Illustrissimo Presidente,
in vista della prossima seduta della Commissione Parlamentare d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno
della mafia e della corruzione in Sicilia, che si terrà il 13 giugno presso la Prefettura di
Caltanissetta, ci permettiamo di sottoporre alla Sua attenzione alcune riflessioni maturate
nell’ambito del nostro impegno politico e civile sul territorio.
Viviamo in una fase storica in cui la parola legalità viene evocata spesso, ma troppo spesso in modo
superficiale o retorico. Il rispetto concreto delle leggi, il senso delle Istituzioni, la fiducia dei
cittadini nella loro efficacia sembrano invece indeboliti. Questo scollamento rischia di alimentare
sfiducia, rassegnazione e passività, rendendo più difficile contrastare il radicamento delle
organizzazioni mafiose e delle pratiche corruttive.
Come Partito Democratico di Caltanissetta, riteniamo che la costruzione di una cultura della legalità
sia un presupposto imprescindibile per lo sviluppo del nostro territorio. In assenza di regole
rispettate e condivise, nessuna società può crescere in modo sano e duraturo. Pressioni e minacce,
così come condizionamenti illeciti, soffocano la libera iniziativa economica e alterano
profondamente il mercato, infiltrandosi in settori cruciali quali la sanità, l’agricoltura, la gestione
dei rifiuti, le risorse idriche e l’energia.
Nonostante i successi della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, che non manchiamo di
riconoscere e apprezzare, il condizionamento criminale resta forte. Ciò è dovuto, in larga parte, al
permanere di legami opachi tra ambienti politici, burocratici e imprenditoriali. Spezzare questi
legami è una sfida prioritaria e non più rinviabile.
A nostro avviso, la lotta alla mafia e alla corruzione deve coinvolgere tutta la società civile. Non
può essere delegata esclusivamente alle Istituzioni preposte. Occorre una rivoluzione culturale che
restituisca valore all’etica pubblica, alla trasparenza, alla responsabilità individuale e collettiva.
Il fenomeno del caporalato rappresenta una delle forme più drammatiche di illegalità e sfruttamento,
soprattutto tra i lavoratori immigrati e le fasce più deboli della popolazione. Questa pratica
condanna molte persone a condizioni di vera e propria schiavitù, con turni massacranti, salari da
fame e totale assenza di sicurezza sul lavoro, una realtà inaccettabile in uno Stato di diritto.
In questo quadro, martedì 3 giugno scorso a Caltanissetta è stata commemorata la memoria di
Adnan Siddique, cittadino esemplare brutalmente assassinato cinque anni fa per il suo coraggioso
impegno nella difesa dei diritti dei braccianti. La sera del 2020, Adnan fu aggredito nella sua
abitazione da quattro persone che lo colpirono con una bottiglia e lo trafissero ventisei volte con
lame e cacciaviti. Questa feroce violenza ricorda amaramente che in Sicilia il diritto di denunciare
lo sfruttamento non è ancora sicuro e che le tutele per chi si oppone a queste ingiustizie sono ancora
troppo deboli.
Purtroppo, ancora oggi nella nostra provincia si muore di lavoro, soprattutto laddove lo stato di
bisogno e la mancanza di alternative costringono i più fragili ad accettare condizioni di lavoro
disumane. Liberare i cittadini da questa spirale significa anche garantire loro diritti, opportunità e
dignità.
Siamo convinti che il lavoro della Commissione, se condotto con coraggio e chiarezza, possa
rappresentare un’opportunità preziosa per avviare un vero cambiamento, sia sul piano repressivo
che su quello culturale. Come Partito Democratico di Caltanissetta, ribadiamo il nostro impegno su
questi temi e la nostra disponibilità a collaborare con le Istituzioni per costruire insieme una Sicilia
più giusta, più libera e più solidale.
Infine vogliamo sottolineare che il Presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta ha denunciato
una forte e silente presenza mafiosa nel territorio, confermata anche da recenti operazioni
giudiziarie che hanno portato al ritrovamento di arsenali e armi pesanti. Nonostante vari episodi di
estorsione, nella nostra città non esiste ancora un’associazione antiracket. Pertanto è stata presentata
una mozione in Consiglio comunale, per denominare in modo significativo la commissione
trasparenza e legalità in commissione antimafia in quanto la situazione locale richiede un impegno
più deciso da parte delle istituzioni locali nella lotta contro le mafie e nella promozione della cultura
della legalità. Diversi comuni italiani (come Bologna e Milano) hanno già istituito organismi simili
(commissioni antimafia o osservatori permanenti).
Nel ringraziarLa per l’attenzione e per l’importante lavoro che la Commissione sta portando avanti,
Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Giancarlo La Rocca
Davide Chiarenza
Partito Democratico di Caltanissetta
