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L’Antenna che viene demolita e una città che sbiadisce: Cronaca di un declino annunciato

Last updated: 23/07/2025 7:59
By Sergio Cirlinci 304 Views 4 Min Read
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Oggi Caltanissetta perde un altro pezzo della sua storia, un simbolo forse obsoleto per alcuni, ma pur sempre un punto di riferimento nel suo skyline, l’antenna.

La sua demolizione non è solo la fine fisica di una struttura in disuso, ma è una metafora cruda e dolorosa di un declino che la città sembra vivere inesorabilmente, un lento spegnersi che lascia dietro di sé un’ombra di malinconia e rassegnazione.

Non è la prima perdita e difficilmente sarà l’ultima.

Ogni demolizione, ogni attività che chiude, ogni giovane che decide di lasciare la nostra terra, aggiunge un tassello a un mosaico di opportunità mancate e promesse infrante.

Quante volte abbiamo assistito a progetti ambiziosi sfumare nel nulla?

Quante volte ci siamo illusi con annunci di rilancio che non hanno mai visto la luce?

La verità è che il cammino di Caltanissetta è stato ricco di occasioni, ma sprecate, di visioni mai concretizzate e di un immobilismo che ha soffocato ogni scintilla di progresso.

Ma non possiamo, e non dobbiamo, limitarci a puntare il dito solo verso “gli altri”, troppo comodo.

È fin troppo facile attribuire ogni colpa a un’entità astratta o a un nemico esterno.

La realtà, per quanto scomoda, è che siamo anche noi cittadini i corresponsabili di questo declino.

Siamo noi che, elezione dopo elezione, abbiamo riposto la nostra fiducia in politici che avevano già dimostrato la loro inefficacia, figure che nulla avevano fatto e nulla continuano a fare per il bene comune.

Eppure, ancora oggi, molti di noi continuano a inseguire le chimere di personaggi che promettono mari e monti, salvo poi lasciare solo il deserto delle aspettative deluse.

Ciò che ferisce di più è vedere come questa logica perversa, basata su favori, piccoli incarichi e misere elargizioni, in una parola, la politica clientelare, continui a tenere in vita un sistema che annienta ogni prospettiva di sviluppo reale.

Dovremmo essere noi, il popolo, a dire “basta, adesso vai a casa” a chi ha dimostrato di non essere all’altezza.

Invece, troppo spesso, assistiamo al paradosso di un consenso che non trova giustificazione alcuna, un plauso immotivato che autorizza certa politica a perpetuare il suo operato.

La demolizione dell’antenna pone un altro amaro interrogativo: dopo l’antenna, cos’altro c’è da demolire?

È una domanda che risuona come un grido d’allarme, un monito a svegliarsi prima che non resti più nulla da salvare.

È tempo di riflettere, di prendere consapevolezza delle nostre responsabilità e di esigere un cambiamento radicale, per riconsegnare a Caltanissetta il futuro che merita e arrestare questa inesorabile discesa. Ad Maiora

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Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.

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