La politica nissena, come spesso accade, sembra muoversi all’ombra dei palazzi palermitani, come detto giorni fa “a Caltanissetta non si muove foglia che Palermo non voglia”.
E in questo momento, a Palermo, le foglie si stanno muovendo in modo molto turbolento e non è causa del vento di maestrale.
La “riunione dei lunghi coltelli” tenutasi nel capoluogo siciliano, convocata in fretta e furia dal presidente della Regione Renato Schifani, come si apprende da la Repubblica Palermo, alla quale era presente anche l’on. Mancuso, un fedelissimo del governatore, dopo la “debacle” della maggioranza all’Ars, ha messo a nudo le crepe, oramai conclamate, nella coalizione di centrodestra.
Il governatore non ha lesinato critiche al ruolo di Fratelli d’Italia e, in particolare, si è scagliato contro Luca Sbardella, emissario di Giorgia Meloni nell’Isola, paventando l’ipotesi di un rimpasto.
Se il tentativo di Schifani di ricucire lo strappo con Fratelli d’Italia dovesse fallire,anche dopo il vertice di maggioranza convocato per lunedì, le conseguenze non tarderebbero a farsi sentire anche nella politica locale di Caltanissetta, come già accaduto in passato, il “caso Aiello”, conseguenza, negata, alla momentanea rottura tra Schifani e Salvini sulla nomina della tardino, considerato che gli equilibri comunali sono strettamente legati alle dinamiche regionali.
Una frattura insanabile all’Ars potrebbe innescare una reazione a catena che, nel capoluogo nisseno, rischiando che alcuni assessori non arrivino a mangare il “panettone per Natale” (cit.) e che porterebbe a un completo ribaltamento delle alleanze e di conseguenza delle poltrone.
L’attuale maggioranza consiliare a Caltanissetta vede Fratelli d’Italia sedere in aula con tre consiglieri più il presidente del Consiglio, che al limite metterebbe a rischio solo la delega alla Libero consorzio, e in Giunta con due assessori.
L’inasprirsi dello scontro a livello regionale e la conseguente ripercussione nissena nella “scelta drastica” di estromettere FdI dalla coalizione che amministra la città, aprirebbe uno scenario di rimpiazzo sorprendente ma, per molti versi, non traumatico, per l’amministrazione.
In fondo a guardare bene cambierebbe poco o nulla, i tre consiglieri di maggioranza di Fratelli d’Italia potrebbero essere facilmente sostituiti dai due di Orgoglio Nisseno.
Questo non solo manterrebbe inalterati, o quasi, i numeri della maggioranza, ma darebbe finalmente spazio all’avv. Licata come assessore, realizzando un’aspirazione da tempo attesa e richiesta più volter tramite Giancarlo Cancelleri, Grande Sicilia, costola di MPA di Raffaele Lombardo.
Il secondo posto vacante in Giunta, eventualmete sottratto a FdI, non sarebbe difficile da assegnare. Voci di corridoio indicano che qualcuno da tempo, in Forza Italia, stia pressando per un suo ingresso.
Questa eventuale soluzione, rafforzerebbe sicuramente la posizione delle due assessore, spesso tirate in ballo per il famoso accordo prelettorale, non del tutto rispettato, e per il non esaltante lavora sino ad oggi, ma i loro “sponsor” per il momento sono vicini a Schifani, quindi nel caso loro invece possono tranquillamente aspettare il Natale e mangiare serenamente il panettone.
Certamente, ad alcuni, questa ricostruzione potrebbe sembrare pura fantapolitica che difficilmente si potrebbe realizzare.
Tuttavia, la storia recente della politica siciliana e locale lasciano spazio anche ad un po’ di “fantasia”.
Dopo certi accadimenti e di fronte alla evidebte instabilità politica alla Regione, la possibilità che le “lunghe coltellate” di Palermo si trasformino in una rivoluzione degli equilibri a Caltanissetta non è più un’ipotesi da scartare con leggerezza o bollare come fantasie.
Il futuro assetto del Comune, in attesa di capire se Schifani riuscirà o meno a ricomporre la sua maggioranza, resta appeso a un filo sottile, am lungo, che va da Palermo a Caltanissetta. Ad Maiora
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