal titolo “la Sicilia ai siciliani ” affermando: “per noi siciliani è questione di vita o di morte . Separarci o morire “
Per le sue idee, per l’attivismo rivoluzionario e militare, per la sua vita impegnata all’indipendentismo della Sicilia, morì giovanissimo all’età di 37 anni nel corso di un misterioso conflitto a fuoco con i carabinieri a Randazzo.
La storia di Antonio Canepa e dell’indipendentismo siciliano, merita di essere insegnata nelle scuole, ma è una storia che gli italiani non vogliono conoscere
Salvatore Giunta, Direzione Nazionale di Mezzogiorno Federato