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Caltanissetta: Chiedere è lecito, rispondere (non è più) cortesia

Last updated: 01/11/2024 13:31
By Sergio Cirlinci 247 Views 6 Min Read
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La situazione è giunta al collasso, anche se molti non dicono nulla, dei pozzi, dei silos e delle pompe non si hanno notizie e se si chiedono risposte o si fanno domande, si viene tacciati di fare “terrorismo psicologico” e si rischia di essere “ammanettati”.

Siamo al paradosso, attaccati sono coloro che chiedono e non coloro che dovrebbero rispondere.

Si viene accusati anche di recare un danno all’immagine alla città, quale immagine verrebbe da dire, per il sol fatto di aver coinvolto i media ragionali, nazionali, internazionali e deputazione, almeno quella che ha avuto il coraggio di venire a toccare con mano la desolante situazione, ma forse si sarebbe preferito nascondere la polvere sotto il tappeto.

Il buon assessore Caracausi passò alla storia, si fa per dire, per la sua frase, pronunciata nel novembre 2019 “Piscina aperta il prima possibile”.

Dopo quel giorno e da quella sua dichiarazione furono 5 anni di un ricordarlo continuamente, come anche il chiedere, giustamente, lo stato dei lavori della piscina e, visti i tanti errori, si chiesero più volte che fosse sostituito o le sue dimissioni.

Nessuno osa immaginare cosa sarebbe successo o cosa si sarebbe chiesto oggi, se il colore della nuova amministrazione fosse stato diverso.

Ma su questo è meglio stendere un velo pietoso, considerato che per molti adesso va tutto bene.

Oggi pur assistendo ad assessori che, nelle loro dichiarazioni pubbliche, non ne azzeccano una, tutti coloro che, nel caso a governare la città fossero stati altri, che avrebbero, avendo pienamente ragione, scatenato l’infermo, oggi di certe “sparate”, poco felici, nulla dicono, anzi qualcuno gli da pure ragione.

Si aspetta ancora di conoscere il piano B quando chiuderà l’Ancipa, sempre che non sia terrorismo anche questo, aspettiamo di sapere chi sarà in nuovo presidente del Consorzio Universitario, aspettiamo di saper che se ne farà dell’Antenna Rai, aspettiamo di sapere tante altre cose, molte erano quelle che gli attuali governanti, quando sedevano all’opposizione, giustamente chiedevano a chi allora governava la città…ma oggi queste cose si sono dimenticate.

E’ terrorismo chiedere ad esempio che succederà se, come dicono gli addetti ai lavori, l’Ancipa chiuderà i rubinetti ? E’ terrorismo chiedere che fine hanno fatto i silos, che dovevano servire ad aiutare i cittadini che non arrivano ai 6 giorni di turnazione ? E’ terrorismo chiedere quanta acqua realmente i pozzi daranno la città ? E’ terrorismo chiedere come mai in alcune zone l’acqua arriva quasi ogni giorni, in altre ogni sei, mentre in altre non arriva da più di 4 mesi ?

Nessuno vuol fare terrorismo, si vorrebbe solo sapere cosa c’è dietro il classico “stiamo lavorando”, ma probabilmente la mancanza di chiarimenti è legato al fatto che non c’è nulla da sapere o da dire.

Come dimenticare i selfie estivi alla ricerca dei pozzi, i brindisi, come dimenticare i tanti tavoli tecnici, le tante altre riunioni, ma al netto delle tante ore di discussione, nulla cambia e nulla si sa.

I cittadini andrebbero, oltre che ascoltati, anche messi a conoscenza del lavoro svolto in questi mesi, da chi ha partecipato a quei tavoli, se non altro per allontanare le giuste preoccupazioni, invece ascoltiamo solo silenzi, accuse e rimproveri.

Un amministratore pubblico dovrebbe svolgere il ruolo del buon padre di famiglia che, oltre a trovare tutte le soluzioni ai problemi, cerca, nello stesso tempo, di dare serenità e tranquillità alla propria famiglia.

Se un padre però, invece di dare risposte, attacca i propri familiari, non può certo considerarsi un buon padre, meglio definirlo un padre padrone.

Ma un padre è il padre, piaccia o no è la natura ad avercelo dato e di conseguenza non lo si può di certo sostituire, ma un politico, se non risponde e addirittura attacca chi pone quesiti leciti, si può benissimo cambiare, probabilmente non è in grado di svolgere il delicato ruolo assegnatogli, fatto anche di sensibilità e del sapersi immedesimare in chi giornalmente conduce una battaglia.

Colpisce che anche loro, lo ripetono sempre, sono anch’essi dei cittadini e di conseguenza patiscono, come il resto dei nisseni, la crisi idrica, ma, come succede ai i loro “amici”, cercano di “alleggerire” l’impatto sulla vita quotidiana, magari per non andare a disturbare chi andrebbe disturbato, politici e gestori.

Ma signori questa è la politica, dove non sempre chi ci governa è il migliore, anche perchè solitamente i migliori sanno farsi valere e danno risposte serie e concrete, in più se a governarci, oggi come ieri e a tutti i livelli, ci fossero i migliori, forse non ci troveremmo nello stato in cui siamo costretti a vivere nel 2024.

Ma per molti la miglior parola è quella che non si dice…pari mali.

Ad Maiora

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