La Global Sumud Flotilla è stata fermata ieri sera da Israele a 80 miglia da Gaza in acque internazionali, in violazione di ogni diritto internazionale, gli attivisti sono stati arrestati.
Immediatamente dopo nelle maggiori città italiane, Napoli, Roma e Milano e tante altre le piazze si sono riempite di migliaia di cittadini per porotestare contro quanto successo.
A livello nazionale è stato proclamento uno sciopero generale per venerdì 3 ottobre e a Caltanissetta si terrà un sit-in in piazza Garibaldi dalle 10:00 alle 13:00.
Anche in Sicilia, in città come Erice, Siracusa, Gela, Montedoro, Butera e altre, i Consigli comunali discutono e si esprimono su mozioni di solidarietà per la popolazione di Gaza, per il riconoscimento dello Stato di Palestina e la richiesta di un cessate il fuoco.
Eppure, a Caltanissetta, la città capoluogo, la situazione, a livello politico sembra non interessare.
Le mobilitazioni e i dibattiti in tanti consigli comunali mettono in luce come la tragedia di Gaza e del popolo palestinese non sia più come qualcosa lontano da noi, ma richiedano azioni concrete e prese di posizioni chiare da parte delle istituzioni a tutti i livelli.
In questo contesto di crescente sensibilità, mobilità e intervento civile, la situazione nel capoluogo nisseno risulta particolare e assume un significato più ampio, considerando le proteste di piazza e quando succede al’interno di Palzzo del Carmine.
Su questo argomento, il consigliere comunale del Partito Democratico, Carlo Vagginelli, ha espresso pubblicamente la sua indignazione che riguarda una mozione presentata dall’opposizione sulla Palestina.
Le sue parole sono chiare e inequivocabili: “Come Consigliere comunale di Caltanissetta e rappresentante del Partito Democratico, ho presentato, insieme agli altri gruppi di opposizione, una mozione per chiedere che le istituzioni della città, a partire dal Sindaco, prendano una posizione, chiedano al Governo nazionale di riconoscere lo Stato di Palestina ed esprimano solidarietà nei confronti della popolazione di Gaza, anche esponendo la bandiera palestinese dal Palazzo del Comune.”
Richieste che mettono in luce un aspetto politico molto chiaro, ma l’accusa mossa dal consigliere Vagginelli è davvero pesante: “La maggioranza ha scelto di ignorare la nostra proposta e di non permettere nemmeno che venga discussa in aula consiliare.”
Questa scelta impedisce un dibattito pubblico e, cosa ancora più importante, una posizione ufficiale da parte dell’istituzione democratica più vicina ai cittadini e che li rappresenta.
Ma il rifiuto di discutere la mozione sulla Palestina non è un episodio isolato.
Solo pochi mesi fa, lo stesso Consiglio comunale aveva respinto una mozione presentata dal consigliere Gambino, mozione di Avanti Così, Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana, contro il riarmo voluto dall’Unione Europea, un tema strettamente legato alle dinamiche dei conflitti internazionali in corso.
Questa doppia bocciatura, prima sul riarmo e poi sul rifiuto di discutere la solidarietà a Gaza, evidenzia una chiara tendenza della maggioranza a evitare dibattiti su questioni di politica estera e di pace..
La mancata discussione della mozione a Caltanissetta, che contrasta nettamente con quanto avviene in comuni vicini, siciliani e italiani, solleva un interrogativo cruciale e, come è qualcuno ha giustamente sottolineato, “inquietante”.
Anche il movimento civico “Futura – Costruiamo insieme la Città” ha espresso profondo dolore e sdegno per la tragedia che si sta consumando a Gaza e presentato un ordine del giorno di 4 pagine.
Perché, nonostante le richieste chiare dell’opposizione e la crescente mobilitazione della società civile, come dimostrano le tante manifestazioni a Caltanissetta, il Consiglio comunale di questa città decide di negare persino la discussione in aula su una mozione riguardante un tema così importante dal punto di vista etico e umanitario?
Ci si sta sottraendo a un dibattito democratico e a una possibile espressione di solidarietà, dopo aver già bocciato, come detto, la mozione contro il riarmo europeo.
Da non dimenticare il divieto, o censura, ad un artista che voleva esporre un’opera dedicata alla Palestina durante la mostra presso Palazzo Moncada denominata “Microfestival trame contemporanee”.

Però subito dopo il 7 ottobre del 2023, qualcuno chiese che venisse proiettata la bandiera israeliana sulla facciata del comune per solidarità
Qual è il messaggio politico che si vuole trasmettere, o meglio non trasmettere, attraverso questo silenzio istituzionale su questioni di pace e diritti umani?
Questo silenzio diventa ancora più significativo e, forse, inquietante se lo si confronta con il fermento che, sia in provincia che altrove, sta spingendo diverse amministrazioni a prendere posizioni nette.
In un periodo storico come quello attuale la politica deve farsi portavoce delle istanze dei cittadini e la situazione di Caltanissetta invita a una riflessione.
Può davvero la politica che amministra Caltanissetta rimanere immobile mentre intorno a sé e sotto le proprie finestre si sviluppa un movimento di solidarietà e impegno civile sul tema palestinese?
Ad Maiora
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