Cari cittadini e stimati membri dell’opposizione, oggi ci addentriamo nel cuore della gestione amministrativa locale, dove le risposte sembrano essere un miraggio
Dimenticatevi la parola “risposta”, non vi affannate a porre domande sui social, a partecipare o a organizzare sit-in, fare video, presentare interrogazioni, sposate l’idea che un’amministratore, così presa dai suoi impegni, possa trovare il tempo da dedicare a voi, che non avendo null’altro da fare chiedete.
Il nuovo motto di Caltanissetta è “Lasciate ogni speranza, voi che domandate.”
È chiaramente un’interpretazione, ma riflettendoci, sembra quasi una verità.
Ogni interrogazione, ogni segnalazione, ogni timida “sfida” lanciata all’Amministrazione, che è troppo occupata a gestire per rispondere, si scontra con un muro invisibile.
E quando finalmente si ricevono delle risposte, si capisce che in realtà non si ha voglia di rispondere, ottenendo solo una non risposta e delle volte, se lo si fa notare, qualcuno esce fuori dai gangheri e dai banchi arrabbiandosi pure con chi ha osato chiedere.
La vera risposta è sempre il silenzio, neanche imbarazzato, ma un silenzio che si “pavoneggia”, accompagnato, quando ci sono le “finte risposte”, da frasi che tendono a offendere chi ha osato chiedere, o, come gli suggerisce qualcuno “lassatili parlari, sempre i stessi su”, come direbbe qualcuno i “soliti comunisti”.
In altre città, gli amministratori, nel loro tentativo di essere più reattivi, rispondono, anche se non sempre, ma almeno ci provano.
Rispondere è un gesto di rispetto verso coloro che, alla fine del mese, contribuiscono a versare nelle casse comunali il proprio contributo, le tasse, garantisce ai nostri cari e “silenziosissimi” amministratori stipendi “generosi” ma sicuramente meritati.
Ma qui, il rispetto è diventato un “optional” d’altri tempi, ormai superato, un fastidio burocratico che distrae dal fare.
Il “menu” delle domande ignorate è ricco e variegato, un vero pranzo nuziale a base di mutismo.
Si chiede, ad esempio, perché dopo aver rifatto il manto stradale si debbano consentire così tanti cantieri da trasformare la città in un labirinto di transenne? La risposta, questa volta c’è stata, anche se talmente timida che sarebbe stato meglio non darla.
A questo punto chi si permetterebbe mai di chiedere informazioni sul nuovo Presidente del Consorzio Universitario, magari solo per capire se loro, essendo “soci” a 180mila euro circa l’anno, ne sanno qualcosa, se possono confermare essere una persona reale o l’ennesima fake news di qualche “cosiddetto” giornale che si dedica alla “disinformazione”?…anche se questa notizia è stata data da tante altre testate, sicuramente più attendibili, per il loro metro di giudizio.
Fontane, ville comunali, bagni pubblici, erbacce, regolamento sul randagismo con annesse sterilizzazioni, piccoli dettagli che, a dire il vero, non meritano nemmeno una risposta.
Come si aspettano ancora le opere di compensazione da chiedere a Rai Way, lo ricordiamo tutti, ma dell’antenna non abbiamo visto nulla, nemmeno un bullone da esporre come reperto.
Scusate la domanda, ma sono state chieste? Anche su questo, il silenzio è la risposta, un silenzio che risponde “no”.
E poi c’è Lei, l’oggetto del desiderio inconfessabile, forse un vaso di Pandora, la Piscina.
Ma per favore basta, non chiedete più. Se un Consigliere, figura istituzionale, riceve come risposta all’accesso agli atti un differimento, che tradotto significa “più in là si vede”, cosa sperate voi, cittadini pagatori di tasse di saperne qualcosa?
Ma adesso il sipario si alza anche sul piano provinciale, con domande cariche di aspettativa dopo anni di commissariamento.
Solo due esempi. Quante volte si è chiesto che fine farà il Pala Carelli, inaugurato nel lontano 2006 e da anni abbandonato e “chiuso per inagibilità”?
Il Libero Consorzio, proprietario, forse sta meditando, se sono passati sei anni per la Piscina, figuriamoci per questo. Non vorremo pensare che sia la via Rochester a portare “sfiga”.
Anche per la strada che conduce al Cara di Pian del Lago, più volte sono state fatte richieste per illuminarla… ma, a dire il vero, i richiedenti non si rendono conto che l’oscurità, proprio come il silenzio, stimola la riflessione e, soprattutto, aiuta a risparmiare energia.
Ma attenzione, non lasciatevi ingannare da certe lamentele, perchè l’amministrazione provinciale sa benissimo quali siano le vere priorità.
Mentre per quella comunale non si lesinano denari per feste, festivi e eventi, prepariamoci ai “botti” di Natale e Capodanno, alla provincia invece si lavora eccome, avendo le casse piene di denari.
Starete sicuramente pensando che si sta pensando al palazzetto, all’illuminazione o al riconoscimento dei diritti economici dei dipendenti o dei concorsi per assumere nuovo personale per rendere più efficiente la macchina burocratica, ma nulla di tutto ciò ma, come già qualcuno ci sta raccontando, c’è tanto altro su cui si sta lavorando, ma non per tutti…ovviamente.
Quindi, ribadiamo bene per chiarire ogni dubbio, “lasciate ogni speranza, voi che domandate”.
Dopotutto, sia a livello comunale che provinciale, il non rispondere è diventata una vera filosofia.
L’importante per loro è comunicare cose che dimostra la loro esistenza, anche se, onestamente, di certi comunicati autocelebrativi se ne farebbe anche a meno, visto che le repliche, in alcuni casi, mortificano chi li ha fatti.
Francamente ci piacerebbe leggere qualcosa di diverso, che magari abbia attinenza alle tante domande poste che non trovano risposte concrete.
Ci vediamo al prossimo, fragoroso, “silenzio”,tranquilli, “a dà a passa a nuttata”. Ad Maiora
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