In un mondo che cambia rapidamente, spesso caratterizzato dal correre, presi da mille impegni e pensieri, dove prevalgono individualismo e divisioni, riscoprire e coltivare i valori del buon senso, del rispetto per le idee altrui e della solidarietà si rivela molto importante.
Questi principi non sono semplici da mettere in pratica, ma rappresentano il fondamento di una convivenza civile armoniosa e di una società autenticamente umana.
Il buon senso, quella saggia pratica che guida le nostre azioni quotidiane, che ci spinge a considerare le conseguenze delle nostre scelte, a valutare le situazioni con equilibrio e a prendere decisioni quanto più giuste possibili. È quella bussola che ci orienta verso ciò che è ragionevole, giusto e appropriato nel contesto in cui viviamo.
In un’epoca piena di eccessi, il buon senso dovrebbe essere un moderatore, che ci invita e spinge alla riflessione e alla misura.
Il rispetto per le idee altrui è un altro pilastro fondamentale.
Riconoscere la dignità di ogni individuo comporta l’accogliere le diversità di pensiero che deve essere vista come una ricchezza, non come una minaccia.
Ascoltare prospettive o idee differenti dalle nostre, anche quando le troviamo distanti o persino sbagliate, è un segno di maturità e il giusto requisito per un dialogo costruttivo.
Il confronto di idee, condotto con rispetto e volontà di comprensione, può portare a una crescita intellettuale per tutti.
La solidarietà, infine, è il vero cemento che lega una comunità.
È la consapevolezza che il benessere di ognuno è strettamente legato al benessere di tutti, anche il nostro.
Essere solidali significa tendere sempre una mano a chi si trova in difficoltà, offrire il proprio sostegno senza aspettarsi nulla in cambio e, anche se poi, si spera mai, dovesse arrivare una delusione, non bisogna mollare, convinti che si è sempre e comunque agito per il bene verso gli altri.
La solidarietà si manifesta in mille modi, dai piccoli gesti di aiuto, al rispondere a una telefonata di chi ha bisogno di aiuto o conforto, meglio farla quando si intuisce che qualcosa non va, a costo anche di apparire invadenti, il tutto serve e rafforza i rapporti umani e fa sentire la carezza dell’affetto a chi di affetto ha fame, creando un ambiente in cui nessuno si senta solo o abbandonato.
Il contrario di questi valori si manifesta nell’abbandono di chi ha bisogno.
Volgere le spalle a chi soffre, perchè troppo presi dai propri impegni o pensieri, ignorare le richieste di aiuto, trincerarsi nell’indifferenza sono atteggiamenti che distruggono la nostra umanità e corrodono le basi di una società…umana.
L’abbandono non solo infligge sofferenza a chi lo subisce, ma impoverisce l’intera collettività, creando un clima di sfiducia e rafforzando l’isolamento.
Le conseguenze possono essere devastanti a livello individuale e sociale, portando a emarginazione e disperazione, sino alla perdita del senso di appartenenza e, nei casi estremi, a perdere la voglia di vivere.
Invece di cedere all’indifferenza, siamo chiamati tutti a coltivare attivamente il buon senso nelle nostre decisioni, a praticare l’ascolto con empatia e rispetto verso le opinioni altrui, anche le più diverse e a nutrire un forte senso di solidarietà verso chi si trova in difficoltà che magari, per carattere o per scelta, preferisce non lasciar trasparire nulla e che alla domanda “come va?”, risponde “tutto bene”, quando invece non va bene nulla.
Quello che si fa non va neanche raccontato, lo si fa e basta, deve restare tra chi fa e chi riceve, il contrario è solo esibizionismo o un voler apparire diversi da quel che realmente si è.
In questo modo, possiamo costruire comunità più forti, inclusive e umane, dove il benessere di ognuno è considerato un bene prezioso per tutti. Ad Maiora
