Il tema dell’accessibilità e dei costi dell’abitare è entrato finalmente sotto i riflettori dell’Unione Europea.
Tant’è che a gennaio scorso, finalmente, il Parlamento Europeo ha istituito una Commissione speciale dedicata all’housing, e il 18 settembre 2025 questa importante Commissione si è riunita a Palazzo Reale di Palermo, sede del Parlamento Siciliano.
Il Sindacato inquilini ANIA con il suo Segretario Nazionale Andrea Monteleone ed il collega dirigente Regionale della Confederazione sindacale Sinalp, sono stati invitati a partecipare alla seduta svoltasi a Palermo.
Il Segr. ANIA Andrea Monteleone ha avuto nodo di affermare il punto di vista del sindacato rappresentato in merito all’emergenza abitativa dichiarando di apprezzare finalmente la volontà del Parlamento Europeo di voler affrontare questo difficilissimo problema sociale.
La casa è tornata ad essere un’emergenza sociale ed economica, e non più confinata, per l’Europa, a fasce marginali, ma capace di coinvolgere ampie porzioni della popolazione, soprattutto giovani, famiglie monoreddito, anziani, e dare il via ad un nuovo sviluppo economico, occupazionale e sociale.
L’abitare, infatti, non è un semplice diritto sociale, ma un bene primario che incrocia altre condizioni strutturali ed essenziali di una Nazione, quali servizi, trasporti, urbanizzazione, sostenibilità ambientale, e in generale la qualità della vita urbana.
In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una crescente difficoltà nell’accedere ad una casa in affitto o di proprietà per le famiglie del ceto medio o medio-basso, compromettendone l’inclusione sociale, lo sviluppo equilibrato delle città, e amplificando le tensioni sociali che spesso sfociano in azioni violente e cariche di rabbia sociale.
Negli ultimi anni l’Europa e l’Italia hanno assistito a dinamiche, volute o meno, che hanno creato un aumento vertiginoso dei prezzi degli immobili e dei canoni di locazione, con picchi nelle grandi città.
Abbiamo assistito, inermi, all’aumento tragico della carenza di alloggi disponibili, in particolare di edilizia popolare e sociale, rendendo inutili quegli enti pubblici che dovrebbero invece gestire questo tipo di edilizia.
Ormai si è preponderantemente inserita nel mercato immobiliare italiano e siciliano la crescita esponenziale e la diffusione delle locazioni brevi turistiche, che riducono sempre di più l’offerta di case per le famiglie ed i cittadini residenti, alterando i mercati immobiliari locali.
Queste dinamiche, che hanno caratterizzato il mercato immobiliare negli ultimi 15 anni circa, si sono sviluppate e consolidate per una assenza di un vero piano casa di lungo respiro, capace di incidere strutturalmente sull’equilibrio tra domanda e offerta, ed in grado di far ritornare utili ed essenziali gli Enti pubblici adibiti alla gestione dell’abitare sociale.
La memoria storica, ha dichiarato il Segretario ANIA Andrea Monteleone, ci rimanda al cosiddetto “Piano Fanfani” (1959-1963), che attraverso l’INA-Casa riuscì, in soli 4 anni, tempistica oggi purtroppo irraggiungibile ed impensabile, a garantire un’abitazione dignitosa a milioni di famiglie italiane, con un approccio integrato che coniugava edilizia, servizi e sviluppo sociale.
Oggi, purtroppo, come ANIA da tempo denunciamo la mancanza di una vera strategia di pari respiro o quantomeno similare.
Quelle poche occasioni che hanno affrontato le politiche abitative e la relativa emergenza, sono state frammentate, emergenziali e subordinate più alle logiche di mercato che ai bisogni delle famiglie italiane.
Come sindacato inquilini ANIA chiediamo, per l’ennesima volta, veri piani nazionali e regionali coordinati per aumentare l’offerta di edilizia sociale e calmierata.
Politiche urbane che limitino gli effetti distorsivi delle locazioni brevi, senza criminalizzarle, ma integrandole in un equilibrio sostenibile, attraverso piani di riqualificazione del territorio urbano. Dai Dati Statistici ufficiali risultano circa 10 milioni di unità immobiliari sfitte in tutta Italia ed in Sicilia queste unità sono circa 1 milione.
Ma questi dati statistici non fanno distinzione tra le unità immobiliari non abitabili ed in stato di abbandono nelle grandi città, tra le seconde case nelle località turistiche e quindi non fruibili per un uso abitativo sociale, e quelle realmente fruibili e presenti nelle aree urbane, che sono la minima parte del loro totale.
Forti di questi numeri alcune organizzazioni sindacali, continuano ad opporsi, a lanciare strali contro ogni tentativo di programmare e realizzare nuovi piani di edilizia sociale e pubblica, anche valorizzando e ristrutturando tutte quelle unità immobiliari, presenti nelle aree urbane, che ad oggi non sono fruibili, per non aumentare la cementificazione delle città.
L’ANIA da sempre chiede investimenti su rigenerazione urbana, mobilità e servizi di prossimità. Servizi di prossimità essenziali per evitare che le nuove abitazioni diventino dormitori isolati e privi di qualsiasi genere di connessioni trasformandoli in ghetti.
Altro importante ed essenziale intervento è il dare vita a strumenti di sostegno diretto a giovani e famiglie per l’accesso alla casa, andando oltre i semplici bonus temporanei, utili solo a dare un momento di respiro a quelle famiglie che ormai sono tecnicamente fuori dal mercato immobiliare, e che si configurino come vere politiche di welfare abitativo.
La casa, in fondo, non è solo un bene economico, ma un diritto sociale riconosciuto dalle Carta Costituzionale e un presupposto di dignità, sicurezza e inclusione.
Rimettere questo tema al centro delle agende politiche europee e nazionali significa finalmente investire sul futuro delle comunità con una visione sociale ed economica che va ben oltre la semplice rincorsa al consenso fine a se stesso.
La Segreteria Nazionale ANIA Roma – Dr. Andrea Monteleone aniainquilini@gmail.com
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