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Il Pettirosso, la solitudine del traditore tradito, il rifiuto delle pappardelle al ragù in salsa nissena e l’amaro piatto di cavolfiore

Last updated: 06/05/2025 8:20
By Sergio Cirlinci 497 Views 6 Min Read
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Sono trascorsi 8 giorni dalle elezioni del presidente del Libero consorzio, che avrebbe dovuto dare il via al rimpastino in giunta, ma al momento tutto tace

Oggi, in attesa della presentazione, il Pettirosso ci racconta la trama del copione di un film, ancora in parte da girare, che per alcuni sarà di fantascienza, per altri drammatico, per altri ancora comico, ma comunque lo si vorrà classificare, il corpo centrale sarà questo e per il completamento e la proiezione si aspetta solo il finale, ancora da scrivere, non escludendo colpi di scena.

Il copione parla di un politico tornato alla ribalta grazie a delle promesse di gloria e successo e che adesso, avendo voltato le spalle ai suoi alleati, rischia di ritrovarsi beffato da coloro che gli avevano promesso i “30 denari” in cambio del suo “tradimento”.

Un vero e proprio dramma in salsa politica, degno delle migliori tragedie greche, se non fosse per la sua “squallida” realtà con un finale ancora tutto da scrivere o riscrivere.

Nel labirinto tortuoso della politica, dove le alleanze si stringono e si sciolgono con la rapidità di un battito di ciglia, la figura del “traditore” emerge spesso come protagonista, che spesso ne rimane vittima, di oscure manovre.

Spinto dall’ambizione sfrenata o da promesse allettanti, costui rinnega i legami del recente passato, calpestando la fiducia di chi gli aveva offerto rifugio e visibilità.

Per un effimero tornaconto personale, sacrifica accordi e parole dette sull’altare dell’opportunismo.

Ma la ruota della fortuna o, forse, meglio dire “sfortuna”, notoriamente capricciosa, gira sempre, alcune volta anche al contrario.

Colui che ha ordito l’inganno, convinto di aver trovato il suo bel “Eldorado”, si ritrova adesso intrappolato in una tela dalla quale non riesce a districarsi e, non sapendo come uscirne, chiede interventi “superiori”.

I nuovi presunti alleati, pronti a sfruttarne il voltafaccia, si rivelano ben presto maestri nell’arte della manipolazione, dispensando promesse vuote e ricompense effimere.

E dire che per festeggiare era stato preparato un bel piatto, “pappardelle al ragù in salsa nissena”, ma solo adesso si scopre che tra i commensali ci sono alcuni “vegetariani” che non sono disposti a gustare le prelibatezza culinaria… “non se ne parla proprio”.

Questo spiegherebbe l’intervento “superiore” di qualche giorno fa che, visto lo stallo nel consumare il piatto ben preparato, pressa affinchè per una volta ci si dimentichi di essere “vegetariani” e si mangi il tutto.

Ma sembra che neanche questo intervento stia servendo, come la buona volontà, che sa di un tentativo di riconciliazione, anche il ritirare qualche interrogazione contro la giunta, insomma un aggiunta di “parmigiano”.

Le promesse si teme possano svanire come nebbia al sole, il traditore rischia di ritrovarsi solo, circondato dal gelo e dai suoi sostenitori, doppiamente delusi e che adesso si sentono a loro volta traditi.

Ma, al di là del fatto che i “vegetariani” accetteranno la trasgressione, per loro rimarrà sempre una forzatura imposta e prima o poi si vendicheranno con un bel piatto di “cavolfiore“, notoriamente cavolo amaro difficile da digerire, non per tutti.

Inoltre i vecchi compagni, feriti dal suo voltafaccia, gli negheranno, avendo perso la fiducia riposta, ogni futuro appoggio e sostegno

I nuovi “amici”, acquisto quanto voluto, se lo dovessero scaricare, riveleranno la loro vera natura di “cinici sfruttatori”, politicamente parlando.

È il contrappasso amaro di chi pensava di poter giocare con il fuoco senza scottarsi.

La sete di potere lo ha condotto a un vicolo cieco, dove il rimorso si mescola all’amarezza del tradimento subito.

La sua parabola politica, iniziata con la speranza di un’ascesa fulgida, rischi di concludersi in una solitudine desolante, segnata dall’abbandono e dal disprezzo per il tradimento comunque fatto.

E’ una lezione amara per la politica di oggi.

Questa vicenda, per quanto amara e forse fin troppo frequente in politica, offre uno spunto di riflessione sulla natura del potere e sull’importanza della lealtà.

In un’epoca dominata dalla ricerca del successo a ogni costo, la tentazione di tradire gli accordi precedentemente presi, in cambio di promesse allettanti, può essere forte.

Tuttavia, la storia ci insegna che la scorciatoia dell’opportunismo raramente conduce a un destino glorioso.

Il traditore, alla fine, si ritrova spesso vittima della sua stessa avidità, intrappolato in una spirale di inganni che lo conduce inevitabilmente alla rovina politica.

E la sua storia, per quanto triste, dovrebbe servire da monito a tutti coloro che, accecati dall’ambizione e dal successo ad ogni costo, sono disposti a vendere l’anima al diavolo pur di raggiungere certe vette o certi traguardi, in politica come anche nella vita quotidiana.

Forse, in fondo, un pizzico di coerenza e di lealtà in più non sarebbero poi così “fuori moda” e la prossima volta, prima di preparare un bel piatto di “pappardelle al ragù in salsa nissena” per la festa, meglio tenersi leggeri, il piatto freddo e amaro del “cavolfiore” potrebbe risultare un’alternativa indigesta.

Ad Maiora

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