Ogni tanto una bella notizia ci vuole, ne eravamo a “secco”
Ieri, 9 dicembre, da un comunicato stampa, inviato dall’ufficio stampa de Comune, abbiamo appreso della possibilità di acquisto dell’amministrazione comunale della ex Banca d’Italia per trasformarla in sede universitaria.
Fa molto piacere leggere che il sindaco Tesauro e l’assessore De Popolo intendono “proseguire le trattative con i vertici della Banca d’Italia per l’acquisto dell’immobile che si trova in Corso Umberto I”, considerato anche che è “Un desiderio che Walter Tesauro già matura da anni e che ha avviato durante il suo mandato in qualità di Presidente del Consorzio Universitario di Caltanissetta”.
Qualora si riuscisse a portare a casa questo progetto, sperando abbia miglior fortuna del tentativo precedente, sarebbe un grandissimo risultato per la città, che, oltre a ridar vita ad un palazzo ormai abbandonato da anni, darebbe anche un contributo alla rinascita del centro storico.
Certo ci sono, oltre all’aspetto economico, impegno non indifferente, anche da superare altre problematiche e pareri che in passato bocciarono e facendo desistere dal proseguire nell’intento.
Alcuni anni fa, esattamente nel novembre 2021, se ne parlò quando il consorzio universitario, insieme agli altri soci, presentarono il Progetto Reboot, che era composto da 5 progetti, per un totale di 60 milioni, Antenna e altro, ma uno in particolare riguardava proprio l’acquisto e la ristrutturazione dell’edificio che oggi si vorrebbe acquisire.

Il progetto fu poi bocciato in toto, in quanto le idee furono ritenute “non idonee”, con la conseguenza che si persero ben 60 milioni.

Oltre a questa “bocciatura” ne susseguirono altre due, quella del Magnifico Rettore di Unipa, Midiri, che dopo un sopralluogo disse che non lo riteneva idoneo per una trasformazione ai fini didattici.
L’altra bocciatura venne dall’ufficio tecnico che disse anch’esso che l’edificio non era idoneo.
Adesso, si torna alla carica, sperando ovviamente che si riesca nell’intento, ma che anche il Rettore Midiri e l’Ufficio Tecnico, cambino parere.
A ricordare queste cose, non siamo soltanto noi, ma lo sanno bene chi allora diede l’incarico di realizzare il progetto Reboot ad una società, di cui non si seppe mai il nome, progetto poi bocciato, e chi amministrava a quei tempi, l’allora sindaco Roberto Gambino, oggi consigliere comunale.
Non resta da augurarsi che da allora siano cambiate parecchie cose e che quanto prospettato oggi possa realmente realizzarsi.
Necessario anche che si trovino i fondi necessari, magari con un progetto europeo, sia per l’acquisto che per la ristrutturazione ed adeguamento a sede universitaria, augurandosi che abbia un risultato finale migliore del precedente.
Ad Maiora
