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Aldo Moro, 47 anni fa il rapimento e l’assassinio dei cinque agenti di scorta: la cerimonia in via Fani a Roma

Last updated: 16/03/2025 17:04
By Redazione 101 Views 6 Min Read
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Nel giorno dell’anniversario, il legale dei familiari delle vittime chiede alla Procura verifiche su un’intercettazione in cui l’ex brigatista Lauro Azzolini parlerebbe di altre persone presenti quel giorno

Contents
«Verifiche su Azzolini»Il ricordo della politica

Ricorre oggi il 47esimo anniversario del sequestro di Aldo Moro, il 16 marzo 1978, quando l’automobile su cui viaggiava il presidente della Democrazia cristiana fu braccata in via Fani a Roma da un commando armato delle Brigate Rosse che uccise i cinque uomini della scorta e rapì Moro.

Il sequestro durò 55 giorni. Il 9 maggio successivo al rapimento il corpo di Moro fu fatto ritrovare all’interno del bagagliaio di un’auto parcheggiata in via Caetani, sempre a Roma.

E nel giorno del ricordo, Valer Biscotti, legale dei familiari dei caduti nella strage di via Fani, ha annunciato che presenterà istanza alla Procura di Roma affinché venga ascoltato l’ex brigatista Lauro Azzolini.

«Verifiche su Azzolini»

«Chiedo ai magistrati della Procura di Roma – precisa il legale – di effettuare verifiche su una intercettazione del marzo del 2023 e citata in un rapporto del Ros in cui l’ex brigatista Lauro Azzolini fa riferimento ad “altro soggetto” presente a via Fani quel giorno e mai indagato per quei fatti».

«Mi chiedo che fine abbia fatto l’inchiesta della giornalista Simona Zecchi con la quale ha segnalato una intercettazione tra Azzolini e un’altra persona – afferma il penalista – dove dice chiaramente che in via Fani c’era anche un altro soggetto mai indagato. I pm di piazzale Clodio in primo luogo verifichino se sia davvero Azzolini il soggetto intercettato. Dopodiché visto l’ex brigatista, che a distanza di 50 anni si dichiara “sofferente” per le sue azioni del passato, mi domando se non sia il caso che gli inquirenti lo convochino per ascoltarlo al fine di aprire una nuova indagine sulla possibile presenza di altri killer in via Fani, mai individuati», conclude Biscotti.

Il ricordo della politica

Com’è tradizione, in via Fani si è tenuta la cerimonia di commemorazione. Il capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha deposto una corona d’alloro: «Il 16 marzo 1978 i terroristi delle Br, per rapire Aldo Moro, uccisero i 5 uomini di scorta, 3 poliziotti e 2 carabinieri. “Esserci sempre”», recita il post sulla pagina X della Polizia.

E i politici hanno ricordato lo statista Dc e le altre vittime.

«Con immutabile commozione e profondo rispetto, ricordiamo uno dei giorni più drammatici della storia della nostra Repubblica: il rapimento di Aldo Moro, avvenuto il 16 marzo 1978 in via Fani, in cui persero tragicamente la vita cinque eroi silenziosi: gli uomini della sua scorta Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi». Lo ha scritto su X il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. «Quel giorno l’odio e la violenza brigatista tolsero la vita ai 5 agenti della scorta, colpevoli soltanto di svolgere il loro lavoro – dice il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani – Ricordiamo loro e tutti coloro caduti in servizio a difesa dello Stato. Rendiamo onore alla loro memoria».

Da Instagram, il presidente della Camera Lorenzo Fontana: «Il ricordo del rapimento di Aldo Moro e dell’omicidio di cinque agenti della sua scorta è una ferita ancora aperta nella storia del nostro Paese. Coltivare la memoria di quel tragico giorno significa rendere omaggio alle loro vite, al loro coraggio e al loro impegno e riaffermare i valori della democrazia». «Rinnovare oggi il ricordo di quell’attentato – ha detto il presiedente del Senato Ignazio La Russa – significa onorare la memoria di uomini coraggiosi ma anche riaffermare il valore della libertà che sconfisse terrorismo e paura».

«In pochi minuti, quella mattina del 16 marzo 1978, cambiò il corso della storia politica del Paese – ha commentato il governatore del Lazio, Francesco Rocca – Un giorno crudele e drammatico, come anche gli altri 55 che videro il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, ostaggio e poi vittima delle Brigate Rosse. Ricordarne il rapimento e l’assassinio degli uomini della scorta, è un prezioso esercizio di memoria affinché anni duri e pesanti come il piombo non tornino mai più». E il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha aggiunto: «Roma non dimentica il presidente Moro e i cinque componenti della scorta uccisi barbaramente».

«L’impegno costante contro ogni forma di terrorismo e violenza politica dovrebbe unire tutti, senza alcuna distinzione. Ne va della nostra libertà e democrazia», ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini. Uniti nel ricordo e nella richiesta di verità, chiede la segretaria Pd Elly Schlein: «Ai familiari delle vittime del terrorismo va ancora una volta il nostro pensiero, la vicinanza e l’impegno costante perché emerga la piena verità sulle pagine più buie della storia repubblicana».

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