L’INGHIPPO DELLA GRADUATORIA IRFIS: MANCANO LE PROVINCE DI ASSEGNAZIONE
Contributi solo per l’8,5% degli ammessi, le restanti 84.913 famiglie a secco per «superamento plafond»
Basterebbe solo un dato a far saltare dalla sedia più di qualcuno alle latitudini di Palazzo d’Orleans e di via Trinacria, sede dell’assessorato regionale alla Famiglia e Politiche sociali: nell’isola sono state oltre centomila le domande inoltrate per richiedere il “contributo di solidarietà” una tantum, chiamato popolarmente “reddito di povertà”. Non è il solo: nelle 1.804 pagine della graduatoria finale pubblicata sul sito internet dell’Irfis tre giorni fa si legge che delle 92.845 istanze ritenute ammissibili solo in 7.932 riceveranno davvero il contributo, ovvero l’8,5% degli ammessi.
Le restanti 84.913 famiglie resteranno “a secco” per “superamento plafond”. Tradotto, i 30 milioni di euro finanziati dalla Regione per il “Fondo Sicilia” non solo non bastano, ma ancora non si sa quando effettivamente le somme destinate arriveranno ai nuclei familiari in situazione di disagio economico e sociale.
E non è tutto. La graduatoria non indica ancora le province di assegnazione dei contributi (che verranno erogati direttamente ai richiedenti) dunque neanche ci si può fare una idea della distribuzione della “povertà” nell’isola, perché ricordiamo che il requisito principale di ammissione alla domanda era avere un Isee inferiore ai 5mila euro.
Ieri, è stata la commissione consiliare Servizi sociali di Catania, presieduta dalla forzista Melania
Miraglia, a fare da apripista nella discussione sul tema. In tanti Comuni e assessorati, infatti, ormai da giorni si assiste a pellegrinaggi di richiedenti per avere notizie in merito al contributo, spesso con scene non confortanti.
«Il decreto – ha ricordato Bruno Brucchieri, assessore autonomista ai Servizi sociali del capoluogo
etneo – era stato pubblicato a febbraio 2025, con domande inviabili entro il 15 aprile.
Irfis ha proceduto al controllo per stilare la graduatoria, a inizio maggio fissata in 6.800 soggetti
rientranti nel plafond, numero poi aumentato nella graduatoria definitiva (a 7.932 come abbiamo visto, ndc). Come scritto nel decreto, seguirà una richiesta di integrazione dei documenti e successivamente l’erogazione diretta dei beneficiari dalla Regione».
«Aspettiamo ancora comunicazioni dalla Regione ha aggiunto l’assessore – in merito ai nostri
compiti e mi riferisco ad esempio ai lavori socialmente utili previsti per i percettori: non sappiamo chi dovrà gestirli, dove, come e per chi, se pur nel decreto non sia prevista l’assoluzione dell’obbligo. Siamo in contatto con tanti sindaci e assessori, per esempio Misterbianco e Acireale e le richieste dal nostro Distretto socio sanitario alla Regione, unanimi, sono di rendere note le graduatorie locali, erogare il contributo, ma anche aumentare il plafond per aumentare il numero dei beneficiari. L’aumento del plafond potrebbe essere possibile sulla base del bilancio regionale». Aumento richiesto pure dai componenti della commissione catanese, ma con tempi che non si annunciano rapidi. Inevitabili i dubbi sull’efficacia della misura: «I bonus una tantum non servono – ha accusato
il grillino Graziano Bonaccorsi – Anci e gli stessi sindaci potrebbero fare proposte che diano un
senso all’attività dei servizi sociali e non farli trovare sempre a gestire emergenze». Almeno stavolta, viene da dire rispetto al Rdc, i controlli vengono fatti in tempo reale.
Da La Sicilia
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