In un anno oltre 22 mila nuovi locali che servono il prodotto, portando il totale a quasi 89 mila. Un fatturato di oltre 15 miliardi
La pizza è il simbolo che incarna il meglio del nostro made in Italy.
E il mercato della pizza in Italia nel post-pandemia è in costante crescita: l’anno scorso sono stati aperti oltre 22 mila nuovi locali che servono il prodotto, portando il totale a quasi 89 mila, per un
fatturato di oltre 15 miliardi di euro.
Più di 100 mila persone trovano occupazione stabile nel settore. Il mercato è sempre più esigente e chiede un prodotto in evoluzione, con ingredienti di eccellenza, rappresentativi della migliore
produzione del territorio.
In Sicilia, ad esempio, è quasi d’obbligo trovare nei menù il suino dei Nebrodi tra gli affettati
disponibili o i nostri formaggi dop oltre che la tradizionale mozzarella o le verdure stagionali siciliane nelle fresche ricette per l’estate.
La pizza non è più una soluzione di ripiego rispetto alla cena al ristorante ma deve soddisfare il palato e la curiosità, diventando una esplorazione dei prodotti di qualità del territorio che ci circonda.
Per fare il punto sul prodotto è nato di recente Pizza Convention, il congresso del simbolo del made in Italy per eccellenza. La manifestazione si è tenuta a Roma fino a ieri con moltissimi big del
mondo della pizza, che è appunto uno dei simboli più rappresentativi del made in Italy nel mondo. Ideato dall’imprenditore Pietro Ciccotti e curato da Laura Mantovano è un progetto che punta ad approfondire tutte le sfaccettature del mondo della pizza. Dalla tutela giuridica della figura del pizzaiolo alla formazione fino alla gestione del brand in tempo di social.
Voce anche all’importanza della sala, ai talenti femminili del comparto e alle nuove frontiere delle proposte senza glutine.
È stato consegnato da parte delle istituzioni il riconoscimento di «padre della pizza contemporanea» a quattro indiscussi capiscuola: Gabriele Bonci, Renato Bosco, Simone Padoan e Franco Pepe.
«Senza di loro – sottolineano i promotori – la pizza italiana non sarebbe oggi una scuola
riconosciuta nel mondo».
Seminari, talk e cooking show hanno scandito la due giorni del progetto. Un messaggio di saluto ha inviato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.
Dalla manifestazione è emersa l’esigenza di una profonda conoscenza tecnica del prodotto
(lievitazione e cottura).
E il totale rispetto dei cicli naturali della terra per la scelta degli ingredienti. Senza fermare
la voglia di innovare di tanti pizzaioli dell’ultima generazione che anche in Sicilia
si sono fatti avanti.
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