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Pontida, il coro sotto il palco “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta” è un caso. Fico: “La Lega deve chiedere scusa”

Last updated: 22/09/2025 6:49
By Redazione 166 Views 8 Min Read
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Il candidato governatore del centrosinistra in Campania: «Sono tornati alle loro origini». Il deputato casertano del Carroccio, Zinzi, minimizza ma Pd, 5 Stelle e Avs pretendono chiarimenti con De Luca jr, Sarracino, Costa e Borrelli

«Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta, Vesuvio erutta…». Il coro, udito distintamente dai presenti, si leva dalla platea raccolta sotto il palco di Pontida. Sulle assi si avvicendano i leader della Lega, ai loro piedi una folla vociante e a un certo punto su di giri. Che non perde l’occasione – è questa l’accusa che sarà poi mossa nei confronti del partito di Matteo Salvini – «per manifestarsi razzista e contro i meridionali». Il primo a suonare la gran cassa è il segretario in pectore del Partito Democratico della Campania, Piero De Luca. Passano i minuti e gli fanno eco altri esponenti dem, poi dei 5 Stelle. Fino ad arrivare a Roberto Fico, candidato governatore del «campo largo» del centrosinistra in Campania. L’ex presidente della Camera non usa perifrasi e va dritto al punto: «La Lega deve chiedere scusa ai campani». 

È il primo pomeriggio di domenica quando, con le celebrazioni di Pontida ancora in atto e con il popolo della Lega riunito, De Luca jr stappa il «caso» politico di giornata. «Mentre da una parte la destra accusa in modo strumentale ed inaccettabile il mondo progressista di alimentare tensioni, dall’altra, a Pontida si assiste a un’indecente parata di ignoranza ed intolleranza, alimentata ed amplificata dai vertici della Lega», accusa il deputato del Pd, capogruppo in Commissione bicamerale per le questioni regionali. «Frasi riportate sugli organi di stampa come “più spiedo, meno kebab”, e l’abominevole “Napoli è distrutta, Vesuvio erutta” non sono semplici “provocazioni” o “uscite infelici”: sono veri e propri inni all’odio e all’intolleranza, al razzismo culturale e territoriale», aggiunge.
Prima che il “caso” deflagri, a De Luca jr replica sulle prime il deputato casertano della Lega, Gianpiero Zinzi, già consigliere regionale. «Il prossimo anno inviteremo l’intera famiglia De Luca a Pontida, così il figlio Piero (afferma in riferimento alla figura del governatore Vincenzo, del quale è stato uno dei più fieri oppositori in consiglio regionale, ndr) potrà rendersi conto che la nostra è una festa bellissima, di una comunità politica che da tutta Italia si riunisce attorno al suo segretario Matteo Salvini e alle singole identità territoriali ma con battaglie comuni, a partire da quella per la libertà di esprimere sempre le proprie opinioni».

Per Zinzi si tratta di «opinioni» ed è dunque una questione di «libertà» di espressione. Di più: nelle sue parole c’è un’ulteriore spiegazione. «Se fossero venuti quest’anno – aggiunge infatti -, si sarebbero resi conto che quelli di cui parla Piero sono cori intonati dai nostri ragazzi tifosi del Napoli e della Campania per Napoli e per la Campania». Un modo come un altro per dissimulare anche in ossequio a quanto accade sulle tribune del Maradona da almeno un paio d’anni, da quando cioè gli stessi tifosi azzurri, per esorcizzare il coro che parte da tutte le curve d’Italia, lo cantano essi stessi. Dalla Lega si levano anche le parole del senatore napoletano Gianluca Cantalamessa. «Quello che offende davvero Napoli – eccepisce – sono le elemosine e le mancette del reddito di cittadinanza voluto dai 5 Stelle o le politiche clientelari del Pd con cui cerca di trarre potere, e non certo una Lega che, tra l’altro, ha voluto la Zes unica per il Meridione e la misura Resto al Sud, al fine di creare sempre più posti di lavoro nel Mezzogiorno». 
Per il deputato di Fratelli d’Italia, Alfredo Antoniozzi, «i cori contro Napoli a Pontida sono stati fatti da imbecilli che non rappresentano la Lega. A Piero De Luca ricordo che finanche a Salerno, sua città natìa, invocano l’eruzione del Vesuvio».

La spiegazione non convince. E difatti si registra la reazione di Marco Sarracino, deputato Pd e responsabile Sud della segreteria di Elly Schlein. «La Pontida del 2025 è un vero e proprio festival dell’odio – argomenta questi -. L’odio contro chi fugge da guerra e povertà. L’odio, con tanto di cori, contro i meridionali che a causa dell’autonomia differenziata diventeranno per legge cittadini di serie B. L’odio contro chi è più debole e vive in condizioni di difficoltà a causa di una destra che finge di non vedere i 4 milioni di lavoratori poveri che ci sono nel nostro paese. Aveva ragione Pino Daniele: questa Lega è una vergogna», conclude Sarracino ricordando una strofa di «’O scarrafone». 

Sergio Costa, già ministro 5 Stelle e oggi vice presidente della Camera, dal suo profilo di Fb rincara la dose. «I cori razzisti contro Napoli risuonati a Pontida, con slogan vergognosi come “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta”, rappresentano un attacco inaccettabile alla dignità di una grande città italiana e dei suoi cittadini. Come napoletano e come vicepresidente della Camera – solleva -, condanno fermamente questi episodi che offendono non solo la mia città, ma l’intera comunità nazionale». 
Dai 5 Stelle si leva infine, in rigoroso ordine di tempo, anche la voce di Roberto Fico. «Un partito che governa l’Italia ed esprime il vicepremier: questo è la Lega. La Lega Nord. Che torna alle sue origini insultando i cittadini campani con cori irripetibili». Fico così conclude: «Quello che è successo a Pontida non è accettabile. Il partito che esprime tanti esponenti istituzionali ha il dovere di chiedere scusa. Subito». 
E a tarda sera, nonostante le parole di Zinzi e Cantalamessa, il deputato napoletano di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Borrelli, accusa a sua volta: «Gli insulti ai napoletani sono indegni. Peggio gli uomini di Salvini della Campania che sono rimasti in silenzio o hanno applaudito contro la loro terra.” Lo ha dichiarato in una nota il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli.

Fonte Corriere del Mezzogiorno di Paolo Rossano

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