In effetti dovrebbe essere proprio così, “le cose ripetute giovano“, ovvero aiutano a non commettere più gli stessi errori o, quanto meno, a migliorare la pratica, a far meglio di come si fatto precedentemente.
Se alcune cose le dice o scrive solamente una persona, allora sorge il dubbio che quel qualcosa non possa corrispondere completamente a verità, ma se il pensiero è condiviso anche da tanti altri…allora forse è lecito iniziare a pensare che probabilmente qualcosa di vero c’è.
Leggiamo infatti con piacere che molte testate giornalistiche, non solo locali, come anche il quotidiano La Sicilia, nell’edizione di ieri, 4 Novembre, riprendano molti di quei punti, che la nostra testata e molti cittadini hanno più volte ribadito, anche in riferimento alla “tessera annonaria”, anche se oggi l’ass Aiello ha smentito il ricorso ad una card, ma non dicendo nulla su come avverrà.
I disguidi nascono quando non si fa chiarezza e non si danno certezze o risposte chiare, ma per darle bisognerebbe innanzitutto averle chiare per se stessi.
Se si facesse chiarezza sicuramente nessuno penserebbe alle più disparate soluzioni, sentendo anche come altri comuni stanno gestendo o gestiranno la distribuzione, ma, fantasia a parte, ciò non giustifica comunque l’essere definiti “terroristi”, rischiando addirittura le “manette”.
Si diano le risposte che i cittadini si aspettano di ricevere, se non altro per tranquillizzarsi, ad esempio sui silos, quando saranno operativi e come si potrà prelevare e, mentre si danno informazioni, le si diano anche sulle oramai famose pompe, ma nello stesso tempo, si abbassino i toni, come anche si arginino gli interventi di chi fa da avvocato difensore, dando quasi l’impressione che da soli non si è in grado di controbattere serenamente.
Quesiti che oltre ai giornalisti, si pongono anche tanti cittadini e che vengono addirittura accusati di dire falsità, come ad esempio sulla non equa distribuzione.
Nell’articolo si legge:
“Mercoledì, dalle 9 si terrà a Palermo davanti alla sede della presidenza della Regione, una manifestazione delle popolazioni assetate delle province di Caltanissetta, Enna, Agrigento.Porterà sotto le finestre dell’ufficio del presidente Schifani la protesta e la rabbia di tre province che dalla scorsa primavera subiscono una crisi di approvvigionamento grave quanto quelle di decenni passati: una crisi peraltro prevedibile perchè da almeno un paio d’anni a causa del cambiamento climatico e della riduzione di piogge e andata diminuendo la riserva negli invasi, fonte primaria del rifornimento di queste province. Crisi ampiamente prevedibile, dunque, anche nella sua straordinaria gravità. Ma la Regione -principale soggetto competente – l’ha considerata con passo “ordinario” confidando magari nelle future piogge (c’è stata cosi una recente dichiarazione dello stesso Schifani) piuttosto che nella propria capacità/dovere di mobilitare in modo straordinario, massiccio, urgente, tutte le risorse economiche e tecniche necessarie per approntare rimedi all’emergenza in arrivo. Cosi sono stati ripescati i dissalatori dismessi da anni a Gela, Porto Empedocle e Mazara, e ne è stata programmata la riattivazione con fondi statali; e sono stati annunciati e deliberati interventi per ridurre le perdite delle reti idriche; ed è stato pure finanziato uno studio sulla fattibilità del completamento della diga Blufi. Tutto questo, però, con passo “ordinario”, si che per il ripristino dei dissalatori la previsione e di un paio d’anni, mentre occorre recuperarli e mettere in funzione subito (da Gela l’acqua dissalata potrebbe essere immessa verso l’interno della provincia nell’acquedotto Blufi realizzato fin lì), anche facendo lavorare i cantieri giorno e notte se necessario; e i soldi per finanziare i maggiori costi si possono trovare, pur negli attuali tempi di magra della finanza regionale.
