Mai come questa volta la classica frase “preparate i popcorn e mettetevi comodi”, trova il giusto utilizzo
Stiamo per assistere a uno spettacolo degno del miglior teatro dell’assurdo, va in scena un classico ….l’antenna Rai, rappresentazione tragicomica in due atti e mezzo.
Atto Primo: L’urgenza del consiglio comunale monotematico del 19 Giugno in seduta ordinaria, avente all’ordine del giorno la Proposta di deliberazione n. 55 del 12/06/2025: “Situazione Antenna RAI“
Il 19 giugno, il Consiglio Comunale si riunirà per discutere un unico, cruciale, punto all’ordine del giorno: “Situazione antenna Rai”. Un’urgenza assoluta e impellente, come se dovesse decidere tra mantenimento e demolizione e come se non ne esistessero altri di più urgenti e importanti. Ma è un tema che ha tenuto e tiene tutti col fiato sospeso, una questione che, evidentemente, non poteva aspettare un minuto di più, anche per chiarire alcuni aspetti.
Ovviamente rigorosamente seduta ordinaria, si è evitato di farla aperta, probabilmente si è voluto evitare di ascoltare la “società civile”, che sicuramente non parla il politichese.
Consiglieri e giunta, sicuramente al gran completo, li vedremo tutti tesi e concentrati, pronti a sviscerare ogni minimo dettaglio di questa complessa vicenda che si trascina da oltre un decennio. Magari qualcuno si commuoverà nel raccontare la sua vita sotto lo sguardo silenzioso dell’antenna e della sofferenza nel non vederla più rientrando in città, qualcun altro penserà, anche se non lo esternerà “ni livammu un pinsiri”, ma si sa, come solitamente avviene dopo il trapasso, del “de cuius” bisogna parlane solo bene.
Atto Secondo: Il colpo di scena dell’ultimo minuto o meglio, di tre giorni prima.
Ma ecco il colpo di scena, il 16, come un fulmine a ciel sereno, meglio dire con un cartello affisso alla recinsione della zona antenna, è apparsa la fatidica SCIA che annuncia l’inizio dei lavori di smantellamento, soltanto tre giorni prima del consiglio del 19.
Tranquilli avete letto bene il 16, non abbiamo sbagliato a scrivere, non lo stesso 19 giugno o il giorno dopo la discussione consiliare, quando potevano benissimo dire di non saperlo, ma tre giorni prima.
La domanda sorge spontanea, che senso ha allora tutto questo?
Si potrebbe pensare a uno scherzo, ma è tutto vero. Ma ahimè, qui si parla di denaro pubblico, e lo spreco, in questo caso gettoni e straordinari vari, si sa, non fa mai ridere, tranne per chi incassa. Quale la logica dietro questa tempistica?
Atto Terzo e mezzo: Il valzer delle responsabilità e il fantasma delle “Cavallette”
Ma non siamo ingenui, sappiamo bene che dietro ogni mossa politica, soprattutto quando si tratta di antenne cadenti e denaro che evapora, c’è sempre un qualcosa di più profondo. L’ipotesi più accreditata è che questa mossa serva a permettere all’amministrazione in carica di scrollarsi di dosso ogni responsabilità, puntando il dito, con la solita elegante disinvoltura, sugli “storici avversari”, le amministrazione precedenti, un classico.
Peccato però che la memoria dei cittadini, a volte, ancora esiste.
Molti degli attuali amministratori, tra maggioranza e giunta, hanno sostenuto in passato l’amministrazione Ruvolo, e non dimentichiamo neanche che, durante la sindacatura Gambino, il “capo” di questa amministrazione aveva promesso 500 mila euro, per contribuire alla risoluzione del problema antenna. Peccato che di quei soldi non arrivò mai neanche un euro, lasciando l’antenna al suo destino e noi con un pugno di mosche in mano. Per non dire che quando si era in opposizione ci si strappava le vesti pur di salvarla.
Quindi se si pensa di fare il classico scarica barile, questa volta attenzione perchè il boomerang che si tenderà di lanciare potrebbe tornare indietro e colpire proprio chi lo ha lanciato.
Ma in fondo, forse l’unico vero obiettivo di questa tragicommedia è quello di “piangere con un occhio” e, con una mossa disperata, di salvare il salvabile.
Si spera infatti che a questo punto che si tenti proprio di salvare il salvabile e di evitare che il parco circostante diventi preda dei soliti speculatori, anche perchè, come detto durante la recente conferenza stampa, i locali possono immediatamente essere trasformati in civile abitazione, grazie al Decreto Salva Casa, altro discorso sono i tanti ettari di terreno, oltre una decina, sui quali insite un vicolo di “basso livello”, ed è su questo che bisogna vigilare bene per evitare che qualche abile manina faccia il solito furbesco “giochetto”.
Ma forse sarebbe stato il caso di attendere la prossima riunione con RAI WAY, che pare dovrebbe tenersi a breve, per capire le loro intensioni, solo dopo sarebbe stato logico un consiglio comunale monotematico e magari aperto a cittadini o associazione, che potrebbero dare un contributo con idee e suggerimenti, per poi stilare una serie di proposte da portare al tavolo della discussione/contrattazione.
Andar lì e proporre un qualcosa senza alcuna voce in capitolo o potere contrattuale, piaccia o no loro sono i proprietari, e senza sapere le loro intenzione, non pensiamo abbia molto senso, ma sicuramente loro sono quelli “bravi” e “competenti”.
Non vorremmo rivedere il ripetersi di quanto successo anni e anni fa con il Parco Testasecca e il ritorno delle famose “cavallette”, chi ha i capelli bianchi ricorderà sicuramente, quelle figure che in passato hanno dimostrato una sorprendente capacità di lottizzazione e spartizione.
Insomma, il 19 giugno ci aspetta una riunione consiliare che si spera non si svolga tra accuse reciproche e/o difese di parte e nulla più.
Ma non disperate perché in fondo, anche dalle situazioni più grottesche, si può sempre trarre qualche spunto utile.
Bisogna, proprio nelle situazioni tragiche, trovare sempre un qualcosa di positivo e cioè che la demolizione dell’antenna non diventi il simbolo della nostra capacità di non prenderci cura di quello che abbiamo e di piangere lacrime, di coccodrillo, quando poi si perdono.
Nel frattempo, possiamo solo sperare che un prossimo consiglio monotematico non abbia all’ordine del giorno la discussione a posteriori su:
“Situazione Piscina”, definitivamente chiusa, sempre che non arrivi qualche aiutino economico.
“Situazione Università”, magari chiusa se non si nomina al più preso il suo presidente.
“Situazione Policlinico” nel frattempo fatto a Enna.
“Situazione Miniere”, oramai collassate per prolungato abbandono.
Questi sono gli ultimi “beni” sui quali bisogna impegnarsi seriamente e che vanno al più presto affrontati e magari risolti, prima che sulla città si abbassi definitivamente la saracinesca.
Solo affrontando seriamente questi temi, come anche qualche altro, chiedendo conto a chi ha promesso e non mantenuto, a chi deve fare e non fa e a chi deve vigilare, solo allora si potrà parlare veramente di vero amore per la città, per evitare di passare alla storia non come coloro che dovevano far rinascere la città, ma come i “breakers”, i demolitori.
Pensiamo al futuro, con i “si poteva” non si va avanti, si rischia solo di piangersi addosso lasciando nel mentre che le “demolizioni” continuino. Ad Maiora

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