La denuncia è dell’Mdt di Enna
Mentre a Caltanissetta tutto tace, come se le cose andassero bene, a Enna c’è molta apprensione.
Al netto delle sintetiche comunicazioni di Caltaqua, relative al calendario di distribuzione, la città vive in uno stato di silenzio/assenso, rassegnazione e attesa, molti se ne fregano, come se il problema non li riguardasse, mentre c’è chi vorrebbe sapere che succederà se e quando l’Ancipa resterà a secco e come si interverrà per sopperire gli 80/90 litri/ secondo che attualmente rifornisce la città.
Si è fermi al discorso pozzi e silos, ma sia dell’uno che dell’altro nulla si sa di preciso.
I pozzi sono già in funzione ? Quanti litri al secondo forniscono o forniranno a Caltanissetta ? Abbiamo letto 54 litri/secondo, ma sono da dividere con altre città o no ?
Domanda che non hanno, al momento, risposte.
Altro discorso sono i silos, che non sono quelli della famosa foto, magari lo fossero stati, almeno avremmo avuto la certezza di averli già in sede, visto che nulla si sa e che secondo quanto riferito da sindaco, servirebbero ad aiutare quelle famiglie che non arrivano ai 6 giorni, smentendo chi ipotizzava che sarebbero serviti per rifornire la città una volta chiusa anche l’Ancipa.
A Enna a parlare del grave stato di emergenza idrica è Fabio Bruno, presidente del Movimento per la difesa dei territori, che pone l’accento su una situazione già accertata.
Manca ormai poco all’esaurimento totale della diga, che le autorità hanno fissato tra il 15 e il 20 novembre, e aumenta la preoccupazione di cittadini e associazioni che temono gravi ripercussioni.
Bruno ha spiegato che “a oggi stimiamo un residuo d’acqua di circa 800 mila metri cubi, ultimo dato ufficiale di 1,266 milioni di metri cubi risale al 7 ottobre con un consumo di circa 25 mila metri cubi al giorno, ma dalla Cabina di regia e dall’Autorità di bacino niente, silenzio tombale” accusa il presidente del Movimento sottolineando che si tratta comunque “di un quantitativo massimo teorico, potrebbe essere ancora inferiore per via dei residui di fondo dell’invaso” e aggiunge “stiamo già intaccando la riserva dell’invaso destinata all’ittiofauna, ma non risulta che stiano ancora trasferendo i pesci in un altro invaso”.
Bruno si e poi soffermato su un altro aspetto: “480 mila metri cubi dovrebbero essere riservati ai soli Comuni che non hanno alternative, ma ad oggi la curva del livello dell’acqua dell’invaso continua a decrescere con la stessa pendenza, quindi molto probabilmente si continua ad erogare lo stesso volume d’acqua anche a tutti gli altri Comuni” dice Bruno, che parla poi di perplessità sui dati dell’invaso Ancipa.
Per meglio comprendere il tutto, ha inviato ai principali enti coinvolti una serie di richieste sotto forma di accesso civico “sia per saperne di più ma soprattutto nella speranza che servano da stimolo per mettere in atto una strategia migliore dell’attesa delle piogge”.
A Siciliacque e stato chiesto l’elenco dei volumi erogati mensilmente dall’Ancipa negli ultimi dieci anni suddivisi per utilizzo (potabile, agricolo e industriale) e per provincia servita e l’elenco degli interventi eseguiti sul sistema Ancipa negli ultimi dieci anni ed elenco degli interventi in programmazione.
All’Autorità di bacino e stato sollecitato l’elenco dei livelli di precipitazione media mensile al bacino sotteso dallo sbarramento negli ultimi dieci anni, e anche l’elenco del volume medio mensile invasato alla diga Ancipa degli ultimi dieci anni.
Ma come spesso accade le risposte tardano ad arrivare, specialmente quelle poco piacevoli e nel silenzio “globale” non resta altro da fare alzare gli occhi al cielo sperando che piova.
Ad Maiora