Sul palco di Atreju amici e nemici, dall’argentino Milei a Bertinotti e Letta. Confronto Nordio-Anm. Tra gli ospiti la ministra israeliana che vuole il reinsediamento in altri Paesi degli abitanti di Gaza
Nessuna preoccupazione, risponde il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, per l’arrivo a Roma, alla festa di Atreju, della ministra israeliana Gila Gamliel. Nell’ottobre del 2023 ipotizzò di trasferire tutti i palestinesi della Striscia di Gaza in Egitto, creando una zona cuscinetto a protezione di Israele. Una proposta sulla quale è tornata più volte, aggiustando ogni volta parole e concetti: nei mesi, il progetto di espulsione di massa – che è
arrivato a imbarazzare persino il premier Benjamin Netanyahu – è diventato di «reinsediamento
volontario» finanziato da contributori internazionali (e con il Congo, secondo fonti di governo mai smentite, pronto a prenderseli).
Gamliel sarà sul palco di FdI in rappresentanza della destra israeliana. Per riequilibrare la sua presenza e dare vanto alla dimensione internazionale del suo governo, Giorgia Meloni ha voluto anche il primo ministro libanese Najib Miqati, alle prese con il fragile cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah.
Amici e nemici, dunque. Tutti insieme appassionatamente sulla carovana meloniana che nell’edizione 2024 pianta le tende al Circo Massimo.
La taglia della location si è ingrandita e rispecchia le misure governative.
Certo, quello che manca è il classico momento che Nanni Moretti chiamerebbe “What a fuck!”. Per intenderci, il miliardario Elon Musk l’anno scorso.
Sempre che non si avveri il sogno impossibile di avere Donald Trump, evocato ieri da qualcuno di FdI, visto che il presidente incaricato sarà a Parigi per la riapertura di Notre Dame.
L’ospite di punta sarà Javier Milei, il presidente argentino ultracapitalista che di fatto incarna dentro di sé un po’Musk e un po’Trump, e che in questo modo ricambia la recente visita di Meloni a Buenos Aires. Qualche giorno fa il compagno Fausto Bertinotti, parlando di Atreju a Tagadà, su La7, ha fatto una considerazione sulla premier che è un biglietto da visita perfetto per inquadrare la festa annuale di FdI: «La cifra attuale della presidente del Consiglio è la doppiezza, Meloni porta il loden di chi l’ha preceduta sulla scena internazionale, e porta il giubbotto borchiato nella contesa interna: è l’altra faccia che tiene sistematicamente anche in Parlamento, quella del combattimento, contro chi non è più avversario ma nemico».
Bertinotti, ex segretario di Rifondazione comunista, ex presidente della Camera, sarà tra gli ospiti. È la sua seconda volta. C’era già stato nel 2006, quando era al vertice di Montecitorio, e sul palco si confrontò con Gianfranco Fini, allora leader di An, Meloni, moderava.
La premier è inebriata dalla battaglia politica. Da premier non fa nulla per mascherare l’insofferenza verso gli avversari che di volta in volta la sfidano, e le complicano le attività di governo. Come la sinistra e la magistratura.
Eppure, da leader è lei a offrire loro un palco, con la stessa logica di sempre ad Atreju, dei mondi opposti che si confrontano.
Il ministro della Giustizia dialogherà (o litigherà) con il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. A Bertinotti è stato riservato un panel più pop, con il conduttore Paolo Bonolis e Pietrangelo Buttafuoco, intellettuale organico spedito a presiedere la Biennale di Venezia.
Ci sarà Enrico Letta, l’ex segretario del Pd, con cui Meloni ha duellato e vinto nel 2022. Ci sarà
Giuseppe Conte, presidente del M5S, che l’anno scorso non fu invitato, ma non ci sarà Elly
Schlein, che l’anno scorso invece rifiutò l’invito. Il premio Atreju andrà a Olivia Maurel, attivista
nata da gestazione per altri, impegnata per l’abolizione a livello internazionale di questa
stessa pratica.