L’inaugurazione del nuovo ponte sulla SS640, celebrata con la presenza di autorità e importanti rappresentanti istituzionali, voleva un momento di festa e di orgoglio per la comunità nissena
E in effetti, i discorsi ufficiali hanno sottolineato l’importanza dell’opera, presentandola come un ulteriore tassello nella modernizzazione, un’opera senza dubbio utile e necessaria, ma forse un po’ troppo enfatizzata, quasi a voler convincere tutti, in mancanza di altre più valide argomentazioni, delle grandi capacità dei nostri politici, ribadendo che “il Ponte San Giuliano è un ponte verso il futuro, un segno tangibile di una nuova stagione di crescita” o nel dare il benvenuto agli ospiti parlando “di terra che rinasce”.
Eppure, a giudicare dai commenti sui social e dalle reazioni della cittadinanza, l’entusiasmo è stato a dir poco tiepido.
I toni, in alcuni casi persino esagerati, denotano chiaramente un profondo malessere diffuso, che non andrebbe stigmatizzato e soprattutto sottovalutato.
La comunità nissena appare stanca, quasi rassegnata, di fronte a continui “tagli di nastri” ed esagerate celebrazioni di alcuni eventi che sembrano non risolvere mai i problemi più urgenti e sentiti.
Il sentimento comune è che la politica locale e nazionale celebri successi parziali, mentre le grandi questioni rimangono irrisolte.
I cittadini, infatti, non criticano l’opera in sé, ma il fatto che non sia stata la risoluzione di un problema più grande e impattante sulla vita quotidiana, come da più parti si vuol far credere.
Un’inaugurazione come tante che, tra le altre cose non interessa in maniera diretta e specifica la città, anzi la isola ulteriormente, rischiando di sembrare l’ennesima vetrina, offerta ai politici in carica in assenza di risposte concrete alle tante problematiche del territorio.
Presente anche l’ex vice ministro Giancarlo Cancelleri, colui che sbloccò una situazione che sembrava essersi bloccata.
Come afferma il deputato del Movimento 5 Stelle all’Ars Angelo Cambiano “Tra l’altro, mi preme sottolineare che solo durante il Governo Conte II, grazie al lavoro del Movimento 5 Stelle, si è sbloccato il rifinanziamento dell’opera, consentendo la ripresa effettiva dei lavori. Senza questo passaggio, oggi non ci sarebbe stato proprio nulla da inaugurare”.
Ma forse, il clima dei commenti in città sarebbe stato molto diverso, sicuramente più entusiasta e partecipativo, se la cerimonia avesse riguardato un’altra opera, il Viadotto San Giuliano, quello vero. quello demolito anni fa e di cui nulla si sa più della sua ricostruzione.
Quel viadotto, per intenderci, che si trova subito dopo la galleria Sant’Elia, zona McDonlad’s, la cui realizzazione accorcerebbe drasticamente il collegamento tra il centro urbano e la SS640.
Questa opera, più di ogni altra, è percepita come cruciale per superare l’isolamento della città.
La sua mancanza costringe i viaggiatori e i pendolari a percorrere un tratto stradale più lungo o tortuoso, nel caso si percorresse la via Borremans e la SS122, spesso congestionata dal traffico e che rende complicato il raggiungere la SS640.
Un collegamento diretto, invece, renderebbe Caltanissetta meno periferica e più accessibile, non solo per i residenti, ma anche per i turisti e i viaggiatori di passaggio che, senza dover affrontare l’attuale percorso, sarebbero più incentivati a fare una sosta in città.
In questo contesto, l’inaugurazione del nuovo ponte, pur essendo un traguardo positivo, è stata accolta con un senso di amara delusione.
I nisseni non cercano solo piccole migliorie, ma soluzioni strutturali che possano davvero rilanciare la loro città e rompere quel senso di isolamento che ormai pesa come un macigno da anni.
La loro frustrazione, percepita in moltissimi commenti, è la spia rossa accesa di una comunità che ha bisogno non solo di vedere nastri tagliati e annunci roboanti, ma di sentirsi finalmente connessa e protagonista del proprio futuro, se è vero come dicono si vuol rilanciare la città e il territorio circostante. Ad Maiora


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