Nella mente dei nisseni in queste ore riecheggia una vecchia canzone, mentre si legge quanto sta succedendo in città.
Ma tutti ricordano bene che a cantarla era una donna, Gigliola Cinquetti, non un uomo.
In questi giorni di fine anno, con un cartellone di eventi natalizio ben nutrito, con tanta partecipazione di pubblico, con tante luci, con tanto impegno dell’assessore al ramo e tanti soldi spesi, 152.000,00€ circa, nessuno poteva mai immaginare che a macchiare il tutto, rovinando la “festa”, sarebbe stata un’opera d’arte.
Le opere d’arte, anche quelle più strane, bizzarre o contrastate, sono arte e in quanto tale libera manifestazione del pensiero, dei sentimenti, delle sensazioni dell’artista.
Pertanto, se non eccessivamente volgari o offensive, vanno rispettate e accettate.
“L’arte non si censura”
Se si accetta e si paga tanto una banana attaccata al muro con del nastro isolante, figuriamoci tutto il resto.
Peccato che a rispondere alle critiche sia intervenuto un assessore che in città è stato da sempre stimato ed apprezzato, da avversari politici e da cittadini, anche da coloro non vicini al suo partito politico, stimato e apprezzato per la sua intelligenza e pacatezza.
Ma tutto questo quando sedeva tra i banchi dell’opposizione, banco sicuramente più comodo di quello che occupa oggi, ma questo vale anche per tanti altri che si sono accomodati, senza meriti elettorali, tra quei banchi, lui almeno è stato eletto dai cittadini.
Caro Assessore Petrantoni, ma chi glielo ha fatto fare e soprattutto perchè.
Francamente con la sua risposta, come già è stato detto, ha voluto mettere una pezza per coprire il buco fatto da altri, pezza peggiore del buco, ma poi lei mica fa il sarto.
Poteva benissimo godersi questo fine anno con un gran successo, continuando a farsi tanti bei selfie in centro, tra ruota e mercatini, e invece va a scivolare su una buccia di banana mangiata, tra le altre cose, da altri.
Chiaramente su questa storia molti vorrebbero far cadere il silenzio, meno se ne parla e maglio è.
Ma il suo intervento, a tratti incomprensibile, ha messo ulteriore benzina sul fuoco e non può mettere a tacere quanto di grave successo, che, anche se la parola ricorda periodi neri della nostra storia, sa di censura.
Ci perdoni, ma non spettava a lei fare il sarto.
Con tutto il rispetto, ad intervenire doveva essere in primis il sindaco, responsabile dell’attività dei suoi nominati e in seconda battuta l’assessore alla cultura, colei cioè che ha negato l’esposizione dell’opera dell’artista.
Però probabilmente, lei nella sua bontà, ha voluto difendere, ci perdonerà, l’indifendibile, cercando di chiarire un qualcosa, non riuscendoci, che era palese a tutti e cioè che sulla Palestina non si deve dire o mostrare nulla.
Non sia mai se qualcuno vedendo la bandiera della Palestina possa pensare alle migliaia di persone uccise, tra cui moltissimi bambini, non sia mai che qualcuno pensi che è in corso un vero e proprio genocidio, non sia mai che qualcuno pensi che il governo israeliano sta scientemente eliminando un popolo, per prendersi i territori aumentando i propri insediamenti.
Sorge un dubbio, ma se al posto della bandiera palestinese ci fosse stata quella israeliana, si sarebbe reagito nella stessa maniera ? Considerato che lo scorso anno qualcuno, oggi sua collega, voleva che venisse proiettata la bandiera israeliana sulla facciata del Palazzo di Città.
Da persona intelligente quale lei è, sapeva benissimo che il suo intervento avrebbe causato reazioni negative, si vuol sperare soltanto che sia stata una sua libera decisione, magari d’impulso, e non suggerita da chi oggi dovrebbe pentirsi di averglielo proposto.
Comunque, qualora decidesse di intervenire prossimamente su argomenti di non competenza del suo assessorato, lo faccia facendoci sapere, visto che da altri non abbiamo risposte, di sapere come siamo messi con la crisi idrica, sulla reale portata dei pozzi e magari ci dica qualcosa sulle tante altre problematiche che ad oggi non trovano risposte, Università, Sanità, Antenna, Piscina e via dicendo.
Aspettando di sapere, questa è sua competenza, se ci sarà il concertone di fine anno, non resta che augurarle un sereno fine anno e un buon 2025.
Per la stima verso la sua persona, siamo certi che questo brutto scivolone le verrà perdonato, ma la prossima volta lasci fare il sarto a chi compete.

Non è un caso la foto di copertina scelta, la ritrae in uno dei suo interventi, sempre precisi, mai eccessivi e puntuali, quando sedeva tra i banchi dell’opposizione. Questo è il Toti Petrantoni che ci piace vedere e ascoltare.
Ad Maiora