Riceviamo e pubblichiamo
“La scrivente Organizzazione Sindacale, pur avendo come missione statutaria primaria la difesa dei diritti dei lavoratori, non può sottacere ad una situazione, di cui ha viva testimonianza, di grave e di potenziale pericolo a cui sono soggetti quotidianamente centinaia di cittadini ed utenti che questa O.S. cercherà di rappresentare.
È noto che la via Luigi Monaco è una arteria viaria che collega la Città di Caltanissetta con quella di San Cataldo. Lungo tal arteria sono ubicate le più importanti strutture sanitarie del Consorzio Comunale e cioè il Presidio Ospedaliero San Elia, la R.S.A. dove attualmente sono stati spostati molti servizi e ambulatori del Poliambulatorio di via Malta e la sede centrale dell’A.S.P. di Caltanissetta. Inoltre, vi insistono altri luoghi ad alto tasso di frequentazione: una struttura religiosa, il CEFPAS, vari negozi di vicinato, locali pubblici di somministrazione di alimenti e bevande e un parco pubblico.
Questo concentrato di servizi, specie quelle di natura sanitaria, fa sì che, ogni giorno, centinaia di persone si rechino in tali strutture per ricevere cure mediche o per visitare i propri cari; per disbrigare le pratiche; per assistere alle lezioni universitarie pertinenti al tirocinio, per svolgere attività ludico ricreative.
Tuttavia, sebbene l’obiettivo principale sia quello di prendersi cura della propria salute, molti pedoni sono costretti ad affrontare un rischio silenzioso e pericoloso lungo il tragitto: l’eccessiva velocità delle auto che percorrono via Luigi Monaco in entrambi i sensi di marcia.
Poi, la carenza di segnali stradali accentua una situazione già di per sé critica: molti automobilisti, presi dalla fretta di recarsi al posto di lavoro o dalla disattenzione, incentivati dalla presenza di una strada ampia e rettilinea, ignorano i limiti di velocità, mettendo in pericolo i pedoni. La via, che conduce a questi luoghi di cura o di svago, dunque, non offre una protezione adeguata a chi cammina a piedi, poiché sono assenti attraversamenti pedonali ben segnalati, marciapiedi abbastanza larghi o zone sicure dove fermarsi in attesa di attraversare, senza tralasciare l’assenza di una chiara segnalazione della fermata del trasporto urbano e di puntuali dissuasori di velocità. Basta porsi come spettatore nel tratto rettilineo di tale via, nelle ore di punta, per assistere allo sfrecciare di veicoli a velocità eccessive.
L’asfalto diventa, pertanto, una giungla in cui l’incapacità di rallentare e la frenesia della guida possono trasformare un semplice tragitto a piedi in una situazione di vita o di morte. Solo il caso ha voluto che fino ad oggi gli incidenti che si sono registrati non sono stati mortali.
La sicurezza delle persone, che si spostano a piedi verso le strutture sanitarie e verso altri luoghi di pubblica utilità, deve essere una priorità di tutte le istituzioni che governano o che hanno la responsabilità della pubblica sicurezza. Solo attraverso politiche di sicurezza stradale più rigorose e una certa progettazione e regolamentazione del trasporto urbano pubblico e privato, si potrà ridurre il rischio di incidenti e proteggere coloro che si servono di tale arteria stradale all’uopo.
La vita di ogni pedone è preziosa e fare tutto il possibile per proteggerla non è solo un dovere civico, ma un obbligo morale di tutti coloro che lo Stato ha dato il potere di attuarlo in base al proprio Ufficio.
Distinti Saluti.
Il Segretario Generale Provinciale FIALS CONFSAL
Gioacchino Zuppardo”