La Regione, ad esempio, s’è impegnata a concorrere nel finanziamento del ponte sullo Stretto di Messina con un miliardo prelevato dal fondo di coesione e sviluppo, e altri duecento milioni da fondi europei non spesi negli anni precedenti. Ebbene: il cofinanziamento del ponte sullo Stretto e più urgente e più necessario alla Sicilia di interventi per alleviare le sofferenze delle province assetate?
La domanda è retorica, ma andava pur posta al presidente Schifani e al governo regionale e al governo nazionale: l’hanno fatto il sindaco Tesauro, i deputati regionali di questa provincia, i governanti a qualunque titolo?
E che cosa hanno fatto per ottenere risposte positive? E hanno la forza per farlo? Si vada dunque a protestare a Palermo, mercoledì.
Ma il diritto alla protesta appartiene ai cittadini assetati, e non a coloro che per mandato e responsabilità avrebbero dovuto adeguatamente difenderli, e che pure adesso dovrebbero agire con forza nelle sedi istituzionali.
Era stato assicurato alla vigilia delle amministrative di giugno a Caltanissetta che avere qui un’amministrazione di centrodestra sarebbe stato un vantaggio nel rapporto con gli omologhi governi regionale e nazionale.
Ma che vantaggio è essere gregari soltanto per credere, ubbidire e tacere?
La protesta di mercoledì sarà concomitante con il prelievo degli ultimi litri d’acqua dall’Ancipa in secca, che chiuderà per esaurimento entro una decina di giorni.
Per Caltanissetta (attualmente rifornita soltanto da quell’invaso) è ragionevole temere un aggravamento degli attuali disagi di un’erogazione ogni sei giorni che non garantisce più quel minimo di dotazione da paese civile (cento litri al giorno per abitante, secondo l’organizzazione mondiale della sanità).
Il sindaco Tesauro assicura che in alternativa all’Ancipa si attingerà ad alcuni pozzi che potranno assicurare 96 litri al secondo, addirittura più dell’attuale dotazione, e che potrà essere mantenuto un turno ogni sei giorni.
Speriamo che le parole del sindaco si concretino in verità fattuale, ma a dubitarne sembra essere egli stesso, con l’installazione di dodici silos dove i cittadini potranno andare ad attingere acqua con i bidoni: non più di 100 litri a testa al giorno.
Volontari di protezione civile – è stato detto – assisteranno chi da solo non potrà trasportare i bidoni a casa.
Basterà per rifornire una città nella quale sono moltissimi, ad esempio, gli anziani che vivono soli? Si è chiesto come farà il Comune a controllare che davvero ciascuno non prelevi più di 100 litri al giorno.
Altrove controlleranno con la tessera di identità (San Cataldo, ma come?) o con le liste elettorali (Troina, come?).
Nell’aria c’è un vago sentore di ritorno alla tessera annonaria che il governo fascista istituì nel 1940 durante la guerra limitando a 2 chili a testa gli acquisti mensili di pasta, farina di frumento e riso; aggiungendo l’anno dopo anche il razionamento del pane: 200 grammi a testa al giorno, che nel 1942 diminuirono a 150.
Allora la tessera alimentare, oggi–chissà – la tessera idrica. La storia si ripete, con una tristissima e inquietante coerenza”.
Questo l’articolo del quotidiano La Sicilia di ieri, peccato non sia firmato.
La redazione di Caltanissetta401.it coglie l’occasione per ribadire che continuerà sempre a pubblicare segnalazioni, dubbi e perplessità, proprie e dei cittadini, indipendentemente dal colore politico e da chiunque esse provengano, come anche le critiche, sempre e solo nell’interesse della collettività.
Stesso spazio verrà ovviamente consesso alle repliche di chi si sentisse chiamato in causa e voglia fornire la propria versione dei fatti, ricordando che alle critiche si risponde con parole chiare, non con minacce di vario genere, o scadendo nel personale, specialmente se dissenso o critica sono espresse civilmente e liberamente.
Ad Maiora