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Banchieri, dirigenti, cronisti e anche parenti: ecco chi erano gli “spiati” dalla banda guidata da Pezzali e Gallo con l’aiuto di agenti infedeli

Last updated: 27/10/2024 7:16
By Redazione 107 Views 3 Min Read
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C’erano banchieri, i vertici di società legate al ministero dell’Economia, giornalisti ma anche familiari e soci in affari tra le persone “spiate”, attraverso gli accessi “abusivi” a banche dati strategiche, nella presunta attività di dossieraggio che vedeva tra le persone coinvolte il presidente della Fiera di Milano, Enrico Pazzali, l’ex poliziotto Carmine Gallo e diversi appartenenti alle forze dell’ordine ancora in attività, come il maresciallo della Guardia di Finanza Giuliano Schiano, operativo della Dia nella sezione di Lecce.

Tra gli obiettivi dell’associazione a delinquere c’erano Paolo Scaroni, ex ad di Eni e presidente del Milan, Giovanni Gorno Tempini, ex presidente di Fiera Milano e numero uno di Cassa Depositi e Prestiti, il banchiere Massimo Ponzellini, ex presidente di Bpm, Ginevra Csillaghy Furstenberg, figlia di Virginia, nipote di Gianni Agnelli, i giornalisti Giovanni Pons di Repubblica, Gianni Dragoni de Il Sole 24Ore e Andrea Deugeni di Milano Finanza. Alla ‘banda’ si sarebbe rivolto anche Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica Leonardo, per provare a intercettare la fidanzata. Tra i “clienti” ci sarebbero stati anche manager di Barilla ed Erg, il colosso dell’energia della famiglia Garrone.

Nel primo caso, al centro del dossier di sarebbe stato Deugeni, con un senior vice president security della multinazionale del cibo che avrebbe preso contatti con la Equalize di Gallo e Pazzali per scoprire chi fossero le sue fonti all’interno del gruppo che gli passavano notizie riservate, come anticipazioni sul cambio del management.

Per farlo – stando alla ricostruzione riportata nell’ordinanza di custodia cautelare – viene chiesto esplicitamente di acquisire i tabulati e i dati sul traffico telefonico del cronista.

“La strada da percorrere si può percorrere, parlo con i miei”, gli dice intercettato Gallo. “Ovviamente non ci sono, diciamo limiti di natura di nessuna natura – risponde il manager – nel senso che il tema è importante quindi si investe quello che c’è da investire”.

Per quanto riguarda Erg, invece, il contatto è uno degli ‘internal auditor’ della società che chiede di attivare “intercettazioni” sui device di alcuni dipendenti, poiché erano sospettati di effettuare operazioni di trading online durante l’orario di lavoro, si legge nell’ordinanza del gip Fabrizio Filice che ha portato all’arresto ai domiciliari con braccialetto elettronico Gallo e altre tre persone, mentre sono stati interdetti per 6 mesi dalla professione Schiano e Marco Malerba, sovrintendente della Polizia del commissariato di Rho.

Tra le banche dati nelle quali si sarebbero infilati gli appartenenti all’associazione a delinquere c’erano quelle del ministero dell’Interno e dell’Agenzia delle Entrate.

Un numero di accessi abusivi “molto rilevante”, scrive il giudice, in cambio dei quali i due – secondo la ricostruzione della procura di Milano – avrebbero ricevuto “elargizioni economiche di varia natura” da parte della Equalize.

Tra le varie, nell’ordinanza, vengono citati uno “stabile” pagamento di “1.300 euro al mese” per Schiano e il “servizio di consulenza legale e mediazione stragiudiziale” in una controversia civile di “carattere personale” di cui avrebbe beneficiato Malerba.

Circostanze che, secondo il giudice, ben fotografano lo “stabile asservimento” dei due agli interessi privati.

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