“Prima delle attività di occupazione delle aree e di liquidazione degli espropri e prima dell’avvio dei cantieri, saranno aggiornati i protocolli di legalità”.
Era il 6 aprile 2024 quando, rispondendo all’Ansa , l’Ad della “Stretto di Messina Spa” Pietro Ciucci rassicurava sul rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nella costruzione del Ponte.
Con quella dichiarazione, Ciucci volle rispondere alla notizia pubblicata, e mai smentita, dal Fatto che raccontò come tra i terreni da espropriare ci sono anche quelli dei familiari della cosca Mancuso proprietari, a Limbadi e Nicotera in provincia di Vibo Valentia, di una cava che diventerà, stando al progetto, una discarica “monstre” dove verrà riversato materiale per oltre un milione e mezzo di metri cubi.
Questi “protocolli di legalità”, aveva detto Ciucci, sono “in corso di finalizzazione con le competenti Prefetture” per “verificare preventivamente eventuali ingerenze mafiose nei passaggi di proprietà
delle aree”.
Ad ascoltare le sue parole sembrava questione di giorni. Sensazione confermata, poche ore dopo, anche da fonti informali del Viminale secondo cui i protocolli sui controlli antimafia di cui ha parlato Ciucci “saranno approvati al Cipess di Palazzo Chigi soltanto a giugno 2024”.
Sono passati 11 mesi e quei protocolli sono rimasti “in corso di finalizzazione”. Detto brutalmente,
non sono stati mai aggiornati.
E questo nonostante, secondo le stesse fonti del ministero dell’Interno, l’intenzione fosse quella di avviare un monitoraggio sui passaggi di proprietà dei terreni e di stilare dei “protocolli di legalità” con le prefetture dei territori coinvolti per intensificare i controlli già previsti dal codice delle leggi antimafia.
Di tutto questo, al momento, non è stato fatto nulla.
Contattata la “Stretto di Messina Spa”, infatti, la società mette le mani avanti: “Quello è un aggiornamento di protocolli stipulati nel 2009-2010. Fummo dei precursori perché avevamo studiato dei protocolli veramente avanzati. Dobbiamo ancora arrivare al Cipess e per questo l’aggiornamento non è stato fatto”.
“Non è cambiato nulla –spiegano dall’azienda di Ciucci –perché le tempistiche sono legate all’iter
di avanzamento del ponte che ha dovuto affrontare passaggi importanti, da ultimo il dossier Iropi. Fare i protocolli di legalità è per legge, quindi verranno fatti, ma nel tempo giusto. Abbiamo già avuto rapporti con i prefetti e con le autorità di polizia. I protocolli li abbiamo preparati ma li dobbiamo formalizzare. Basta una firma, però si farà nel momento giusto”.
Qual è il momento giusto? “Quando ci sarà l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess”. In sostanza, secondo la società Stretto di Messina Spa, i rallentamenti sul progetto generale del Ponte avrebbero frenato anche le procedure per prevenire l’infiltrazione mafiosa nei lavori di realizzazione dell ’opera. Sulla quale, però, diverse Procure stanno già indagando.
È questa la notizia che trapela dalle dichiarazioni del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Annunciando di aver revocato le deleghe di coordinamento investigativo al suo vice Michele Prestipino, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, Melillo ha affermato che la Dna e “le Procure distrettuali che conducono le indagini relative a ogni tentativo di condizionamento mafioso delle attività d’impresa collegate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto continueranno ad assicurare il loro comune impegno e la loro immutata dedizione per la completezza e la tempestività delle investigazioni e l’effettività del loro coordinamento”.
In attesa dei protocolli tra governo e Stretto di Messina Spa, la magistratura si è portata avanti.
Da ilFattoQuotidiano
