A Caltanissetta il tempo sembra essersi fermato, non per un incantesimo, ma per una sorta di incantesimo politico che ha del tragicomico.
Mentre le altre città corrono, o almeno camminano, sicuramente più della nostra, qui si passeggia con la calma di chi ha già visto tutto e comincia a rassegnarsi che non c’è speranza.
E in questo quadro di delusione, ci tornano alla mente le note e le parole della canzone di Al Bano e Romina, “Nostalgia canaglia”, che pare sia stata scritta pensando proprio alle vicende nissene.
La nostalgia, si sa, è un sentimento potente, ti fa rimpiangere i bei tempi andati, anche se, a ben vedere, forse così belli non erano, ma sicuramente meglio degli attuali.
A Caltanissetta, questa nostalgia non è solo un’emozione o uno stato d’animo, ma una vera e propria strategia politica.
“Nostalgia canaglia, di un amore che non si spegne”, canta Al Bano.
E qui, l’amore è quello vantato dai nostri politici per la città, vantato ma non dimostrato, è il ricordo di un passato glorioso, o almeno meno inglorioso, dove forse non si risolvevano i problemi, ma almeno si dimostravano capacità. volontà e impegno, senza arroganza e presunzione e se si criticava, si veniva ascoltati e soprattutto non si rischiava di essere trascinati in tribunale.
Non è un caso che si sente spesso dire, con un sospiro rassegnato, “si stava meglio quando si stava peggio”. Una frase che a Caltanissetta è diventata quasi un mantra.
Non è un’esagerazione, è la cruda realtà, condita dal tipico masochismo siciliano ed esaltano all’ennesima potenza a livello nisseno.
C’è chi rimpiange i tempi in cui le buche per le strade c’erano e, semplicemente, si riparavano, oggi, le buche sono più subdole e la scusa per non ripararle si è fatta più “democratica”, si aspettano la chiusura delle scuole, perchè da noi si lavora “sinergicamente”, così come anche altre cose.
La politica nissena, con la sua inesauribile capacità di stupire, o di far sbadigliare, dipende dai punti di vista, è un eterno rimandare, un eterno promettere…” faremo faremo“.
Ogni cambio di amministrazione sembra essere un’edizione speciale di “Tale e Quale Show”, dove i protagonisti cambiano, ma la performance resta la stessa: una ballata malinconica sui problemi irrisolti e un ritornello stanco sulle grandi opere che verranno, un giorno… forse.
E in questo contesto, la “nostalgia canaglia” assume un significato ancora più profondo.
Si arriva rimpiangere i sindaci del passato, che magari non hanno fatto granchè, ma almeno o tacevano o avevano una parlata pittoresca e pur non avendo prodotto risultati tangibili, erano campioni di mutismo o di pubbliche relazioni, dipende dal personaggio, capaci però entrambi di farti sentire importante anche mentre ti negavano un servizio, di darti quantomeno soddisfazione o risposte, come anche nell’affrontare i cittadini e confrontarsi civilmente.
Oggi invece sorrisi e baci a profusione, ma risposte, considerazione e risultati pari o vicini allo zero.
E così, mentre il mondo discute di andare su Marte, transizione energetica, intelligenza artificiale e tanto altro, a Caltanissetta si continua a discutere se è il caso di asfaltare quella strada o l’altra, tagliare. con calma, qualche erbaccia, giusto per zittire i lamentosi, o se è meglio aspettare tranquillamente e valutando il tutto.
Di certo non è un spettacolo piacevole. Gli spettacoli a dire il vero non ne mancano, rimangono quelli di piazza, non di teatro, almeno quelli targati Comune, spettacoli che vengono propinati di continuo, giusto per farci distrarre per non pensare alle tante promesse non mantenute, a qual libro dei sogni pieno di favole presentato alla città lo scorso anno, ma che è rimasto nello scaffale e che ogni tanto qualcuno apre per raccontarcene una, dimenticando e rimangiandosi spesso anche quello detto e promesso poco tempo fa.
Piscina, Università, Policlinico, o ospedale universitario, risanamento centro storico, rinascita e ripartenza, sono però le fiabe che non ci raccontano più e non ultimo l’antenna, tornata alla ribalta ma che ancora attende gli sviluppi, anch’essi annunciati ma ancora da definire.
In città, tra le tante cose, manca un dibattito, un confronto, mancano soprattutto le risposte, di certo non mancano i comunicati, i botta e risposta, tutti ben confezionati e ovviamente autocelebrativi, insomma manca quel rapporto tra chi governa e i cittadini e il tutto non fa che aumentare la “nostalgia” per il passato.
Ma non tutto è perduto. Forse, in fondo, questa “nostalgia” può e deve diventare la nostra forza.
Nel “si stava meglio quando si stava peggio” in fondo c’è sempre margine di speranza e di miglioramento, basta solo che non ci si rassegni, non ci si arrenda o non ci si lasci distrarre da altro.
Magari un giorno, suggerimento per l’assessore agli eventi, se Al Bano e Romina dovessero far tappa a Caltanissetta per un concerto, sarebbe un’occasione per poter cantare tutti insieme e a squarciagola, “Nostalgia canaglia”, dedicandola non a un amore perduto, ma a un futuro che, per ora, sembra essere in quarantena. Aspettando tempi migliori, come al solito…Ad Maiora
