«L’abbattimento dell’Antenna RAI è illegale perché costituisce reato di “distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento di beni culturali o paesaggistici” ai sensi dell’art. 518-duodecies del Codice penale». Così il Presidente di WWF Sicilia Centrale, Ennio Bonfanti, dopo l’annuncio di RAI Way di procedere all’immediata demolizione dell’impianto radio a seguito dell’ordinanza n. 407/2025 del TAR Palermo che, lo scorso 18 luglio, ha rigettato l’istanza di sospensiva presentata dal Comune di Caltanissetta in sede di ricorso avverso il Decreto regionale dello scorso maggio che aveva revocato il vincolo di bene culturale dell’Antenna RAI apposto nel 2022. «Ma l’Antenna non può essere demolita perché né la Regione né il TAR hanno mai rimosso il precedente – ma tutt’oggi vigente – Decreto dell’Assessore regionale dei Beni Culturali n. 7732 del 1995 con il quale l’Antenna Rai è individuata quale “bene culturale” di interesse pubblico in quanto inclusa negli “elenchi dei principali beni culturali” compresi nell’area sottoposta a vincolo. Nelle scorse settimane – ricorda Bonfanti – avevamo inviato ben due diffide proprio per avvertire l’Amministrazione comunale di Caltanissetta che, autorizzando RAI Way alle opere di abbattimento, avrebbe esposto i propri dirigenti e responsabili del procedimento ad una denuncia all’Autorità giudiziaria per l’abusiva demolizione di un bene culturale vincolato ed oggetto di tutela penale».
IL WWF, in proposito, ricorda che né il Sindaco né il Dirigente della Direzione “lavori pubblici” né il Segretario generale hanno dato seguito a tali istanze formalmente notificate; addirittura la Direzione “lavori pubblici” ha archiviato senza adeguata motivazione la richiesta dell’Associazione ambientalista di “disporre l’annullamento d’ufficio e revoca in via di autotutela” della Segnalazione Certificata Inizio Attività (SCIA) presentata da RAI Way S.p.A. per la demolizione/smontaggio dell’Antenna.
«Invece di annunciare un appello al Consiglio di Giustizia amministrativa – assolutamente inutile in quanto arriverebbe a danno fatto – il Sindaco di Caltanissetta avrebbe potuto e dovuto sospendere la SCIA in base ai rilevanti motivi in fatto ed in diritto illustrati nelle nostre diffide– commenta amaramente Bonfanti –unica, elementare ed evidente azione amministrativa che avrebbe salvato l’Antenna. In realtà il Sindaco sarebbe ancora in tempo, se realmente la volontà dell’Amministrazione fosse quella di conservare questo bene di notevole rilevanza storica, antropologica e tecnico-scientifica…».
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