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Una lezione di stile e professionalità nel giornalismo di oggi. La telefonata di un collega

Last updated: 17/08/2025 13:28
By Sergio Cirlinci 435 Views 6 Min Read
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Questa mattina ho ricevuto una telefonata che, pur partendo da una premessa un po’ insolita, si è trasformata in un inaspettato momento di confronto e, diciamocelo, di piccola ma significativa soddisfazione professionale.

A contattarmi è stato un collega di una nota e importante testata giornalistica del centro Italia.

Il motivo della chiamata era che a sua volta era stato interpellato giorni fa da un giornalista nisseno il cui nome “per correttezza” ha precisato, non mi è stato fatto, né io l’ho chiesto, il quale gli aveva segnalato la pubblicazione di un suo articolo da parte mia.

Nell’articolo in questione, come mia abitudinei, avevo riportato con estrema precisone e cura la fonte, citato l’autore e incluso il link diretto all’articolo.

Il collega del centro Italia, una persona molto gentile, non mi ha chiamato per lamentarsi, era quello che avevo pensato in un primo momento, ma anzi, ha voluto esprimere il suo ringraziamento per la condivisione e, soprattutto, per la correttezza nel citare fonte, autore e link. Un dettaglio, quest’ultimo, ha sottolineato “tutt’altro che scontato nel panorama informativo attuale, dove spesso e volentieri la paternità dei contenuti viene bellamente ignorata”.

La conversazione è poi proseguita su temi più ampi. In un passaggio, mi ha posto una domanda: “Ma dalle vostre parti, perché vi fate la guerra tra colleghi?”

La mia risposta è stata volutamente generica, non mi andava di far polemiche che magari non avrebbe capito non conoscendo la nostra realtà, ma la sua replica è stata un’analisi precisa sulle difficoltà e le dinamiche, spesso complesse, del giornalismo nelle piccole realtà locali, lui, pur avendo ormai una certa età ed una posizione ben consolidata, ha aggiunto “conosco bene quel genere di realtà, avendole vissute in prima persona agli inizio della mia carriera ma tu, da quel poco che ho letto, ho visto che sei ancora giovane, giornalisticamente parlando, ed in più scrivi descrivendo la realtà, quella che vedono i cittadini, non quella che chi è di turno al potere vuol far conoscere, vedo che sei solo e indipendente, non legato a certi ambienti e questo per te è un gran vantaggio, anche se capisco le difficoltà che si incontrano a non aver le spalle coperte, ma ciò ti da la possibilità di esprimerti leberamente , senza che nessuno ti detti cosa scrivere o che ti vieti l’affrontare certi temi, vai avanti così e per qualsiasi problema o consiglio non esitare a chiamarmi”

Abbiamo discusso a lungo delle sfide che si affrontano quotidianamente, delle risorse limitate, e di come, purtroppo, in contesti così piccoli si possano creare tensioni e rivalità.

Il collega, con grande saggezza e professionalità, mi ha esortato a non dare peso a quelli che ha definito “inutili pettegolezzi” e ha ribadito di non aver affatto gradito l’informazione ricevuta dal collega nisseno. Un’affermazione, quest’ultima, che mi ha fatto enormemente piacere.

Questo episodio, apparentemente insignificante, racchiude invece un messaggio importante.

Sono queste le piccole soddisfazioni che aiutano ad andare avanti con grinta e determinazione, dimostrano nello stesso tempo la piccolezza, per non dire miserabilità, di certi personaggi che con i loro comportamenti cercano di ostacolare ad altri la possibilità di inserisi in un contesto dove alcuni credono di detenere una sorta di “baronia”.

La professionalità, la correttezza e il rispetto per il lavoro altrui dovrebbero essere i pilastri di questa professione.

Ricevere questo genere di telefonate è un segnale che c’è comunque qualcosa che non va, ma gesti come quello del collega del centro Italia mi danno maggiore spinta nell’andare avanti e mi fanno ben sperare che esistano ancora colleghi i ed un giornalismo basato sulla collaborazione e sul reciproco rispetto.

Questo confronto mi ha rafforzato nella convinzione che la strada giusta è quella della trasparenza e della lealtà, e della verità a dispetto delle gelosie e delle inutili competizioni, che denotano solo insicurezze a paure di perdere presunte leadership, come ha sapientemente concluso il collega.

Ad Maiora

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Foto dal Web

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