Sembra di essere tornati indietro di cent’anni
Un secolo per i panni le donne si recavano alla fontana, mentre i piatti si lavavano in casa con l’acqua portata dai carretti.

Oggi, 2024, a Caltanissetta i panni sporchi si accumulano, per piatti si usano quelli di carte, con aumento dei costi e della plastica da gettare, con conseguente aumento dell’inquinamento.
Una scelta obbligata visto che l’acqua non esce regolarmente dai rubinetti e può capitare che quando arriva sia torbida o non potabile.
Il razionamento è con turni settimanali: ogni 6 giorni, se non saltano, mentre a non saltare sono le bollette, una precisione svizzera.
Questa è la situazione, però guai a lamentarsene.
“Rimango sveglia tutta la notte sperando che l’acqua arrivi, l’altro giorno ero troppo stanca e mi sono addormentata rimanendo con il serbatoio vuoto, perchè senza motorino l’acqua non arriva”, ci racconta una lettrice, una signora non più giovane che preferisce rimanere anonima.
C’è il rischio di una crisi oltre che idrica anche igienico-sanitaria.
Chi può permetterselo si paga le autobotti, per 10.000 litri servono ormai 150,00€, ma chi non può usa quella dei recipienti.
Attenzione poi a non rimanere senz’acqua nel fine settimana, ai numeri messi a disposizione non rispondono, probabilmente il servizio non è attivo nel fine settimana, ma questo nessuno di coloro che si erano affrettati ad annunciare le bella notizia, ha avuto l’accortezza di dirlo.
Case, ristoranti, fast food, panifici, bar, alberghi e B&B sono al collasso.
Giorni fa un ristoratore raccontava di doversi rifornire due volte alla settimana con autobotti che paga di tasca sua, stessa situazione avviene in molti panifici ed altre attività commerciali.
Lavarsi è diventato un lusso e, chi vive con bambini, anziani o ammalati deve decidere se farli mangiare nei piatti normali e cucinare o tenerli puliti, casa compresa.
“Facciamo una doccia a settimana, se va bene”, racconta sempre l’anziana signora, ”lavatrice e lavastoviglie solo nel giorno in cui arriva l’acqua”, aggiunge la figlia con un bimbo in braccio e aggiunge “cuciniamo pietanze che non necessitano un consumo eccessivo di acqua, poche verdure, a Natale, continuando così, la vedo dura cucinare e apparecchiare secondo tradizione”.
Dopo mesi di inattività e di sperare nella pioggia, finalmente si è intervenuti con la manutenzione e sull’utilizzo delle fonti alternative all’Ancipa.
Il capo della cabina di regia per l’emergenza sono mesi e mesi che richiama i sindaci nella ricerca dei pozzi e Siciliacque nel sistemare le condutture di collegamento.
Si spera che non ci si accontenti di quelli trovati e che si continui a cercarli, anche in prospettiva del prossimo anno, accettando magari, con una dose di umiltà, idee e suggerimenti provenienti dall’esterno.
In questi giorni, forse già oggi, si apprende che la cabina di regia si riunirà per verificare come il bypass di collegamento tra Butera e la diga Blufi stia reggendo.
Dai pozzi, nel territorio di Butera, escono 90 litri al secondo d’acqua da destinare
ai comuni di Caltanissetta e San Cataldo.
Solo quando tutto verrà verificato e ci si accerterà che non ci sono perdite, nel percorso che da Butera va al Blufi e da esso negli invasi comunali, si deciderà del distacco tecnico e definitivo, almeno per il momento, dall’Ancipa.
Nel frattempo, solo l’entroterra è in sofferenza, con razionamenti minino di 6 giorni, che non accennano a diminuire, nonostante la speranza che i pozzi avrebbero aiutato in tal senso.
A Palermo si assiste ad una breve restrizione, ma Trapani, Messina, Catania, Ragusa e Siracusa sconoscono il significato della parola “crisi idrica”
Alle problematiche legate al cambiamento climatico si associano gravi perdite d’acqua, il 51,6% va perso nelle condotte, lo dice l’Ista, e in impianti datati.
A giugno, stanziando i primi 10 milioni di euro, per risarcire gli allevatori, il governatore Renato Schifani rivolse un appello all’Unione europea, chiedendo il riconoscimento della zona rossa per siccità e stimando perdite per un miliardo.
Nella lettera inviata a Bruxelles lo scorso giugno il presidente della Regione aveva paragonato l’isola a “Marocco e Algeria”.
Di sicuro, con rubinetti chiusi e acqua gialla, la Sicilia, o parte di essa, oggi non sembra per nulla Italia.
Perlomeno non quella in cui vivono tanti cittadini, dove l’acqua dovrebbe arrivare regolarmente nelle case, visti i tanti miliardi spesi e che non hanno risolto nulla.
Adesso tanti bei propositi, rifacimento rete idrica periferica e cittadina, dissalatori e tanto altro ancora.
Ovviamente non resta che sperare che queste promesse vengano mantenute, ma i nisseni sono scottati, stanchi e stufi di promesse disattese.
Non ultimo le famose pompe di sollevamento, che migliaia di cittadini attendono dal 1° di agosto, ma che ad oggi, anche se collocate, non se ne vedono i “frutti”, come invece è stato scritto.
In campagna elettorale, da chi oggi amministra la città e dai suoi referenti, ne abbiamo sentite tante di promesse, adesso di quelle promesse cosa è stato realmente mantenuto o su cosa si sta lavorando ?
L’importante è adesso il Natale, giustamente i cittadini hanno diritto a distrarsi e divertirsi, poco importa se poi a casa non sanno come lavarsi, come lavare gli indumenti, vuoi mettere delle luci e un bel giro sulla ruota panoramica ?

“Altro giro, altra corsa, signori si parte”
Ad Maiora